Che la politica abbia le sue responsabilità, è indubbio. Che l’apparato amministrativo non possa dirsi esente da colpe, però, è altrettanto vero.
Sull’ennesimo rinvio dell’apertura del teatro Giordano, infatti, incombono anche dei paradossali ritardi quotidiani nella macchina burocratica.
IL COLLAUDO. L’ultima perdita di tempo – difficile trovare un’altra espressione – riguarda la sostituzione del responsabile a cui affidare l’incarico per il “collaudo funzionale degli impianti meccanici ed in particolare gli impianti di condizionamento e di antincendio Water Mist” del teatro. Spulciando la determina dirigenziale del 23 aprile (scaricabile in fondo alla pagina), infatti, si notano dei ritardi abissali.
I TEMPI. Il 5 febbraio scorso, una determina dirigenziale affida l’incarico per il collaudo all’ingegnere Francesco Bava. Passa però un mese e mezzo prima che l’ingegnere venga a conoscenza dell’assegnazione dell’incarico: la comunicazione formale avviene infatti il 17 marzo, con nota prot. n° 24424. Quaranta giorni per una raccomandata. Di contro, Bava ci mette invece un solo giorno per rispondere, annunciando di non poter accettare l’incarico. A quel punto – come si legge nella determina - è stato sentito l’ingegnere Aldo Pio Apollo, a cui è stato poi formalmente affidato l’incarico proprio con la determina del 23 aprile scorso.
LA TELENOVELA. E così, la telenovela Giordano si arricchisce di un’altra, incredibile puntata. La storia infinita, però, è ancor più complessa: nella determina di febbraio, infatti, a firma di Fernando Biagini, è scritto nero su bianco che l'architetto Corvino ha interpellato Bava, ricevendo dall’ingegnere la propria disponibilità immediata a svolgere l'incarico. Un mese e mezzo dopo, però, la rinuncia. Nel frattempo, il Giordano resta chiuso (anche) per colpa di qualche raccomandata. E stiamo parlando solo di lettere postali, vero?