Via Gramsci: il marciapiedi "esploso" insieme alle radici degli alberi
Una devastazione in stile post-bellico, un marciapiedi che pare bombardato, ma che, invece, è “semplicemente”, si fa per dire, preda di pini di 15-20 anni, le cui enormi radici, ormai, senza controllo alcuno, hanno preso il sopravvento sull’asfalto, facendolo “esplodere” in molteplici punti, riducendolo in tante montagnole di pezzi, travolgendolo in una costante eruzione dal sottosuolo, come in una piccola apocalisse della natura.
PERICOLO PER I PEDONI, SPETTACOLO DI DEGRADO. E’ uno dei due marciapiedi di via Gramsci, nel tratto che la costeggia dalla rotatoria fino al Campo da Baseball, periferia di Foggia, zona Quartiere Cep. Qui, sul lungo, ormai, “ex-camminatoio”, praticamente tutti gli alberi dislocati in fila indiana, non paiono più graziosi elementi della cornice di verde pensata nelle intenzioni originarie ma sono diventati veri e propri pericoli per i pedoni, avendo trasformato il marciapiedi, sopraelevato e scosceso senza soluzione di continuità, in una “montagna russa”, con i bordi in pietra costretti a zigzagare al lato del suolo: uno spettacolo, di più, indecente per la vista dei passanti.
RIMEDI PRECARI. Saltato l’asfalto circostante insieme a molti argini in metallo (ai piedi dei tronchi) che spuntano acuminati ad altezza caviglie e ginocchia, qui, in via Gramsci, alcuni degli alberi in questione si presentano pericolosamente inclinati verso il suolo, tendenza in qualche caso fermata da ignoti, “alla buona”, in una precarietà senza fine, con grandi massi o detriti di cantiere, a coprire e bilanciare la libera, inesorabile fuoriuscita delle radici.
LA GESTIONE DEL VERDE. Una situazione a cui andrebbe posta, in modo urgente, una risoluzione, un piano di fuga perché permane ormai da troppo tempo, rivelandosi specchio nitidissimo di un problema antico e diffuso in città, che attiene alla gestione del verde da parte delle amministrazioni succedutesi negli ultimi 30 anni. Uno scenario che fa riflettere, inoltre, per il futuro, sulla scelta delle tipologie di piante e sulla loro idoneità al contesto urbano in cui si intende sistemarle, in una pianificazione del verde più lungimirante che eviti il profondo precipitare della situazione a distanza di anni dalla piantumazione.