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  • Pubblicata il: 25/06/2013 20:23:03

Tozzi Electrical: a rischio licenziamento un terzo dei lavoratori

Sciopero degli operai e linea dura della dirigenza

Primo giorno di sciopero per gli operai della Tozzi Electrical Equipment, holding nazionale produttrice di quadri elettrici e energia alternativa con sede legale a Ravenna, presente da 30 anni sul territorio foggiano con un impianto nella zona industriale di Borgo Incoronata. Stamattina le maestranze della Tozzi hanno incrociato le braccia per 8 ore per protestare contro l'ipotesi di 32 licenziamenti avanzata nelle ultime due settimane dal nuovo amministratore delegato, Armando Rossi (in carica da circa un mese), che opera nel foggiano avvalendosi della collaborazione di Aurilio Nicola, ex dirigente dell'Alenia, nominato da Rossi  consulente del lavoro per conto dell'azienda.
Lo sciopero di stamattina si è svolto contemporaneamente all'incontro (iniziato alle 10 e terminato due ore fa) tra i rappresentanti delle sigle sindacali e la dirigenza dell'azienda per effettuare un esame congiunto sulla questione e cercare eventualmente un accordo.
Ma l'esito dell'incontro ha visto la dirigenza ferma sulla volontà di licenziare: poche le concessioni avanzate dai rappresentanti della ditta se non quella di ridurre il taglio di qualche unità e di fornire un assegno di accompagnamento ai licenziati prossimi alla pensione, alla condizione però che le sigle sindacali accettino i licenziamenti.
L'incontro di stamani è stato un banco di prova importante per l'unità delle sigle sindacali interne all'azienda, inizialmente compatte sulla posizione di difesa di tutti i posti di lavoro. Ora invece, la sensazione è che qualche sindacato stia iniziando a vacillare davanti al pugno di ferro imposto dalla dirigenza e potrebbe cedere alle condizioni da quest'ultima dettate.
Non così la Fiom/Cgil che, attraverso il suo titolare Rsu, Christian Tricarico, ribadisce il suo fermo "no" a tutti i tagli: "Non possiamo permettere che alcuno dei lavoratori della Tozzi venga licenziato, soprattutto in un momento sociale drammatico come questo e in un territorio devastato come il nostro".
L'intenzione ora è quindi quella di parlare con i lavoratori e informarli sull'esito della riunione per capire cosa ne pensano. Lunedì poi ci sarà la riunione tra le maestranze e i segretari provinciali dei sindacati presenti in azienda. E martedì un nuovo esame congiunto con la dirigenza. In caso di mancato accordo si procederebbe agli altri passaggi previsti dalla legge, come la convocazione di un tavolo di mediazione tra le parti guidato da Provincia o Regione.
Ma facciamo un passo indietro, e cioè al perché della decisione dell'azienda di intraprendere i licenziamenti. 
Secondo l'amministratore delegato della Tozzi, Armando Rossi, 32 delle 90 unità lavorative operanti nello stabilimento foggiano della Tozzi risulterebbero in esubero. "Una valutazione inspiegabile - spiega Christian Tricarico, titolare Rsu della Fiom/Cgil - dal momento che l'azienda, in questi anni, sembrava non aver risentito il colpo del crisi. Dal 2001 ad oggi, infatti, la Tozzi, che vanta uno dei fatturati più alti tra le aziende del sud Italia, non è mai dovuta ricorrere agli ammortizzatori sociali. Inoltre, in questi anni, le commesse di lavoro dell'azienda erano così ingenti che si è spesso dovuti ricorrere ad un importante utilizzo di ditte esterne (che si aggiungevano al personale interno) per smaltirle, il che non lasciava affatto presupporre una situazione di crisi", conclude Tricarico. 
La versione fornita dalla dirigenza della Tozzi, però, inquadra la ditta in una parabola negativa, registratasi, negli ultimi tre anni, con il passaggio dal +1 milione di euro di utili del 2011 al -4 milioni di euro di quest'anno.
Il sospetto che circola negli ambienti operai e sindacali, invece, è che sia in atto quella che è stata definita  sarcasticamente una "politica di nuova generazione", e cioè una vera e propria rivoluzione nella strategia imprenditoriale della ditta, che ha portato alla Tozzi il nuovo amministratore delegato con l'obiettivo "svendere l'azienda a un nuovo acquirente che non vuole tenersi sul groppone tutte le maestranze". 
Per tutti questi motivi è partita, già da alcuni giorni, la fase di mobilitazione lanciata dalla Fiom/Cgil, inizialmente con il blocco degli straordinari. Fino ad arrivare a stamattina, quando, mentre la dirigenza dell'azienda e le sigle sindacali si riunivano in assemblea per effettuare un esame congiunto della situazione, è andato in atto il primo sciopero di quella che si prevede una lunga battaglia.
La dirigenza della Tozzi, infatti, arroccata sulle posizioni del suo amministratore delegato, sembrerebbe ferma nel voler procedere ai licenziamenti.
 
Primo giorno di sciopero per gli operai della Tozzi Electrical Equipment, holding nazionale (10 i suoi stabilimenti in tutta Italia) produttrice di quadri elettrici ed energia alternativa con sede amministrativa a Ravenna, e presente da 30 anni sul territorio foggiano con un impianto nella zona industriale di Borgo Incoronata. Stamattina le maestranze della Tozzi hanno incrociato le braccia per 8 ore per protestare contro l'ipotesi di 32 licenziamenti avanzata nelle ultime due settimane dal nuovo amministratore delegato, Armando Rossi (in carica da circa un mese), che opera nel foggiano avvalendosi della collaborazione di Aurilio Nicola, ex dirigente dell'Alenia, nominato da Rossi consulente del lavoro per conto dell'azienda.
L'ESAME CONGIUNTO TRA DIRIGENZA E SINDACATI. Lo sciopero di stamattina si è svolto contemporaneamente all'incontro (iniziato alle 10 e terminato tre ore fa) tra i rappresentanti delle sigle sindacali e la dirigenza dell'azienda per effettuare un esame congiunto sulla questione e cercare eventualmente un accordo.
Ma l'esito dell'incontro ha visto la dirigenza ferma sulla volontà di sfoltire il personale: poche le concessioni avanzate dai rappresentanti della ditta se non quella di ridurre il taglio di qualche unità e di fornire un assegno di accompagnamento ai licenziati prossimi alla pensione, alla condizione però che le sigle sindacali accettino i licenziamenti.
LE DIVERGENZE TRA LE SIGLE SINDACALI. L'incontro di stamattina è stato un banco di prova importante per l'unità delle sigle sindacali interne all'azienda, inizialmente compatte sulla posizione di difesa di tutti i posti di lavoro. Ora, invece, la sensazione è che qualche sindacato stia iniziando a vacillare davanti al pugno di ferro imposto dalla dirigenza e potrebbe cedere alle condizioni da quest'ultima dettate. Non così la Fiom-Cgil che, attraverso il suo titolare Rsu, Christian Tricarico, ribadisce il suo fermo "no" a tutti i tagli: "Non possiamo permettere che alcuno dei lavoratori della Tozzi venga licenziato, soprattutto in un momento sociale drammatico come questo e in un territorio devastato come il nostro".
I PROSSIMI INCONTRI. L'intenzione ora è quindi quella di parlare con i lavoratori e informarli sull'esito della riunione per capire cosa ne pensano. Lunedì poi ci sarà la riunione tra le maestranze e i segretari provinciali dei sindacati presenti in azienda. E martedì un nuovo esame congiunto con la dirigenza. In caso di mancato accordo si procederebbe agli altri passaggi previsti dalla legge, come la convocazione di un tavolo di mediazione tra le parti guidato da Provincia o Regione.
CRISI ECONOMICA O RIVOLUZIONE NELL'ASSET MANAGERIALE? Ma facciamo un passo indietro, e cioè al perché della decisione dell'azienda di intraprendere i licenziamenti. 
Secondo l'amministratore delegato della Tozzi, Armando Rossi, 32 delle 90 unità lavorative operanti nello stabilimento foggiano risulterebbero in esubero. "Una valutazione inspiegabile - spiega Tricarico - dal momento che l'azienda, in questi anni, sembrava non aver risentito il colpo del crisi. Dal 2001 ad oggi, infatti, la Tozzi, che vanta uno dei fatturati più alti tra le aziende del sud Italia, non è mai dovuta ricorrere agli ammortizzatori sociali. Inoltre, in questi anni, le commesse di lavoro dell'azienda erano così ingenti che si è spesso dovuti ricorrere ad un importante utilizzo di ditte esterne (che si aggiungevano al personale interno) per smaltirle, il che non lasciava affatto presupporre una situazione di crisi", conclude Tricarico. 
La versione fornita dalla dirigenza della Tozzi, però, inquadra la ditta in una parabola negativa, registratasi, negli ultimi tre anni, con il passaggio dal +1 milione di euro di utili del 2011 al -4 milioni di euro di quest'anno.
Il sospetto che circola negli ambienti operai e sindacali, invece, è che sia in atto quella che è stata definita sarcasticamente una "politica di nuova generazione", e cioè una vera e propria rivoluzione nella strategia imprenditoriale della ditta, che ha portato alla Tozzi il nuovo amministratore delegato con l'obiettivo di "svendere l'azienda a un nuovo acquirente che non vuole tenersi sul groppone tutte le maestranze". 
L'INIZIO DI UNA LUNGA BATTAGLIA? Per tutti questi motivi è partita, già da alcuni giorni, la fase di mobilitazione lanciata dalla Fiom-Cgil, inizialmente con il blocco degli straordinari. Fino ad arrivare a stamattina, quando, mentre la dirigenza dell'azienda e le sigle sindacali si riunivano in assemblea per effettuare un esame congiunto della situazione, è andato in atto il primo sciopero di quella che si prevede una lunga battaglia.

di Redazione