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  • Pubblicata il: 29/08/2023 12:26:02

Wood Film Festival, la “Riflessione diffusa” dei tre artisti coinvolti: installazioni orsaresi

È terminato lo scorso weekend il Wood Film Festival, incentrato su ecologia e sostenibilità ambientale e curato da Roberto Moretto assieme a Ugo Fragassi. A Orsara di Puglia, attorno al suggestivo Convento di San Domenico, nei giorni 25, 26 e 27 agosto una serie di iniziative artistiche – teatrodanza, cinema, laboratori, musica dal vivo e altro – hanno animato il comune dei Monti Dauni. Tra queste, anche una serie di installazioni a cura di Chiara Guidoni, con protagonisti gli artisti Maria Pia Picozza, Toni Ripa e Francesco Petrone (quest’ultimo di origini foggiane ma ormai romano di adozione).

RIFLESSIONE DIFFUSA. È la mostra dal titolo “Riflessione Diffusa”: una serie di sculture ad alto impatto materico suddivise in tre tematiche concomitanti che, stando alla curatela artistica, “esistono di dignità tattili, afferrabili, concrete. L’osservazione ha un primo approdo nella materia, l’occhio si incaglia nei volumi, nelle creste, nelle lame e nei grovigli, per poi andare a cercare uno sviluppo immateriale visibile solo nella notte, in cui la luce non è più soggetta a rotazione, non è più in movimento”.

IL SOPRA DELLE NUVOLE. Per Francesco Petrone – stando ancora al testo critico – l’ombra è la rappresentazione dell’anima, dello spirito, di qualcosa che risiede nascosto all’interno di corpi dotati di materia, che vive attraverso loro, ma che non ne è cinta, limitata. “Il sopra delle nuvole” – com’è il titolo della sua proposta artistica – attraverso la stretta connessione fra immateriale e materiale, diventa la rappresentazione o, come lui stesso dice, la “radiografia di un sogno”: la parte tangibile e la parte effimera dell’opera sono in dialogo al fine di declinare un concetto astratto, qual è quello dell’onirico, in maniera concreta, per affermare che le due dimensioni, la pratica e la spirituale, vivono in un rapporto di reciprocità. Gli individui rappresentati, attraverso l’uso del simbolo che ritorna nell’intera poetica dell’artista, sono accomunati dal concetto di rettitudine morale, reificato nelle spine dorsali in cemento nero, e da quello delle nuvole, aureole in filo spinato laccato di bianco, a cingere il sogno, che diventa infinito ed eterno solo quando abbandona, nell’ombra, la sua aderenza a un codice di regole prestabilito e imposto.

TRANSUMANZA. Il tema della traccia e della memoria, spesso indagati da Maria Pia Picozza, si approfondiscono per questa istallazione nel tema della transumanza: pratica largamente diffusa in tutta Italia e che unisce e connette la penisola da Norda a Sud. La transumanza diventa lo specchio delle relazioni che l’uomo tesse con l’ambiente, in maniera trasversale; una miscellanea di comportamenti, che si concretizza in una line continua, aggrovigliata, astratta ma che contiene al suo interno, come un nocciolo, una figura che, attraverso la proiezione della sua ombra, diventa chiara e comprensibile, si “sbroglia” e fa apparire ai nostri occhi una pecora, animale largamente presente all’interno di narrazioni, scritte o verbali, cantate o raccontate, di tante tradizioni.

LE RELAZIONI. Toni Ripa con “Separé” porta lo spettatore a riflettere sulle relazioni umane e le implicazioni, anche impreviste, che comportano. Tre coltelli, rivolti verso l’alto, a costituire una quinta, una separazione. Il coltello si fa simbolo della vicinanza che è necessaria all’offesa, un’arma che richiede prossimità per essere usata. L’attenzione si rivolge alle relazioni interpersonali, alla possibilità di procurare dolore, volontario o involontario, e all’abitudine alla sopportazione dello stesso. In questo caso, l’ombra rappresenta le ripercussioni che si hanno a seguito della ferita: effimere, intangibili, ma presenti e addirittura amplificate. La luce riesce tuttavia a filtrare, a farsi largo attraverso lo schermo metallico, simbolo della parte oscura, a fendere a sua volta, a colpirne la fragilità, a creare uno spiraglio che mini il potere distruttivo e l’assuefazione a questo.

di Redazione