Stampa questa pagina
  • Pubblicata il: 13/02/2013 12:23:04

Vertenza Don Uva: l'accordo è ancora in bilico

Ieri in tarda serata la nota di Di Fonso: "Siamo in trattativa"

 
"Siamo ancora al Ministero del Lavoro per la trattativa. Stiamo vedendo se riusciamo a raggiungere con l'azienda un accordo definitivo per chiudere la trattativa". Questa la nota pervenuta ieri in tarda serata da Massimiliano Di Fonso, sindacalista Usspi in prima linea sulla questione dei centinaia di esuberi dell'ospedale Don Uva.
Ancora in bilico, dunque, la delicata vertenza che vede a rischio il destino di 153 lavoratori nella sola sede di Foggia e di oltre 580 unità complessive considerando anche le sedi di Bisceglie e Potenza.
L'accordo tra sindacati e vertici aziendali dell'Ente Ecclesiastico della Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza, che gestisce i nosocomi, doveva raggiungersi ieri presso la sede centrale del Ministero del Lavoro, dopo che un primo tavolo tecnico e decisionale, svoltosi sempre a Roma in data 4 febbraio, era rimasto senza esito per intercorsi dubbi sulla liceità della riduzione del personale da parte del prefetto Sessa di Barletta, che invitava le Istituzioni, in primis la Regione Puglia, a una verifica sulla compatibilità tra tagli e continuità dei servizi sul medesimo livello d'efficienza.
Poco prima del vertice romano di ieri, Foggia Città Aperta, ha intervistato in esclusiva Massimiliano Di Fonso, tra i leader della proposta che sta cercando di garantire, attraverso una duplice soluzione contrattuale, assistenza e lavoro ai 580 soggetti in esubero che altrimenti sarebbero stati licenziati senza ulteriori diritti dall'azienda, per cui era stato addirittura chiesto il fallimento dal Tribunale di Trani.
Nell'intervista Di Fonso ricostruisce la triste vicenda di qualche notte fa,  che ha visto la sua auto vittima di un rogo molto probabilmente connesso alla vertenza sindacale che sta portando avanti con determinazione. "Un fatto grave commesso ai danni della mia famiglia, che crea un precedente unico nella mia personale storia sindacale e soprattutto in quella del Don Uva", ha affermato.
Successivamente, nell'intervista rilasciata alla nostra testata,  Di Fonso, spiegando nel dettaglio l'accordo promosso a tutela dei lavoratori da lui e dai colleghi delle altre sigle sindacali, si dice sicuro che il tavolo decisionale di ieri avrebbe avuto l'esito sperato, che però, stando alle ultime notizie, non è stato ancora raggiunto.
In giornata Foggia Città Aperta vi darà tutti gli aggiornamenti sulla questione.
"L'accordo sulla vertenza del Don Uva è stato rimandato a due nuovi appuntamenti, lunedì prossimo a Bari e mercoledì 20 febbraio presso il Ministero del Lavoro a Roma. Questo perché i vertici aziendali del Don Uva, nell'incontro di ieri, protrattosi sino a mezzanotte, hanno presentato una nuova bozza di accordo in cui propongono questioni fino ad ora mai contemplate come tecnicismi sul demansionamento dei lavoratori e nuove prospettive sulla mobilità. I sindacati quindi, un pò sorpresi, hanno deciso di prendere altro tempo per analizzare le nuove proposte dell'azienda". Sono le dichiarazioni di Biagio D'Alberto (Segretario regionale Fp Cgil) intercettate telefonicamente qualche minuto fa da Foggia Città Aperta.
Un esito, questo, del resto già preannuciato ieri sera dalla nota di Massimiliano Di Fonso, sindacalista Usspi in prima linea sulla questione dei centinaia di esuberi dichiarati dall'ospedale Don Uva: "Siamo ancora al Ministero del Lavoro per la trattativa. Stiamo vedendo se riusciamo a raggiungere con l'azienda un accordo definitivo per chiudere la trattativa".
VERTENZA DON UVA ANCORA IN BILICO. Ancora in bilico, dunque, la delicata vertenza che vede a rischio il destino di 153 lavoratori nella sola sede di Foggia e di oltre 580 unità complessive considerando anche le sedi di Bisceglie e Potenza.
L'accordo tra sindacati e vertici aziendali dell'Ente Ecclesiastico della Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza, che gestisce i nosocomi, doveva raggiungersi ieri presso la sede centrale del Ministero del Lavoro, dopo che un primo tavolo tecnico e decisionale, svoltosi sempre a Roma in data 4 febbraio, era rimasto senza esito per intercorsi dubbi sulla liceità della riduzione del personale da parte di Carlo Sessa, prefetto di Barletta, che invitava le Istituzioni, in primis la Regione Puglia, a una verifica sulla compatibilità tra tagli e continuità (sul medesimo livello d'efficienza) dei servizi resi dalle 3 cliniche private.
DI FONSO: L'INTERVISTA IN ESCLUSIVA. Poco prima del vertice romano di ieri, Foggia Città Aperta, ha intervistato in esclusiva Massimiliano Di Fonso, tra i leader della proposta che sta cercando di garantire, attraverso una duplice soluzione contrattuale, assistenza e lavoro ai 587 soggetti in esubero che altrimenti sarebbero stati definitivamente licenziati dall'azienda, per la quale era stato addirittura chiesto il fallimento dal Tribunale di Trani.
Nell'intervista Di Fonso ricostruisce la triste vicenda di qualche notte fa, che ha visto la sua auto vittima di un rogo molto probabilmente connesso alla vertenza sindacale che sta portando avanti con determinazione. "Un fatto grave commesso ai danni della mia famiglia, che crea un precedente unico nella mia personale storia sindacale e soprattutto in quella del Don Uva", ha affermato.
Successivamente, nell'intervista rilasciata alla nostra testata, Di Fonso, spiegando nel dettaglio l'accordo promosso a tutela dei lavoratori da lui e dai colleghi delle altre sigle sindacali, si dice sicuro che il tavolo decisionale di ieri avrebbe avuto l'esito sperato, che però, stando alle ultime notizie, non è stato ancora raggiunto.
"I PROBLEMI DEL DON UVA E LE DIMENTICANZE DELLA REGIONE". A margine dell'intervista, poi, Di Fonso ha spiegato i problemi lavorativi connaturati all'ospedale Don Uva di Foggia, su cui, a suo dire, molte colpe avrebbe la Regione Puglia, che avrebbe promesso, negli anni, aiuti e coperture economiche di fatto mai arrivati. A questo si collega un'impossibiltà di aggiornare la retta richiesta per l'assistenza dei pazienti dell'istituto ortofrenico, ferma allo stesso importo dal 1994, e che, invece, se ci fossero state le condizioni per aumentarla, anche solo di pochi euro, si sarebbero potuti salvare molti posti di lavoro. "I pazienti dell'istituto ortofrenico della sede di Foggia - ha sottolineato Di Fonso - non sono riconosciuti dalla Regione Puglia, per loro non c'é una classificazione e questo porta a una riduzione sempre maggiore dei posti letto a disposizione. E' un gap grave che la Regione non riesce a colmare ormai da tempo. Nel 2003 - continua Di Fonso - si è già verificato un taglio di 604 unità lavorative, ora c'è la question dei nuovi esuberi e, in futuro, se la Regione non interverrà presto e subito per proporre al Don Uva nuovi servizi sanitari, si andrà inevitabilmente incontro a un nuovo piano di impresa che porterà ad altri licenziamenti. Tutto questo a scapito non solo dei lavoratori ma anche dei pazienti ricoverati presso i nostri istituti ospedalieri".

di Redazione