Stampa questa pagina
  • Pubblicata il: 09/01/2017 20:49:53

Al Teatro Giordano, è il momento de “La leggenda del pianista sull’oceano”

L’interpretazione del Teatro dei Limoni. In scena, Roberto Galano

È uno degli spettacoli più apprezzati dal fedelissimo pubblico del Teatro dei Limoni, la compagnia foggiana che quest’anno, per i suoi dieci anni di attività, porta in scena ben cinque rappresentazioni della propria stagione – Giallocoraggioso 2016/2017 – al Teatro U. Giordano. La seconda, pertanto, è proprio “La leggenda del pianista sull’oceano”, in programma al teatro comunale di Foggia domenica 15 gennaio alle ore 21 (ingresso 20.30). Lo spettacolo, tratto da "Novecento" di Alessandro Baricco, ha per protagonista Roberto Galano, unico attore sul palcoscenico oltre che regista della pièce.

“PERCHE’ NON SCENDI?”. “Diosanto non potrai continuare tutta la vita ad andare avanti e indietro come uno scemo... Tu non sei scemo, tu sei grande, e il mondo è lì, c'è solo quella fottuta scaletta da scendere, cosa sarà mai, qualche stupido gradino, cristo, c'è tutto alla fine di quei gradini, tutto. Novecento...perché non scendi?”. Si potrebbe sintetizzare con questa frase la storia di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, il pianista nato sul piroscafo Virginian che incantava i passeggeri in viaggio tra l’Europa e l’America. Oppure no. Novecento su quella nave aveva trovato tutta “la terra" di cui aveva bisogno, pur non avendola mai vissuta in prima persona. Dal monologo teatrale che ha consacrato il talento dello scrittore Alessandro Baricco, e dal film di grandissimo successo di Giuseppe Tornatore, la “sintesi” del Teatro dei Limoni, con le musiche originali di Mario Rucci (pianoforte Domenico Monaco, Valerio Sannoner, Costantino Rucci).

LA STORIA DI NOVECENTO. "Negli occhi di qualcuno, nelle parole di qualcuno, lui, quell'aria l'aveva respirata davvero. A modo suo, ma davvero. Il mondo, magari, non l'aveva visto mai. Ma erano 27 anni che il mondo passava su quella nave, ed erano 27 anni che lui, su quella nave lo spiava. E gli rubava l'anima." Lo spettacolo – nell’interpretazione che ne dà la compagnia teatrale foggiana – vuole risvegliare ed entrare in contatto con il Novecento che c’è in tutti noi: l’amicizia, l’amore negli occhi di una donna, la paura di vivere oltre l’usuale, di rischiare per ottenere qualcosa di meglio e la paura di superarle, quelle paure. “Una storia scritta per essere recitata. Una storia che parla di musica. Una storia che ascolterete cullati dalle parole e dalle note, quasi all'unisono. Un’atmosfera che sa di fiabesco, ma dannatamente umana. Una storia che vale la pena di vivere”.

di Redazione