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Ancora furti di cavi, Landella non ci vede più (dalla rabbia): “Mezza città è al buio, lo dirò ad Alfano”

«Lo scorso fine settimana si sono verificati nuovi furti di cavi in rame della Pubblica illuminazione. Una situazione che né il sottoscritto né i foggiani possono più tollerare e che il prima possibile porterò nuovamente all'attenzione del ministro degli Interni, Angelino Alfano. Una situazione che ho già avuto modo di illustrare al sottosegretario agli Interni, Gianpiero Bocci, nella sua recente visita in città».

MEZZA CITTÀ AL BUIO. Così il sindaco di Foggia, Franco Landella, esprime la propria preoccupazione all'indomani dell'ennesima sottrazione furtiva di conduttori elettrici, verificatasi in via Napoli e in via D'Amelio. «Gli Uffici comunali preposti alla Pubblica illuminazione, questa mattina puntualmente hanno denunciato alla Questura di Foggia quanto accaduto. Mezza città ormai è al buio a causa proprio di questo fenomeno che non sembra conoscere fine. Per questo motivo chiederò nuovamente al ministro Alfano di prendere provvedimenti che possano tutelare i cittadini foggiani – spiega Landella -, che hanno diritto a poter usufruire di tutti i servizi messi a disposizione dall'Amministrazione comunale».

I DANNI. «I numeri di questo spiacevole fenomeno sono più che preoccupanti – fa sapere l’ingegner Michele Gatta –. Negli ultimi mesi, infatti, sono stati rubati oltre 20 km di cavi della Pubblica illuminazione, per un danno economico per le casse comunali di oltre 200mila euro. E nell’ultimo caso, i predoni hanno sguainato i cavi, lasciando in loco la gomma, portando via circa 250 metri di rame in via Napoli».

APPELLO AI PARLAMENTARI. «Come Amministrazione ci stiamo attivando per cercare di bloccare i furti attraverso alcuni sistemi di sicurezza per i pozzetti di derivazione della corrente – spiega il primo cittadino del capoluogo dauno –, ma occorre tempo prima che tutti i tombini possano essere saldati. Faccio appello anche ai nostri parlamentari – conclude il sindaco di Foggia – affinché possano proporre alle Camere un inasprimento delle pene per coloro che si macchiano di questo tipo di reato, poiché serve una risposta ferma e decisa da parte dello Stato per cercare di arginare il fenomeno».

di Redazione 


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