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  • Pubblicata il: 23/09/2017 09:49:30

Alla scoperta di Foggia, tra storia e tradizioni LA RUBRICA

I racconti di Salvatore Aiezza

Con la pubblicazione del primo capitolo dedicato alle tradizioni, usi, costumi e alla storia moderna della nostra città, prende avvio la collaborazione di Salvatore Aiezza con Foggia Città Aperta. Appassionato e cultore della storia della nostra città, ma soprattutto, “ricercatore” di testimonianze che si tramutano in “amarcord” su come era, cosa si faceva, quali erano i luoghi: palazzi, uffici, negozi, che hanno visto Foggia assurgere in un passato neanche troppo lontano a importante Città del meridione d’Italia, seguito poi da un periodo di decadimento dal quale, sia pure con fatica, la Città sta tentando di rialzarsi, per tornare a essere centro di riferimento di un vasto territorio e di milioni di persone. I vari capitoli, tratti per lo più dai due libri pubblicati da Salvatore Aiezza (Foggia Stazione di Foggia e Il mio Canto Libero, entrambi editi da “Il Castello” di Foggia) saranno pubblicati a puntate settimanalmente in apposita sezione, sperando di fare cosa gradita a quanti, specie più giovani, sconoscono o hanno pochi ricordi della storia della storia recente della loro città (Foto manganofoggia.it).

PER CHI CREDE CHE FOGGIA VENGA SEMPRE “DOPO”. (In difesa della gloriosa Stazione ferroviaria di Foggia).
Quello che segue vuole essere un monito per quanti credono che la Stazione di Foggia, col suo carico di storia e tradizioni, il nodo ferroviario, l’economia che ancora gravita intorno ad essa, possa essere facilmente “sacrificata” solo per biechi interessi campanilistici  e politici, all’unico, non dichiarato scopo di far guadagnare a qualcuno 15 minuti  (quindici!) per raggiungere la capitale. I sacrifici e la graduale perdita negli ultimi anni, di importanti sedi “logistiche” (Banca d’Italia, Distretto Militare, Scuola di Polizia ecc,) - espressione di un pur minimo “potere” territoriale e capaci di attirare un’attenzione sociale, mediatica e politica verso la stessa, a danno di altre città pugliesi, in particolare di Bari - hanno causato la scomparsa  dei punti strategici per la nostra economia e per lo sviluppo della imprenditorialità di alta qualità, con i danni che oggi sono sotto gli occhi di tutti. L’aeroporto e il Tribunale di Lucera - salvo improbabili ripensamenti - sono solo gli ultimi di una lunga lista. L’attuale situazione deve far riflettere tutti - politici e amministratori locali di qualsiasi partito, cittadini, associazioni e movimenti civili - sulla necessità di concentrare tutte le forze per non perdere forse l’ultimo baluardo della nostra storia: la Stazione ferroviaria di Foggia. E doveva davvero avere qualcosa di speciale la nostra Stazione se anche il grande poeta e narratore Eugenio Montale sentì il bisogno di citarla in una dei suoi racconti più belli, Klizia a Foggia, scritto durante la collaborazione al “Corriere della Sera”:  I binari erano incandescenti sotto il torrido cielo di Foggia. Al di sopra del loro barbaglio i vagoni color vinaccia, la fontana secca, i tronchi d'albero legati insieme (assurda anticipazione dell'inverno) sembravano sul punto di sciogliersi come gomma. Balenò nitida per un secondo la visione dell'ultimo respingente del treno che si allontanava con dolcezza quasi per suggerire l'idea che una corsetta di cento metri avrebbe permesso di raggiungere il vagone di coda. Ma nel tempo che Clizia impiegò a valutare le forze che le restavano dopo due giorni passati nell'afa di Foggia, i cento metri s'erano fatti centocinquanta, duecento. Troppi. Erano le tre del pomeriggio. Clizia sedette con precauzione sull’orlo di un sedile della sala d'aspetto e aprì l'orario. Fino alle sette non c'erano treni, poi un accelerato l'avrebbe trascinata per venti ore verso il nord. (tratto da La Farfalla di Dinard - Neri Pozza, Vicenza 1956; Mondadori, Milano 1960)
   Che la Stazione di Foggia e il suo nodo ferroviario siano di importanza strategica per i trasporti ferroviari, prima ancora che la sua nascita “materiale”, vale a dire la costruzione delle linee ferroviarie e del fabbricato destinato ad ospitarla, lo dice la natura stessa e la morfologia del territorio italiano dove Foggia, grazie alla sua centralità,  occupa un posto di vitale importanza per  i traffici veicolari, sia stradali che ferroviari. Per tale motivo, nel corso dei secoli, ha sviluppato intorno al suo nucleo abitativo un folto intreccio di tratturi e poi strade che conducevano verso l’Abruzzo, la Campania, la Basilicata e il Molise. Basta, del resto, conoscere un po’ di storia sulla “transumanza” e sui tratturi percorsi dalle greggi per comprendere quanto fosse importante la “centralità” geografica del Tavoliere di Puglia, la nostra grande pianura, seconda in Italia per estensione solo a quella Padana. Più tardi, verso la fine dell’800, anche le società costruttrici delle prime linee ferrate capirono presto come la nostra città fosse il crocevia naturale dei trasporti verso la dorsale tirrenica e quella adriatica. Fu lo stesso Cavour, convinto assertore dello sviluppo del trasporto ferroviario, a sottolineare l’opportunità che fra le trasversali ve ne fosse una che da Napoli giungesse fino al mare Adriatico. Il punto di collegamento fra la linea proveniente da Napoli e quella proveniente da Ancona venne ben presto individuato nel centro della Capitanata e nel suo capoluogo, che nell’arco di alcuni decenni sarebbe diventato il più importante nodo ferroviario dell’Italia meridionale.
   La Foggia-Caserta-Napoli rappresenta, quindi, uno dei primissimi tracciati ferroviari in Europa e, per l’epoca, un’opera paragonabile a quella che oggi si vorrebbe realizzare nella Val di Susa, se si pensa che fu necessario intervenire in maniera robusta nell’Appennino Campano e in parte del nostro Subappennino con gallerie, ponti e grandi opere di ingegneria. Seguirono le linee Foggia-Termoli, Foggia-Manfredonia, Foggia-Potenza, tutte vitali per il trasporto ferroviario nazionale che aveva in Foggia il suo punto di snodo naturale. Col passare degli anni, lo snodo ferroviario foggiano diventa il terzo per importanza, dopo Bologna e Verona e il movimento di viaggiatori e merci raggiunge presto numeri che diventeranno importanti per i successivi progetti delle Ferrovie Italiane.
   Nello stesso periodo la Stazione di Foggia, proprio per la sua oramai riconosciuta centralità nel sistema trasporti, viene potenziata con una serie di servizi che le daranno ancora più importanza. A Foggia sorgeranno il Deposito locomotive, l’Officina Grandi Riparazioni, il Ferrohotel per accogliere i numerosissimi ferrovieri che, nei cambi turno, restavano a Foggia a riposare. Non solo. La Direzione di tronco, una grande quantità di uffici che - pensate - occupavano l’intero primo piano del corpo della stazione, ora restano desolatamente vuoti! Anche l’architettura della nostra stazione rispecchiava la sua importanza. Le pensiline erano tutte in acciaio curvato e le davano un’imponenza unica. Presto intorno a questo polo ferroviario, dove gravitavano migliaia di persone, si cominciarono a costruire case e palazzi destinati ad ospitare i tanti ferrovieri che cominciavano a risiedere stabilmente a Foggia e i tanti foggiani che prendevano lavoro nelle ferrovie e decidevano di sposarsi e mettere su famiglia.
   In pochi anni il quartiere “Ferrovia” diventò il più grande e abitato di Foggia. In effetti i ferrovieri, insieme ai lavoratori della Cartiera e quelli dei due zuccherifici allora in attività, rappresentavano la maggior parte dei lavoratori foggiani. Grazie alla Stazione ferroviaria, quindi, nacque e si sviluppò un vero e proprio nucleo urbano abitato da migliaia di famiglie. L’ulteriore e purtroppo tragica prova di quanto fosse importante lo snodo ferroviario di Foggia arrivò nell’estate del 1943, quando esso, insieme a tutta la città, fu l’epicentro degli spietati e barbari bombardamenti anglo-americani che miravano a tagliare la possibilità di rifornimento delle truppe tedesche che proprio da Foggia partivano per tutte le direzioni del nostro Paese. Tra i 22.000 morti di quell’estate a Foggia, alcune migliaia perirono proprio nella Stazione, prigionieri dei sottopassaggi - ove si erano rifugiati - credendoli posto sicuro e che, invece, vennero invasi dal carburante fuoriuscito dai treni merci fermi sui binari e dilaniati dalle bombe. In occasione dei bombardamenti sulla Stazione, tanti furono gli episodi e gli atti di vero e proprio eroismo, riportati anche in molti libri, che videro protagonisti i ferrovieri che in quei giorni, incuranti del pericolo, andavano regolarmente a lavorare, anche sotto le bombe. Oltre alle migliaia di morti e di feriti, i bombardamenti causarono la distruzione materiale degli stabili della Stazione e delle pensiline in acciaio che vennero poi ricostruiti come oggi li vediamo.
   Sulla prestigiosa enciclopedia telematica Wikipedia, la nostra Stazione è così descritta: “Da sempre la Stazione di Foggia è considerata un importantissimo nodo di comunicazione fondamentale nel Sud Italia. Ricostruita dopo la sua distruzione ad opera delle forze alleate dopo la seconda guerra mondiale, è tuttora un perno fondamentale dei trasporti ferroviari italiani. Ubicata sulla linea statale Ancona - Lecce, da questa si dipartono diverse linee come la ferrovia per Napoli e la ferrovia per Manfredonia...”. Le varie ramificazioni della ferrovia nei dintorni della stazione permettono il collegamento della stessa con tutte le principali direzioni.
  In particolare, le tratte ferroviarie collegano la stazione di Foggia alle seguenti città:
⦁ Bologna, Milano, Torino, Trieste, Bolzano e Venezia, via San Severo, Termoli, Pescara, Ancona e Rimini;
⦁ Bari, Taranto, Brindisi e Lecce, via Cerignola e Barletta;
⦁ Roma e Napoli, via Benevento, Caserta e Frosinone;
⦁ Potenza, via ⦁ Melfi;
⦁ Manfredonia;
⦁ Lucera.
   Nella tratta Foggia-Benevento, nella seconda metà degli anni Venti, fu sperimentato l'utilizzo della corrente continua a 3000 V come sistema di trazione dei mezzi. La buona riuscita di questo esperimento aprì le porte all'utilizzo di questo sistema su larga scala, sostituendo la trazione trifase. Il sistema di trazione a corrente continua è tuttora utilizzato per tutte le linee ferroviarie italiane. A Foggia è presente una delle dieci Officine Grandi Riparazioni (OGR) di Trenitalia presenti nel territorio nazionale, risultando così essere fondamentale anche per la riparazione e la rigenerazione delle locomotive o delle carrozze danneggiate. La Stazione di Foggia è parte della società delle Ferrovie dello Stato CentoStazioni. Una linea ferroviaria ad alta capacità è attualmente in costruzione per il tratto Foggia-Bari, mentre è in fase di progettazione per il tratto Napoli-Foggia. In questo modo si spera di facilitare il trasporto di persone e merci lungo il percorso Bari-Foggia-Napoli-Roma, percorso di importanza indubitabile e di cui la Stazione di Foggia è un nodo principale.   “Logisticamente” il nodo ferroviario della nostra città era attraversato ogni giorno da centinaia di treni, viaggiatori e merci; ogni anno milioni di persone (oggi, secondo i dati di Reteitalia, oltre 4.000.000) transitavano per la nostra Stazione. Non c’erano, allora, gli Eurostar ma i più familiari Locali, Espressi e Rapidi. Molti di questi convogli, specie quelli a lunga percorrenza, nascevano a Foggia; le carrozze venivano convogliate presso i binari tronchi del lato nord della Stazione. Più spesso venivano aggiunte le carrozze ai treni in arrivo. Molti erano i convogli a lunga percorrenza in partenza soprattutto la sera. Ricordiamo il Lecce-Brennero, che proseguiva sino in Svizzera, i due treni serali per Torino, i Lecce-Milano  e  Lecce-Roma  notturni. Tutti con una sola caratteristica: erano sempre pieni e molto spesso in tanti dovevano fare il viaggio in piedi. Altrettanto pieni erano i treni giornalieri che raggiungevano Roma, Lecce, Potenza o Milano.
   Una delle prime avvisaglie sul futuro della nostra stazione e sul destino che doveva attenderla, e che fu probabilmente presa sottogamba dai nostri politici e amministratori del tempo, fu la rapida diminuzione sino alla pratica soppressione dei convogli con destinazione finale Napoli. Si preferì optare per il trasporto su gomma, gestito da privati, anziché puntare sulla riqualificazione e potenziamento della linea per Napoli. Da allora le decisioni dei vertici delle FF.SS. sono diventate sempre più penalizzanti, per il Sud in genere e per Foggia in particolare. La soppressione di numerose coppie di Eurostar per la capitale, la diminuzione dei treni notturni a lunga percorrenza, l’assurda decisione di “fermare” a Bologna i treni per il Nord Italia, con cambi e disagi per i viaggiatori, la chiusura dell’Officina Grandi Riparazioni e lo spostamento a Bari degli uffici più importanti e delle competenze, hanno dimostrato, nel tempo, quale sia la reale intenzione delle FF.SS. nei confronti di Foggia a tutto vantaggio del capoluogo di regione. Nei progetti delle F.S. c’è infatti l’alta capacità del Bari-Roma e l’alta velocità Bari-Napoli (in questo caso con Foggia tagliata completamente fuori) che, per guadagnare non più di 10-15 minuti, oltre a sperperare una enorme quantità di soldi pubblici per creare nuovi tracciati, del tutto superflui se non nell’ottica anzidetta, prevederebbe il “superamento” di Foggia Centrale e lo spostamento, utilizzando il “baffo” già esistente, di Cervaro. Ma è facile ipotizzare che a regime l’intento sarà quello di creare una linea diretta Bari-Roma, senza nemmeno passare per Foggia!, che, a quel punto, esattamente come accaduto per il collegamento con Napoli, sarà collegata con la Capitale solo per via terrestre con gli autobus. E pensare che la linea Foggia- Caserta rientrava nei piani di sviluppo delle infrastrutture dell'Italia meridionale, perchè rappresenta la chiusura a sud della maglia ferroviaria europea!
   A fronte di tutti questi tagli che Foggia ha dovuto subire, e che creano e creeranno enormi disagi a tanti viaggiatori - senza che i responsabili commerciali e del marketing della Rete Ferroviaria Italiana se ne curino più di tanto - non si intravede un vero e proprio piano di rilancio a livello nazionale del nostro sistema trasporti. Il problema politico è, purtroppo, sempre lo stesso: fare di Bari l’epicentro di tutte le attività più importanti della Regione, compreso il trasporto aereo. Occorrerebbe tenere conto che il capoluogo regionale dispone già di un aeroporto abbondantemente pubblicizzato, sovvenzionato e in continua crescita, che permette di raggiungere Roma in pochissimo tempo, il tutto sempre a danno della nostra città. Diversamente, qualsiasi persona dotata di buon senso non saprebbe spiegarsi  questo voler caparbiamente insistere nel creare una stazione e un nodo ferroviario (cioè Cervaro), accanto a quello aeroportuale, appena citato, sovvertendo completamente la natura stessa, come ampiamente evidenziato, della rete ferroviaria così come nei secoli si è andata sviluppando.

di Redazione