Ad un passo dall'assalto, fermati dalla task-force di polizia: sventata rapina d'oro a blindato
Pianificata nel dettaglio per entrare in azione a "Canne della Battaglia", ai vertici del commando un cerignolano
Erano pronti ad agire ed erano disposti a tutto. Ma la polizia li ha fermati ad un pelo dal compiere l’azione criminosa e ha così sventato l’assalto ad un furgone portavalori che trasportava oro e che, nei piani dei rapinatori, avrebbe dovuto essere attaccato e svaligiato nel tratto della A14 tra le province di Foggia e Barletta-Andria-Trani, precisamente all’altezza della stazione di servizio “Canne della Battaglia”.
IL COMMANDO SPECIALIZZATO, IL PIANO STUDIATO NEL DETTAGLIO. Il gruppo criminale, di cui fanno parte 7 pugliesi, tutti delle province di Foggia e Bat, specializzati, ognuno nel proprio ruolo, agli assalti ai blindati con tecniche paramilitari, aveva studiato tutto nel particolare, monitorando e pedinando in più occasioni l’obiettivo mobile contenente il bottino, provando più volte il percorso previsto dalla missione e cronometrandolo, insomma programmando di tutto punto la rapina. L’attacco era stato pianificato per mercoledì alle 15.30. Ma la Polizia di Stato, grazie ad una task-force specifica per questo tipo di reato predatorio e, ormai, collaudata, in rete in tutta Italia, è riuscita a fermare la banda a poche ore dal suo start, sventando un grossissimo colpo, che, secondo le parole degli uomini in divisa questa mattina in conferenza stampa nella Questura di Foggia, avrebbe potuto mietere vittime, stando alla determinazione dei malviventi riscontrata durante le indagini.
LE INDAGINI. Indagini, appunto, avviate dalla Squadra mobile di Milano subito dopo l’assalto, commesso a Bollate il 15 ottobre 2016 da un commando armato composto da almeno 6 persone, ad un furgone portavalori impiegato per il trasporto di preziosi, alcuni dei quali da esposizione, di enorme valore. In quell’occasione il gruppo criminale non riuscì a predare tutto il bottino ma soltanto una piccola parte di esso (comunque ammontante a un valore piuttosto elevato) grazie ai particolari sistemi di sicurezza installati sul blindato. E adesso voleva rifarsi con un nuova rapina in stile western proprio in terra d’origine, in Puglia. Le armi acquisite per andare a segno erano simili, l’obiettivo dell’assalto pure (in questo caso il blindato conteneva oro, una tipologia di bottino le cui quotazioni attualmente sono alle stelle, 35-36 euro al grammo, dunque commerciabilissimo e, per giunta, non tracciabile una volta fuso).
DINAMICHE MODULARI. Le attività investigative, così, supportate dall’utilizzo di sofisticati software di lettura del traffico telefonico (“ci serve quello per i cinghiali – fucile a canne mozze, ndr- e sei piccole – pistole, ndr), hanno portato all’individuazione del gruppo criminale, definito dagli agenti di polizia di tipo “modulare” per la composizione variegata delle città d’origine (Cerignola, Manfredonia, San Ferdinando di Puglia, Andria, per ciò che attiene ai componenti pugliesi) e per la specializzazione di ognuno dei membri in ognuna delle funzioni previste dai piani. E’ stata, così, immediatamente creata la task-force di polizia presso la Squadra Mobile di Foggia, composta anche da investigatori del Servizio centrale operativo (Sco) e della Squadra mobile di Bari per supportare le attività di indagine svolte dalla Squadra mobile di Milano. I servizi di contro-pedinamento degli indagati hanno consentito di monitorare i sopralluoghi compiuti dai criminali e di individuare la base logistica (un capannone nella periferia di San Ferdinando di Puglia) per occultare veicoli ed automezzi rubati, le armi e le bande chiodate, poi rinvenute nel corso dell’operazione e delle perquisizioni.
GLI ARRESTI. Si è arrivati così, lunedì 16 gennaio, all’esecuzione, nelle province di Foggia e Barletta-Andria-Trani, di un decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Milano e confermato da quella di Foggia, nei confronti di 9 soggetti gravemente indiziati, tra cui i pugliesi, tutti pregiudicati, Giancarlo Valerio D’Abramo, Catello Lista, Raffaele Dassisti, Francesco Mavellia, Mino Ricco, Fernando Lovecchio, Lorenzo Granatiero. I primi due, D’Abramo (cerignolano, già condannato a 18 anni di carcere per reati associativi di stampo mafioso) e Lista (pregiudicato manfredoniano), occuperebbero le posizioni di vertice del commando. Per tutti loro è scattato l’arresto, a vario titolo, con l’accusa di rapina, ricettazione, riciclaggio, detenzione e porto illegale di armi da guerra e da sparo. L’adozione, in via d’urgenza, di tale provvedimento è stata appunto concordata con il magistrato titolare dell’inchiesta, al fine di impedire la realizzazione – accuratamente pianificata da alcune settimane – del nuovo assalto, dopo quello di Milano.
POLIZIA DI STATO, TASK-FORCE CONTRO LE BANDE PUGLIESI. L’operazione si inserisce peraltro, come detto, nel quadro delle attività svolte da gruppi di lavoro dedicati, composti da investigatori delle Squadre mobili e dello Sco, per contrastare le forme più gravi di criminalità predatoria riconducibili alle numerose consorterie malavitose pugliesi.
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