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Puzza a Foggia, la Provincia diffida Bio Ecoagrim. E l’Arpa ci ripensa: “Su odori nauseabondi contributo sostanziale dell'azienda lucerina”

Torna la puzza a Foggia, tornano le polemiche. Stavolta, però, potrebbe non esserci il solito balletto delle responsabilità visto che non è stato necessario attendere l’estate per avere qualche provvedimento. La Provincia  di Foggia ha infatti diffidato la Bio Ecoagrim a conformarsi a una serie di prescrizioni in merito a controlli e rintracciabilità, alle quali l’azienda lucerina è finora venuta meno. In una articolata raccomandata inviata una decina di giorni fa, infatti, la Provincia di Foggia illustra tutti i parametri (non entreremo nello specifico perché la questione è particolarmente tecnica) non rispettati dalla Bio Ecogrim, “diffidata” a mettersi in regola entro trenta giorni, ovvero entro metà giugno.

LA PERICOLOSITÀ TOSSICA. Ma non è tutto, perché – allegando una nuova relazione dell’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, dello scorso dicembre – la Provincia anticipa all’azienda lucerina che “questo ufficio intende promuovere, nel breve, le condizioni per attivare un piano di monitoraggio secondo le linee tracciate nella conferenza di servizio del 30/7/2014 e gli appunti formulati dalla stessa Arpa con nota 2656 del 16/1/2014, comprensivo delle analisi dell’eventuale pericolosità tossica delle sostanze liberate”.

“FORTI CRITICITÀ”. E a proposito di Arpa, i controlli di ottobre 2014 non prospettano nulla di buono per la Bio Ecoagrim: “Lo stabilimento – scrive l’agenzia nella relazione successiva al doppio sopralluogo - presenta forti criticità nella gestione delle proprie emissioni odorigene, legate sia al cattivo funzionamento degli impianti di abbattimento, assolutamente inadatti a contenere le concentrazioni in uscita entro i valori indicati dai diversi documenti nazionali di riferimento, sia alla gestione del ciclo produttivo, con lo stoccaggio all’aperto di materiali in lavorazione dall’elevato potere osmogeno, circostanze già segnalate da questa agenzia nella relazione del 30 settembre 2013”.

LA PUZZA A FOGGIA. Complici anche una serie di limitazioni nel controllo operato, nella relazione del 2013 l’Arpa aveva ritenuto che l’impatto odorigeno dell’impianto non fosse sufficientemente elevato da giustificare – da solo – “le svariate segnalazioni pervenute alla scrivente agenzia, riguardanti eventi di diffusione di odori nauseabondi a Foggia (mentre appariva già, tale da giustificare la produzione di fenomeni di disagio olfattivo nella città di Lucera)". Con questo nuovo sopralluogo, l’Arpa cambia idea. E lo scrive nero su bianco: “Le simulazioni di ricaduta al suolo delle emissioni odorigene hanno portato alla luce il contributo sostanziale dello stabilimento Bioecoagrim alla formazione dei livelli di odore al suolo nell’abitato di Lucera, portando alla luce anche il nesso causa-effetto tra le emissioni odorigene dello stabilimento e le segnalazioni di molestie olfattive, giunte dai residenti del comune di Foggia”. La puzza a Lucera e Foggia, dunque, per l’Arpa ha un denominatore comune. E non sono bastate evidentemente le controdeduzioni presentate a fine marzo dall'azienda lucerina: ora ci sono una quindicina di giorni per conformarsi a quanto prescritto dalla Provincia

di Redazione 


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