Lavoro nero, un'azienda agricola su due è irregolare: maxi sanzioni in provincia di Foggia
Una azienda agricola su due è irregolare. E non è l’unico allarmante dato che emerge dai controlli operati dai Carabinieri in provincia di Foggia per contrastare l’utilizzo di manodopera irregolare e/o in nero e combattere lo sfruttamento di lavoratori e il caporalato.
I DATI. Nell’ambito di specifici servizi sono state controllate 61 aziende agricole di cui 32 sono risultate irregolari. Sono stati identificati 430 lavoratori agricoli di cui 71 sono risultati irregolari e 64 occupati in “nero”. Sono stati adottati, per 6 aziende agricole, provvedimenti di sospensione della attività imprenditoriale, in quanto è stato accertato l’impiego di personale non risultante dalle scritture obbligatorie in misura pari o superiore al 20% del totale dei lavoratori regolarmente occupati. Sono state inoltre accertate violazioni amministrative in materia di lavoro e “maxi sanzioni” per lavoro nero pari a oltre 300mila euro ed è stato, infine, deferito all’Autorità Giudiziaria un imprenditore agricolo, poiché non forniva dei necessari idonei dispositivi di protezione atti a prevenire infortuni sul lavoro il personale occupato.
ANCORA CONTROLLI. L’attività di contrasto al lavoro “nero” è stata svolta nelle prime ore del mattino, con l’individuazione dei siti dove era in atto la raccolta di prodotti agricoli. L’operazione è l’esito di una costante collaborazione tra la Direzione Territoriale del Lavoro e i Carabinieri del Comando Provinciale e del NIL di Foggia e questa attività ispettiva proseguirà per tutta la stagione di raccolta dei frutti della terra in Capitanata.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.