Stampa questa pagina

Nuovo Tribunale, il contratto con Zammarano è una "patacca"

Stroncata la procedura di locazione in Piazza Padre Pio

Carta “straccia”. Priva del parere dell’Agenzia del Demanio sulla congruità del canone stabilito e di quello dell’Agenzia del Territorio in ordine all’idoneità dei locali all’uso cui dovrebbero essere destinati. E come se non bastasse, un contratto stipulato senza che sia stato chiesto il necessario assenso del Ministero della Giustizia. In sostanza, un contratto nullo. 
 
LA RELAZIONE. A mettere nero su bianco tutte le carenze procedimentali dell’iter che portato alla stipula della locazione dell’immobile di Piazza Padre Pio per destinarlo a sede degli Uffici Giudiziari è il presidente del Tribunale di Foggia. E' Domenico De Facendis a scriverlo in una relazione dello scorso 29 aprile (il pdf è in fondo alla pagina) resa nella sua qualità di presidente della Commissione di manutenzione degli immobili.
IL COMUNE HA FATTO TUTTO DA SOLO. Nel documento emerge come - dopo l’ultima riunione della Commissione di Valutazione tenutasi nel novembre 2013 a Palazzo di Giustizia - a distanza di mesi sia pervenuto “senza alcuna interlocuzione con l’Amministrazione Comunale” direttamente il contratto già stipulato con Zammarano. In pratica, il Comune - secondo De Facendis - ha fatto tutto da sè. 
LA NOTA DEL MINISTERO. Un contratto concluso senza tener conto dei pareri necessari previsti dalle norme. E’ lo stesso Ministero di Giustizia con la nota n. 43766 del 16 aprile scorso a confermare tutti i dubbi di De Facendis affermando che "la stipula del contratto in questione sembrerebbe avvenuta senza il rilascio del prescritto parere da parte della competente Agenzia del Demanio cui fa seguito l'assenso di questo Ministero" e che "pertanto, allo stato, non può non rilevarsi l'irritualità e l'incompletezza della procedura sinora seguita". 

IL PROCESSO. Una relazione che andrà così a sconvolgere ulteriormente una vicenda che, prima ancora della realizzazione della struttura, dalle aule del Tribunale ci è già passata. Le presunte tangenti per l’assegnazione dei lavori hanno infatti portato, a inizio aprile scorso, all’arresto del dirigente ai Lavori Pubblici, Fernando Biagini e del consigliere comunale di maggioranza, Massimo Laccetti, oltre all'imprenditore Adriano Bruno. 

LE CARTE DA STUDIARE. E nei giorni scorsi il tema è tornato d’attualità con la richiesta dell’Aiga (l’associazione dei giovani avvocati) che in una lettera aperta ha chiesto la realizzazione del “Nuovo plesso del Tribunale a Viale I Maggio” (LEGGI L’ARTICOLO) e la successiva presa di posizione dell’assessore Sergio Cangelli, a cui il sindaco Landella ha affidato la ricognizione dettagliata ed analitica di tutti i contratti sottoscritti dal Comune. “Sto studiando con molta attenzione il contratto e la procedura seguita dal Comune. È di tutta evidenza – aveva affermato l’assessore - che qualora dovessi individuare profili di dubbia legittimità nel contratto informerò tempestivamente il sindaco, valutando le procedure più opportune da mettere in campo”. E ora, Cangelli ha un’altra importante carta da studiare.

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload