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Carpino: uccise a pugni un 75enne. Arrestato 48enne

Con la vittima numerose liti per futili motivi

È stato arrestato dai carabinieri di Vico del Gargano Antonio Di Viesti, 48 anni, residente a Santa Venerina responsabile del delitto di omicidio volontario.
LA VITTIMA. Il 25 agosto 2013, dopo una richiesta di intervento, gli operatori sanitari trovarono Giuseppe Fusillo, 75 anni, a terra in stato di incoscienza, con il viso completamente coperto di sangue. L’uomo era stato trasportato all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, dove gli era stato diagnosticato un trauma cranio-facciale, con prognosi riservata e ricovero in sala rianimazione.
IL DECESSO DELLA VITTIMA. Il 3 ottobre 2013, dopo un periodo di degenza presso il reparto di neurochirurgia dell’ospedale, Fusillo venne trasferito presso il centro di riabilitazione Fondazione Padre Alberto Mileno Onlus Istituto San Francesco di Assisi, con sede a Vasto, dove morì l’11 novembre 2013 per ‘insufficienza cardio-respiratoria acuta, dovuta alla condizione di un grande edema cerebrale in esiti di imponente trauma cranio-facciale’.
LE INDAGINI. Le indagini dei Carabinieri risultavano difficili perché nonostante Fusillo fosse stato aggredito in pieno giorno, in una piazza gremita di gente, nessuno aveva fornito ai militari elementi utili, se non il fatto che c’era stato un litigio tra due persone. Ma le indagini si concentrarono sulla famiglia Di Viesti, con i quali Fusillo aveva avuto spesso diverbi molto accesi, alcune volte sfociati in violente colluttazioni, per questioni legate a futili motivi.
L’AGGRESSORE. Rientrato in agosto a Carpino, dove si era recato per trascorrere un periodo di vacanza con i familiari, Di Viesti era sembrato molto preoccupato dalle indagini, da possibili intercettazioni e dalle dichiarazioni dell’ex moglie e del figlio, convocati dai carabinieri. Inoltre, l’uomo aveva cercato di fuggire da Carpino la notte del 25 agosto, per fare ritorno in Sicilia.
L’OMICIDIO VOLONTARIO. Le indagini hanno consentito di raccogliere numerosi elementi probatori nei confronti di Di Vesti e sulle sue responsabilità riguardo al reato di omicidio volontario e non preterintenzionale. Infatti, il giudice ha ribadito che le fratture facciali riscontrate dai sanitari e confermate dall’esame autoptico sono frutto di più colpi inferti con inaudita violenza, tanto da non poter dubitare che l’autore delle percosse volesse uccidere la vittima.

di Redazione 


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