Stampa questa pagina

Agostino Iacurci, dai "giganti mondiali" alla mostra romana

Il giovane artista foggiano alla sua prima personale

In questi giorni è in scena a Roma la sua prima esposizione personale dal titolo “Small wheel, big wheel” (dall'8 febbraio scorso e fino al 22 marzo prossimo) alla Wunderkammern Gallery di via Gabrio Serbelloni, dove, attraverso i suoi canonici e affascinanti personaggi, Agostino Iacurci  continua a riflettere, come fa ormai da diverso tempo, sui delicati e complessi equilibri del “gioco”. Un tema sviluppato all'interno degli spazi espositivi attraverso tele, lavori su carta, piccoli quadri composti e installazioni. 
“Small wheel, big wheel” è parte del progetto Public & Confidential, che vede coinvolti cinque tra gli street artists più influenti a livello internazionale. La mostra romana è la prima personale di Iacurci, che, però, non sta mai fermo un attimo: in questi giorni, ad esempio, si trova in Brasile, per uno dei tanti meeting artistici a cui da anni viene invitato a partecipare. Iniziative che hanno permesso ai suoi “giganti di colore” (che sembrano usciti da mirabolanti fiabe per bambini) di riqualificare aree urbane periferiche e quartieri degradati nei paesi di tutto il mondo: Italia, Francia, Giappone, Corea, Taiwan, Russia, Stati Uniti, solo per citarne alcuni. Grazie al suo straordinario talento e al suo inconfondibile stile (che trasfigura in giocosi affreschi alcune riflessioni sulle problematiche dell'uomo moderno) Agostino Iacurci, artista foggiano (secondo la critica tra i più interessanti esponenti dell'arte urbana mondiale) è recentemente salito alle cronache culturali delle maggiori testate nazionali e straniere, da Repubblica all'Internazionale, passando per Le Monde. Cresciuto a Foggia a pane e graffiti, e poi perfezionatosi a Roma, dove ha frequentato scuole d'arte e accademie di prestigio, Iacurci, a soli 28 anni, vanta già un curriculum poliedrico, ma soprattutto  impressionante, che spazia dall'illustrazione editoriale ai murales, dall'incisione alla scenografia. Un curriculum in cui spiccano la nomina di assistente tesi in Illustrazione allo Ied (Istituto Europeo di Design) e la collaborazione professionale con la Adidas in Germania. 
Un ulteriore traguardo, insomma, per Iacurci, già protagonista di importanti progetti d'arte sociale, tra cui la murata lunga 300 metri e dipinta, in una scuola algerina, insieme a tanti piccoli alunni africani; il murales presente nel carcere di Rebibbia, frutto di un percorso di crescita insieme ai detenuti; o la Tour 13 di una periferia parigina, salvata dal degrado insieme ad altri 100 artisti.
I fiabeschi e colorati giganti di Iacurci sono ormai richiesti dalle istituzioni di tutto il mondo e appare paradossale dunque che le poche testimonianze lasciate a Foggia dall'artista non abbiano avuto troppa fortuna: così come accadde per un murales eseguito da Iacurci, in via Mario Pagano, all'ingresso del circolo politico Jacob. L'allora amministrazione Ciliberti, per mezzo dell'ex assessore Pontone, praticò sul dipinto una dura censura, ricoprendolo con una spessa mano di vernice giallognola. Secondo la ricostruzione dello stesso collettivo politico “a mo’ di monito dell'amministrazione, sul muro 'ripulito' fu lasciato un bigliettino, il quale, depurato da un madornale errore grammaticale, recitava: 'E non scrivete più sui muri e mantenete pulita la città'. Così – continua la nota del collettivo - decidemmo di rifarlo, in pieno giorno. Perché quel muro giallo non ci rappresentava. Il sindaco ci inviò un’email di scuse”.  
Ma questa è un'altra storia, che attiene, come sempre, all'atavica incapacità della politica locale di valorizzare il nostro territorio con le grandi risorse umane e artistiche dei suoi figli.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
In questi giorni è in scena a Roma la sua prima esposizione personale dal titolo “Small wheel, big wheel” (dall'8 febbraio scorso e fino al 22 marzo prossimo) alla Wunderkammern Gallery di via Gabrio Serbelloni, dove, attraverso i suoi canonici e affascinanti personaggi, Agostino Iacurci, giovane artista foggiano di fama internazionale, continua a riflettere, come fa ormai da diverso tempo, sui delicati e complessi equilibri del “gioco”.
Un tema sviluppato all'interno degli spazi espositivi attraverso tele, lavori su carta, piccoli quadri composti e installazioni. “Small wheel, big wheel” è parte del progetto Public & Confidential, che vede coinvolti cinque tra gli "street artist" più influenti a livello mondiale. 
"GIGANTI DI COLORE" IN TUTTO IL MONDO. La mostra romana è la prima personale di Iacurci, che, però, non sta mai fermo un attimo: in questi giorni, ad esempio, si trova in Brasile, per uno dei tanti meeting artistici a cui da anni viene invitato a partecipare. Iniziative che hanno permesso ai suoi “giganti di colore” (che sembrano usciti da mirabolanti fiabe per bambini) di riqualificare aree urbane periferiche e quartieri degradati nei paesi di tutto il mondo: Italia, Francia, Giappone, Corea, Taiwan, Russia, Stati Uniti, solo per citarne alcuni. Grazie al suo straordinario talento e al suo inconfondibile stile, che trasfigura in giocosi affreschi alcune riflessioni sulle problematiche dell'uomo moderno, Agostino Iacurci (secondo la critica tra i più interessanti esponenti dell'arte urbana mondiale) è recentemente salito alle cronache culturali delle maggiori testate nazionali e straniere, da Repubblica all'Internazionale, passando per Le Monde.
L'IMPRESSIONANTE CURRICULUM DI IACURCI. Cresciuto a Foggia a pane e graffiti, e poi perfezionatosi a Roma, dove ha frequentato scuole d'arte e accademie di prestigio, Iacurci, a soli 28 anni, vanta già un curriculum poliedrico, ma soprattutto impressionante, che spazia dall'illustrazione editoriale ai murales, dall'incisione alla scenografia.
Un curriculum in cui spiccano la nomina di assistente tesi in Illustrazione allo Ied (Istituto Europeo di Design) e la collaborazione professionale con la Adidas in Germania. 
Ora, dunque, la mostra romana suggella la poetica di Iacurci negli spazi espositivi della Wunderkammern Gallery: un ulteriore traguardo, insomma, per l'artista foggiano, già protagonista di importanti progetti d'arte sociale, tra cui la murata lunga 300 metri e dipinta, in una scuola algerina, insieme a tanti piccoli alunni africani; il murales presente nel carcere di Rebibbia, frutto di un percorso di crescita insieme ai detenuti; o la Tour 13 di una periferia parigina, salvata dal degrado insieme ad altri 100 artisti.
IL CASO DELLA CENSURA FOGGIANA. I fiabeschi e colorati giganti di Iacurci sono ormai richiesti dalle istituzioni di tutto il mondo e appare paradossale dunque che le poche testimonianze lasciate a Foggia dall'artista non abbiano avuto troppa fortuna: così come accadde per un murales eseguito da Iacurci, in via Mario Pagano, all'ingresso del circolo politico Jacob. L'allora amministrazione Ciliberti, per mezzo dell'ex assessore Pontone, praticò sul dipinto una dura censura, ricoprendolo con una spessa mano di vernice giallognola. Secondo la ricostruzione dello stesso collettivo politico “a mo’ di monito da parte dell'amministrazione, sul muro 'ripulito' fu lasciato un bigliettino, il quale, depurato da un madornale errore grammaticale, recitava: 'E non scrivete più sui muri e mantenete pulita la città'. Così – continua la nota del collettivo - decidemmo di rifarlo, in pieno giorno. Perché quel muro giallo non ci rappresentava. Il sindaco ci inviò un’email di scuse”.  
Ma questa è un'altra storia, che attiene, come sempre, all'atavica incapacità della politica locale di valorizzare il nostro territorio con le grandi risorse umane e artistiche dei suoi figli.





  

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload