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"Don Antonio Silvestri è Santo. Il processo di canonizzazione va riaperto"

Domenico D’Ambrosio ricorda il sacerdote foggiano che aiutava i poveri

«A fronte della Santità di vita di don Antonio Silvestri, come non sentire il desiderio che la Chiesa possa proporre all’interno della sua comunità ecclesiale la sua Santità. Desiderio di tanti di voi ed il mio. Ma per riaprire il processo di canonizzazione dell’umile sacerdote foggiano serve l’impegno di tutti». Monsignor Domenico D’Ambrosio, vescovo emerito che per tre anni e mezzo ha guidato la diocesi di Foggia-Bovino, non lo dice apertamente ma per lui non ci sono dubbi: don Antonio Silvestri è già Santo. Lo ha ricordato questa mattina, nella chiesa di Sant’Eligio, in occasione del Decimo Memoriale per ricordare, diffondere e condividere le opere, le virtù, ed i “miracoli” «del Figlio di Foggia, figlio della chiesa ed eroe della carità», che trova annualmente il suo momento culminante nel triduo, che si svolge per celebrare il giorno della nascita del sacerdote, che vide la luce il 17 gennaio del 1773. 

SANTO PER IL POPOLO, NON PER LA CHIESA. Per questo, il vescovo D’Ambrosio - invitato a celebrare la santa messa dal Comitato per la beatificazione del Servo di Dio don Antonio Silvestri e dalla Confraternita Sant'Eligio di Foggia – esorta la comunità foggiana «ad impegnarsi affinché il Servo di Dio possa assurgere alla gloria dell’Altare». E nel corso della sua omelia cita episodi, situazioni, documenti che attestano come don Antonio Silvestri, pur operando in un contesto storico, economico e religioso assai difficile, dominato dalle conseguenze della rivoluzione Francese e dalle disposizioni Murattiane contro la Chiesa abbia «abbattuto delle staccionate», diventando «un figlio di Foggia, figlio della Chiesa ed eroe della carità, sintesi perfetta di questa importante figura». Ma nonostante tutto, don Antonio Silvestri è Santo per il popolo, per i fedeli, per la gente comune, ma non per la Chiesa. Almeno per il momento. «Nei tre anni e mezzo che ho vissuto alla guida della diocesi di Foggia-Bovino – rileva monsignor D’Ambrosio - ricordo la bellezza e la santità di un sacerdote umile e nascosto ma che il Signore ha reso come esempio del suo amore per gli uomini, soprattutto per i più umili». 

L’APPELLO DI MONSIGNOR D’AMBROSIO. D’Ambrosio, dunque, elenca le opere terrene compiute da don Antonio Silvestri, di come si sia «messo alla ricerca del bello, degli altri, di poveri, carcerati, condannati a morte, donne schiavizzate per metterle al piacere degli uomini». Eppure, non tutti conoscono questa importante figura caritatevole vissuta nella città di Foggia e soprattutto il processo di canonizzazione è fermo al 1893. Di conseguenza, monsignor D’Ambrosio rilancia la necessità di fare qualcosa, di riprendere un filo spezzato proprio quando lui era alla guida della Diocesi e studiava tutte le carte ed i documenti a disposizione sulla vita del sacerdote. «Dopo aver conosciuto la storia di don Antonio Silvestri mi ripromisi di riprendere il processo di canonizzazione interrotto nel 189 per la morte del postulatore del tempo. Così chiesi ai sacerdoti della Diocesi di attivarsi in tal senso e 39 di loro mi scrissero una lettera per chiedere la riapertura del processo. Ma dopo pochi giorni fui trasferito da Foggia». Ed oggi che è diventato vescovo emerito, o più precisamente che è in pensione, D’Ambrosio fa capire che intende dedicare parte del suo tempo per riprendere quel filo spezzato diciotto anni fa. 

LE TARGHE RICORDO. Non è un caso, se al termine della celebrazione, si è svolta la cerimonia di consegna delle “targhe ricordo” a quanti si sono spesi per ricordare la figura del sacerdote dei poveri. Tra questi, appunto, anche l'arcivescovo emerito Domenico D'Ambrosio «per aver riproposto alla città e alla chiesa la straordinaria storia di uno dei più eccellenti figli di Foggia» è scritto nella motivazione. La “targa ricordo” è stata consegnata anche nelle mani della moglie del confratello Savino Russo, prematuramente scomparso qualche anno fa, «nel ricordo più caro di te che ci hai coinvolti in questa straordinaria avventura» ed a Francesco Andretta, presidente emerito della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia per «la gratitudine più sincera per il prezioso contributo offerto». 

IL LIBRO. Per ricordare maggiormente la figura del sacerdote che creò anche le suore Oblate del Buon Consiglio, a fine gennaio, uscirà il libro “Don Antonio Silvestri. Il Prete dei poveri. L'elogio delle virtù' scritto da Roberto Papa e pubblicato da edizioni fogliodivia. Obiettivo della pubblicazione far conoscere, soprattutto alle nuove generazioni, la figura di don Antonio Silverstri ed il suo impegno in favore delle persone più bisognose, e per riaccendere e sostenere il processo di canonizzazione di don Antonio Silvestri interrotto oramai da tantissimi anni. Perché don Antonio Silvestri era il prete degli invisibili, degli emarginati, di chi viveva in sofferenza. Vecchiette abbandonate, infermi, poveri, derelitti, prostitute. 
L'AUTORE. Emiliano Moccia

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