Caccia nella riserva del lago di Lesina: un cittadino invia le foto su WhatsApp e fa denunciare i bracconieri
Un’area protetta e completamente interdetta alla caccia.
Eppure, due bracconieri erano intenti a esercitare l’attività venatoria, su un
natante in movimento. È stato grazie alla segnalazione di un cittadino che il
personale del Comando Stazione parco di Sannicandro Garganico, ha identificato
e denunciato due persone, mentre cacciavano nella riserva naturale statale del
lago di Lesina, all’interno del parco nazionale del Gargano.
IL CONFRONTO. Le
indagini hanno preso avvio dalla elaborazione e dall’ingrandimento di alcune
foto – inviate da un cittadino attraverso WhatsApp – che hanno permesso di
evidenziare i volti dei due cacciatori e il loro successivo riconoscimento sia
da parte di persone del luogo appositamente interpellate, sia attraverso il
confronto con le schede anagrafiche depositate presso il Comune e le immagini
reperite sui rispettivi profili di Facebook.
Anche la comparazione dell’arma ritratta nelle immagini, peraltro sprovvista
del prescritto riduttore, verificata in sede di sopralluogo nell’abitazione di
uno dei due, ha permesso di accertare inequivocabilmente la veridicità
dell’episodio illecito contestato.
IL SENSO CIVICO. La riserva di Lesina, tra
le poche zone umide ancora preservate, è luogo privilegiato di sosta e di
svernamento per un gran numero di specie di uccelli acquatici per le sue
peculiari caratteristiche ecologiche. Per questo il livello della sorveglianza
dell’area rimane elevato. Il senso civico dei cittadini – evidenziano dal
Comando - offre poi una marcia in più nella specifica attività.
Miserabili bastardi , finiscano in galera subito !!!
Regolamento
Come partecipare alla discussione
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.