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  • Pubblicata il: 06/11/2012 15:22:00

Tassi d'usura fino al 400%, cinque persone arrestate nel Foggiano

Sequestrati beni per 3milioni tra Foggia e San Severo

I tassi d’usura potevano schizzare fino al 400%, mentre le vittime erano costantemente sotto lo schiaffo di intimidazioni pesanti, aggravate dal metodo mafioso. Il tutto condito da richieste estorsive, avvertimenti e minacce, anche a mano armata. Da Foggia alla zona garganica, vi era un’unica filiera di usurai con l’avallo della criminalità organizzata. E’ quanto sostengono gli agenti della squadra mobile di Foggia e del commissariato di San Severo che, insieme ai militari Guardia di Finanza di Bari, questa mattina hanno eseguito 5 misure cautelari in carcere, emesse dal gip di Bari su richiesta di quella Direzione Distrettuale Antimafia, per il reato di usura compiuto con l’aggravante del vincolo associativo mafioso.
L’INDAGINE ha avuto inizio a partire dalle dichiarazioni spontanee rese da uno degli usurati, nell’estate del 2010. Dai primi accertamenti è stato possibile fare luce sull’esistenza di un gruppo di usurai, indissolubilmente legati alla criminalità organizzata, che avevano assoggettato con intimidazioni anche violente numerosi abitanti della zona garganica. Le vittime erano imprenditori garganici - almeno 5, tutti della zona viestana – inginocchiati dalla congiuntura economica sfavorevole. Il quadro indiziario, è stato quindi completato, oltre che dalle dichiarazioni delle vittime, dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali supportate da riscontri tecnici. Nell'ambito delle indagini la Guardia di Finanza e la polizia hanno scoperto che in più occasioni i cinque coinvolti avevano prestato ingenti somme di denaro – variabili da 5mila a 60mila euro – applicando un tasso d’interesse che poteva arrivare anche al 400%. In almeno un caso, i soldi messi a disposizione delle vittime provenivano dagli illeciti guadagni dei clan della mala organizzata foggiana.
SEQUESTRO DI BENI. In manette sono finiti i sanseveresi Antonio Bocola ed il nipote Massimo, insieme ai foggiani Vincenzo Celozzi, Alessandro Carniola e Salvatore Sordilli a cui sono stati sequestrati beni per tre milioni di euro. Al fine di assicurare un’efficace azione di aggressione ai sodalizi criminali,  infatti, parallelamente alle indagini di polizia giudiziaria, gli investigatori del G.I.C.O. di Bari hanno portato avanti complesse indagini patrimoniali finalizzate alla sottrazione dei patrimoni illecitamente accumulati dalla consorteria criminale. Le indagini hanno quindi consentito di accertare enormi sproporzioni fra le fonti di reddito degli indagati ed il cospicuo valore dei beni mobili ed immobili nell’effettiva disponibilità degli stessi. Si tratta di tre compendi aziendali operanti nel settore dell’edilizia e delle scommesse sportive con sede a Foggia e San Severo, tre autovetture, un motociclo, tre appartamenti, un terreno e varie polizze vita e quote sociali. L’intero patrimonio sequestrato è stato affidato ad alcuni amministratori giudiziari nominati dal Tribunale di Bari anche al fine di assicurare il regolare prosieguo delle attività imprenditoriali. 

di Redazione