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  • Pubblicata il: 11/02/2013 18:45:03

Umberto Giordano lo aveva detto: Foggia è una città "ingrata"

Tra teatro e vandali, infangato il suo nome

Pensava che il trattamento peggiore gli fosse stato riservato in vita. E invece, suo malgrado, Umberto Giordano si è dovuto ricredere. Del resto, che la città fosse “ingrata”, il compositore foggiano lo aveva già capito quando, alla fine del 1800, le sue perle artistiche venivano snobbate dai suoi concittadini. Eppure, dopo un travagliato rapporto, finì per fare pace con la sua città. Chissà che ora non se ne stia pentendo e chissà cosa penserà, rigirandosi nella tomba, di quella sua terra natìa capace di tradirlo anche da morto. Perché Umberto Giordano è diventato, paradossalmente, una etichetta del fallimento.
DA PHILADELPHIA AI VANDALI. Personalmente, ho capito e percepito concretamente la “grandezza” di Giordano quando l’ho visto citato da Tom Hanks, insieme al suo celebre ‘’Andrea Chenier’’ in una delle scene più forti del pluripremiato film ‘’Philadelphia’’. In realtà, per tutti i foggiani, quel nome ha sempre significato qualcosa di più di un teatro (alzi la mano chi salendo sul palco del Giordano per una recita in quinta elementare, non ha provato emozione) o di una piazza centralissima.  Era  l’emblema di un esempio da seguire, di un foggiano che ce l’aveva fatta. Addirittura nel mondo dell’arte.
GIORDANO = FALLIMENTO. E invece. oggi, Giordano rappresenta il fallimento. il suo nome non è più accostato alla grandezza dell’arte, ma alla “piccolezza” degli umani, tra un documento non firmato, una delibera non approvata, un cantiere mai partito, eccetera eccetera eccetera... Suona la stessa musica da anni: ma sempre fuori dal teatro, perché dentro solo il silenzio. Imbarazzato, molto imbarazzato. Come il silenzio nel quale dovremmo stringerci pensando a quella incapacità di godere delle cose belle. A cominciare da quella piazza, vandalizzata ieri per l’ennesima volta (in mattinata gli avevano messo addosso un tricolore): rotto il fiocco in ghisa della statua. Hai voglia a fare blitz antibulli e parlare di bene comune, a spiegare che è uno dei "fiori all'occhiello" della nostra città, che la piazza può (e deve) essere vissuta da giovani e anziani in una splendida e ideale convivenza. Se non cambia la musica, difficile convincersi. E Giordano, a distanza di oltre un secolo, chiede solo di essere ascoltato. O per quanto tempo ancora continueremo a essere una città "ingrata"?

di Redazione