Una truffa alla base dell'omicidio Del Grosso: gli assassini traditi dalle intercettazioni

Sono Antonio Mennea, 44 anni di Foggia e Giuseppe Ciocca, 44 anni di Castelnuovo, i due fermati dai carabinieri di Foggia con l’accusa di essere gli assassini di Pasquale Del Grosso.

IL MOVENTE. Del Grosso sarebbe stato ucciso a causa delle richieste di rimborso, a seguito di una truffa tentata da Menna e Ciocca: i due avevano infatti truffato una ditta campana che produce concimi e si erano rivolti a Del Grosso per il trasporto del materiale, ma il piano non era andato a buon fine e il mezzo era stato sequestrato, con un danno di circa 10mila euro che la vittima reclamava.

LE INDAGINI. L’attività di indagine sull’utenza in uso alla vittima, ha permesso di individuare un numero intestato ad un cittadino cinese residente a Milano. L’analisi del traffico telefonico ha portato ad individuare altre due utenze con intestatari fittizi risultate poi usate dagli indagati che hanno permesso di raccogliere una serie di elementi indiziari in relazione all’omicidio

L’ANALISI DEL TRAFFICO TELEFONIO. L’analisi del traffico telefonico ha riscontrato che la sera del 16 gennaio 2014, nell’orario in cui si era consumato l’omicidio, Del Grosso e il suo amico Vitale si erano incontrati con Menna e Ciocca sulla strada per Ascoli Satriano nella località denominata ‘bivio della morte’.

LE CONVERSAZIONI REGISTRATE. Nei confronti dei due indagati sono state attivate una serie di attività tecniche che hanno consentito di registrare diverse conversazioni di valore probante in quanto alla responsabilità dei due sul delitto.

IL SEQUESTRO. Inoltre, sono stati sequestrati diversi telefoni cellulari in uso dagli indagati, alcuni dei quali utilizzati per mantenere i contatti con la vittima. Sono stati sequestrati anche 7 fucili, legalmente detenuti, sui quali saranno eseguite indagini balistiche e diverse munizioni della stessa marca a calibro di quelle utilizzate per uccidere Del Grosso.