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Fratelli innocenti uccisi a San Marco, il dramma della famiglia: "La loro colpa? Andare a lavorare"

Il lungo applauso di centinaia di persone ha accompagnato Luigi e Aurelio Luciani, i due contadini uccisi, perché testimoni scomodi o per uno scambio di persona, nella mattanza in cui sono stati assassinati anche il pregiudicato Mario Luciano Romito e suo cognato Matteo De Palma.

IL DRAMMA. "Sono morti da innocenti, non si può morire così. La sola colpa di mio marito è stata quella di andare a lavorare e di spaccarsi la schiena tutte le mattine". Queste le parole di Anna, la vedova di Luigi Luciani. professoressa in una scuola media del paese, che ha commosso tutti: "La settimana scorsa io e Luigi stavano organizzando la festa per il primo compleanno di nostro figlio: oggi, invece, mi ritrovo a dover scegliere la bara per mio marito. Non si può morire da innocenti, non si può morire così. Come faccio a spiegare ai miei figli quanto accaduto al loro papino? Un'intera famiglia è distrutta. Mia cognata è distrutta. Ad ottobre darà alla luce la bambina che non conoscerà mai il padre". 

GLI ALTRI FUNERALI. In mattinata, in forma strettamente privata per il divieto di funerali pubblici imposto dal questore di Foggia, Mario Della Cioppa, si è svolto il rito funebre per Romito e De Palma.

L'AUTOPSIA. I fratelli Luigi e Aurelio - è emerso dalle autopsie - sono stati ammazzati dai killer con colpi sparati con il fucile d'assalto AK 47 Kalashnikov: Aurelio Luciani che aveva tentato di fuggire uscendo dall'auto, è stato raggiunto da due colpi al fianco e uno al gluteo; il fratello Luigi è stato ucciso con due colpi alla testa e uno alla nuca.

di Redazione 


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