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Foggia: i bombardamenti del 28 maggio 1943, "l'inizio della fine"

Il nuovo racconto di Salvatore Aiezza

La rubrica di questa settimana non puo’ che essere dedicata a un momento della storia della nostra città, ancora vivo in quegli anziani che sono sopravvissuti alla tragedia dei bombardamenti del 1943 e che così duramente provarono la nostra città. Siamo infatti al 28 maggio che, quest’anno segna il 75^ anniversario dell’estate del 1943, quando Foggia fu disastrosamente bombardata dagli alleati anglo/americani, procurando migliaia di vittime (il numero si stima in circa 20.000) e la distruzione del 70% della città. Il 28 maggio, come potrete leggere più dettagliatamente nella rubrica, segnò dunque l’inizio della fine per Foggia. I bombardamenti si protrassero poi, con sempre più intensità e per numero di incursioni, sino al 18 settembre del 1943 (ben dopo l’armistizio dell’8 settembre) e lasciarono dietro di loro, oltre le vittime e la distruzione, migliaia di persone che dovettero abbandonare la Città, dando luogo a quello che io definisco il fenomeno più doloroso per tante persone già provate da sofferenze e privazioni: quello dello “sfollamento”. Ma di questo parleremo una prossima puntata, ci soffermiamo, oggi, per dare il giusto contributo, a quello che fu il 28 maggio del 1943. Buona lettura.

LA LETTERA. "... Dalla prima incursione aerea, che si ebbe il 28 maggio u.sc., fino alla più recente che si ebbe il 25 agosto, sulla città di Foggia si sono susseguiti ben otto bombardamenti, con un progressivo crescendo di intensità, che è culminato nella devastazione operata con gli ultimi tre. Le prime incursioni furono realmente dirette ad obiettivi militari; il 28, il 30 e 31 maggio furono distrutti l'aeroporto e la stazione ferroviaria, con un complesso di un paio di centinaia di morti e tre o quattrocento feriti…”. Con queste parole si apre l’accorata missiva che, all’indomani della tragedia dell’estate del 43^, Monsignor Fortunato Maria Farina Vescovo di Troia e Foggia, scrisse al Santo Padre, Pio XII, per metterlo a parte del dramma, fisico, morale e materiale che aveva colpito la città di Foggia durante i quattro mesi: da maggio a settembre, nei quali era stata “ostaggio” dei bombardamenti degli alleati. Bombe che cominciarono a cadere sulla città proprio nella mattinata del 28 maggio 1943 quando, sin dalle ore 9.00, le sirene degli allarmi che preannunciavano l’arrivo dei bombardieri, quella volta annunciavano un attacco vero; non era solo una delle solite esercitazioni per la popolazione civile che, peraltro, nemmeno più vi partecipava sempre, avendo oramai creduto che la guerra avesse risparmiato la nostra città e stesse oramai per finire, come facevano pensare la propaganda alleata e gli eventi che si susseguivano. Già da alcuni mesi gli aerei da ricognizione anglo americani avevano “puntato” le loro attenzioni e i loro congegni cine/fotografici sulla nostra città: in particolare sugli aeroporti (circa una trentina), il nodo ferroviario, punto nevralgico per il traffico terrestre dei vagoni contenente armamento militare e gli spostamenti delle truppe; lo stabilimento di armi chimiche. 

LE BOMBE. Il 28 maggio cominciarono invece a cadere le prime bombe. Quelle vere, che non lasciavano scampo. E infatti i 18 Liberator B24D del 343° Squadrone del 98° Gruppo Bombardieri Pesanti USA scaricarono il loro micidiale carico sull’aeroporto Gino Lisa, distruggendo a terra diversi aerei tedeschi e italiani, sulla stazione, su altre strutture militari ma anche nell’immediata periferia della città, procurando le prime vittime: circa trecento quasi tutti militari; oltre a diversi feriti, tra i quali alcuni civili. L’inizio della fine. Da quel giorno, sino a ben dopo l’8 settembre, bombardamenti, mitragliamenti, incendi, si susseguiranno quasi incessantemente, sino a lasciare sul terreno, a guerra finita, migliaia di morti (20.000: di meno, di più…nessuno potrà mai dirlo con certezza!), invalidi, e distruzione ovunque. Negli ultimi anni, anche grazie a una rinnovata coscienza civica e interesse per la storia recente della Città, che anima la nostra popolazione, le istituzioni sono più attente a organizzare le manifestazioni ufficiali che celebrano questo anniversario. Probabilmente i foggiani, specie quelli più anziani, si aspettavano che, dalle pubbliche istituzioni, venisse fatto qualcosa di più di ciò che è stato, specie se guardiamo tante altre realtà sparse in Italia, che hanno dedicato piazze, musei, monumenti ad eventi di portata molto più limitata di quelli che hanno colpito la nostra città. Ma grazie all’impegno dei comitati, in particolare quello per la realizzazione del monumento alle vittime dei bombardamenti al quale mi onoro di farne parte, di associazioni e istituzioni private, composte da volenterosi cittadini che vogliono bene a Foggia e alla sua storia vi sono stati molti momenti dedicati alla celebrazione del 28 Maggio. 

LE SCUOLE. La grande partecipazione delle scuole è stata forse il risultato più importante. La risposta in termini di interesse verso le storie, gli oggetti dell’epoca e i documenti che vengono esposti nelle varie scuole durante gli interventi dei vari relatori, seguiti e partecipati attivamente dagli studenti e dai loro insegnanti e professori, è davvero al di sopra delle aspettative. In tale contesto si deve annotare come, spesso, molti giovani studenti fossero completamente all’oscuro di quanto accaduto o avessero una visione parziale e distorta di quegli argomenti. 
(Salvatore Aiezza)

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di Redazione 


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