Chiede la parola d'ordine ma al posto dei clienti trova i carabinieri: arrestato per spaccio di droga
Aveva dotato la propria abitazione anche di un impianto di videosorveglianza di ultima generazione, per monitorare eventuali controlli delle Forze di Polizia. E chiedeva una parola in codice ai clienti che lì si recavano per acquistare la droga. Tutti gli accorgimenti adottati non hanno però consentito a un 27enne, incensurato, di sfuggire ai Carabinieri della Compagnia di Lucera, che lo hanno tratto in arresto nella serata di sabato scorso per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti.
I CONTROLLI. Gli uomini dell’Arma, venuti a conoscenza del fitto viavai dall’abitazione dell’uomo, hanno deciso di effettuare dei servizi di osservazione, notando effettivamente un intenso movimento di giovani che, una volta entrati nello stabile, si allontanavano repentinamente con fare guardingo. Due ragazzi sono stati così fermati e sottoposti a controllo e ben presto sono giunte le conferme ai sospetti dei militari: entrambi, infatti, sono stati trovati in possesso di alcuni frammenti di hashish e per loro è scattata immediatamente la segnalazione alla Prefettura di Foggia.
LA PAROLA D’ORDINE. I Carabinieri, scoperta pure l’esistenza di un impianto di videosorveglianza e di una sorta di parola d’ordine, si sono presentati in abiti civili presso l’abitazione del 27enne che, sicuro di trovarsi di fronte gli ennesimi clienti e alla possibilità di incrementare il proprio giro di affari, ha aperto loro la porta senza alcuna remora, salvo poi scoprire l’amara sorpresa: i militari, una volta all’interno della casa, hanno subito svolto un’accurata perquisizione. Il 27enne è stato così trovato in possesso di 15 dosi di stupefacente del tipo cocaina e hashish, pronte per essere vendute, nonché tutta la strumentazione per il relativo confezionamento.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.