Operazione "Quartiere": centrale dello spaccio smobilitata a San Severo, avevano 'clienti' anche da fuori regione
Arresti nella zona San Berardino
Nelle
prime ore di oggi i Carabinieri della Compagnia di San Giovanni Rotondo hanno
dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale
di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di Tafil
Lecini, 43 anni, Luigi De Cesare, 40 anni e Giovanni Fattibene, 38 anni,
ritenuti responsabili di detenzione ai
fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Un quarto uomo è ricercato.
LE
INDAGINI. L'indagine era iniziata a seguito del suicidio di un trentaquattrenne
di San Marco in Lamis, scomparso il 29 dicembre del 2015 e ritrovato impiccato
una ventina di giorni più tardi. Gli accertamenti avevano consentito di
appurare che negli ultimi attimi di vita il giovane, che aveva una dipendenza
dall'eroina, aveva tentato di contattare uno degli arrestati, in particolare Fattibene,
che probabilmente gli aveva ceduto l’ultima dose. Lo “spunto” investigativo ha
così consentito ai militari di acquisire chiari e inequivocabili elementi di responsabilità
a carico degli arrestati, ottenuti grazie a numerosi servizi di osservazione,
controllo e pedinamento, con la difficoltà – spiegano gli inquirenti - di dover
operare nel “quartiere San Berardino”, principale piazza di spaccio della città
di San Severo, punto di riferimento anche per le regioni circostanti, dove
numerose vedette segnalano la presenza di appartenenti alle Forze di polizia, rendendo
ancor più difficili le operazioni degli investigatori.
IL LINGUAGGIO. A
complicare ulteriormente l'attività vi è stata poi l'estrema prudenza, frutto
dell'esperienza criminale maturata nel tempo da tutti gli indagati, che, oltre
a utilizzare nelle loro conversazioni un linguaggio criptico e codificato,
imponevano la stessa prudenza anche ai loro clienti. Significativi il modo che
questi ultimi dovevano rispettare nei contatti telefonici, rammentando al
pusher il colore delle proprie auto e proponendosi per prendere un caffè
insieme, o allertandolo nel caso di movimenti "sospetti", che
potessero far pensare alla presenza dei Carabinieri, oltre al continuo cambio
dei luoghi dove avvenivano gli incontri, pur rimanendo sempre il "quartiere"
il cuore di ogni attività.
I SEQUESTRI. Nel corso delle indagini i militari, con
l’ausilio di unità cinofile del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno, avevano
rinvenuto, occultati all’interno di una cisterna interrata nella proprietà di
due congiunti, 15 involucri termo-sigillati, contenenti circa otto chili di
eroina - dai quali, stando alle tabelle ministeriali, sarebbe stato possibile
ricavare 15.750 dosi -, circa un chilo di cocaina, dai quali sarebbe invece
stato possibile ricavare 5.171 dosi, nonché 90 grammi di marijuana,
pari a 89 dosi. Il valore economico al dettaglio delle sostanze stupefacenti
sarebbe stato complessivamente di circa 650.000 euro. Nell’ambito della
medesima attività era stato sequestrato anche tutto il necessario per la
realizzazione dei cosiddetti “panetti”, ovvero una pressa idraulica di grosse
dimensioni, alcuni bilancini di precisione e buste per il confezionamento, e contante
per circa 2.300 euro, probabile provento dell’attività illecita.
LA PISTOLA. L’operazione
odierna, eseguita con l’ausilio di 60 Carabinieri di tutto il Comando
Provinciale di Foggia, ha inoltre consentito di trarre in arresto in flagranza
di reato una persona e di sottoporre a sequestro una pistola Glock cal. 9x21,
con un colpo già camerato, e quindi pronta all'uso, con matricola abrasa,
completa di tre serbatoi contenenti in totale 40 cartucce, più altre conservate
a parte, e venti grammi di cocaina. Gli arrestati sono ritenuti tra i
principali responsabili del mercato degli stupefacenti della città di San
Severo anche per la qualità della sostanza.
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