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Don Uva, la sede di Foggia fa gola a tanti: “E’ sfida tra big, da Salatto e Telesforo ad Angelucci e De Benedetti”

Parla l’Usppi Puglia, attraverso il segretario generale Nicola Brescia

Nelle prossime ore il commissario straordinario Bartolo Cozzoli, si prepara a lanciare i bandi per la vendita a «spezzatino» (cioè singolarmente per le varie sedi) delle cliniche di Bisceglie, Foggia e Potenza del Don Uva. Ad annunciarlo è il segretario generale dell’Usppi (Unione sindacati professionisti pubblico privato impiego), Nicola Brescia.

“ALZARE LE TARIFFE”. Ma prima di procedere alla fase centrale del piano di risanamento dell’ente ecclesiastico, gravato da quasi 500 milioni di debiti, il «Don Uva» vuol strappare alla Regione Puglia un incremento delle tariffe che renderebbe molto più appetibile l’acquisto da parte dei privati. Ed è per questo che l’Usppi Puglia ha scritto al governatore Michele Emiliano per chiedere un incontro urgente, con la Task force regionale. La questione riguarda appunto le tariffe per i pazienti ortofrenici: la Basilicata ha infatti già concesso al «Don Uva» un aumento della retta giornaliera a 124 euro, contro i 103 riconosciuti dalla Puglia. Un incremento del 20% per i lucani (230 pazienti ortofrenici) ma ben più pesante per la Puglia, dove i ricoverati ex psichiatrici sono 560 a Bisceglie e 250 a Foggia: “In totale, secondo i calcoli della Regione, significherebbe tirare fuori altri 2 milioni di euro all’anno”, tuona Nicola Preziosa segretario provinciale Usppi.

I BIG DEL SETTORE A FOGGIA. In particolare per le strutture foggiane della Divina Provvidenza – rivelano dall’Usppi Puglia - sembra essersi innescata una gara tra big del settore. Oltre agli ex psichiatrici, l’istituto ha 50 posti letto di riabilitazione intensiva, 60 per l’alzheimer e 240 di Rsa (per metà convenzionati con la Asl di Foggia), oltre a un hospice oncologico (in convenzione) e al presidio di riabilitazione «Santa Maria». Un pacchetto – evidenziano dall’Usppi - che fa gola a imprenditori locali (si parla di Salatto e Telesforo) ma anche a operatori nazionali come Angelucci e De Benedetti. Sullo sfondo resta però il problema occupazionale, che secondo il sindacato, “è una bomba a orologeria”. Il tavolo ministeriale di fine luglio si è chiuso con l’annuncio di 110 esuberi (da gestire con la Cig in deroga) e di tagli alle voci accessorie della retribuzione. “Anche questa – conclude Brescia - è una partita che passa per la Regione, per evitare altri dolorosi licenziamenti”.

di Redazione 


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