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La movida del passato: quando a Foggia i giovani se la facevano ai 'giardinetti' LA RUBRICA

I racconti a cura di Salvatore Aiezza

Eccoci a un nuovo capitolo della nostra passeggiata tra ricordi, storia e tradizioni sul recente passato della nostra città. Tanti ragazzi delle nuove generazioni si saranno spesso posti la domanda: “Ma i nostri genitori o fratelli più grandi, come passavano le serate, specie nei giorni festivi, quando non esisteva la “movida?” Se ne stavano rintanati, in casa, e facevano vita monacale? Andavano, forse, di trantto in tanto al cinematografo?? Ebbene no. Leggendo il brano che segue sarete smentiti su tutta la linea e vedrete come, con davvero poco, si passavano magnifiche serate: con il caldo, la neve o il gelo, in uno dei luoghi ancora oggi più belli di Foggia. Un luogo dove regnava sovrana, e sopra ogni cosa, lo spirito dell’amicizia; dello stare insieme per puro piacere, a volte solo per parlare, anche di fatti e fatterelli: Altri tempi… Buona Lettura da Salvatore Aiezza. 

PIAZZA ITALIA, OVVERO: “I GIARDINETTI” IL LUOGO DELLA “MOVIDA” DEI GIOVANI NEGLI ANNI 70. La piazzetta era ancora di là da venire. La “movida” intesa come quella che vivono oggi i nostri ragazzi non esisteva. Tanti ragazzi, giovani, a volte appena adolescenti, in giro fino alle ore piccole, potevamo solo sognarlo. Anche noi, durante l’anno uscivamo , la sera, magari dopo aver studiato e per distrarci un po’ , ma al massimo per un paio di ore, a volte trascorse “impalati” in quella che era la Piazza per antonomasia dei giovani: Piazza Italia, Alias “I giardinetti”, magari aspettando qualche amico che arrivasse per fare due chiacchiere o passeggiare su e giù per il perimetro della Piazza. Non esisteva il cellulare per chiamarsi: occorreva aspettare e…avere fiducia. Ma era nei giorni che precedevano le festività in genere e quelle natalizie  in particolare, che i giardinetti diventavano qualcosa di davvero indescrivibile per quanti non hanno vissuto quel periodo. In quei giorni, infatti, ci si rivedeva con gli amici di un tempo che, quasi sempre per motivi di studio  o lavoro vivevano fuori Foggia e si riformavano le comitive di sempre. I Giardinetti erano  il luogo di ritrovo abituale delle comitive  della gioventù foggiana.

I GRUPPI. E se, al sabato, ma già al venerdi, i frequentatori aumentavano considerevolmente, causa il rientro dei pendolari e di quanti erano soliti rientrare il fine settimana, era nei giorni delle festività più importanti e in quelle che precedevano l ’esodo estivo che davvero il quadrilatero che racchiudeva la Piazza diventava una vera e propria bolgia umana e di auto e moto. E non c’era tempo che potesse fermarci. Che fosse estate o inverno, dal tardo pomeriggio in poi quello era il posto dei giovani. E non bastavano i marciapiedi del ,anche la strada veniva “occupata”. Una particolarità tutta foggiana dei nostri “giardinetti” erano le comitive. Un insieme di persone più o meno accomunate da rapporti amichevoli, di scuola e relazioni sociali comuni, tali da rappresentare una specie di tanti circoli. In ciascun grupp, poi, vi era qualcuno dotato di spiccate capacità relazionali , che veniva incaricato ad organizzare le serate con gli altri gruppi. Le comitive raramente erano “aperte” agli estranei, il più delle volte costituivano gruppi chiusi, nei quali era difficile entrare se non si avevano buone conoscenze al suo interno ( una specie di raccomandazione ..), anche perché si temeva che ci fosse qualche pretendente ad una delle ragazze che già facevano parte della nostra comitiva, e tenete conto che all’epoca le ragazze che uscivano e potevano trattenersi anche sino ad ora ( relativamente) tardi erano davvero poche , sicchè ogni comitiva faceva di tutto per tenersele strette: nascevano così, all’ interno delle stesse, molte coppie che si fidanzavano in età giardinettistica e spesso proseguivano il loro rapporto sino al matrimonio.

I GIARDINETTI. Molte delle coppie di odierni 50/60 enni, si sono formate all’epoca dei giardiinetti. L’altra particolarità dei giardinetti era che le comitive non si disponevano a caso, ma occupavano posti ben individuati e delimitati. Costituivano delle vere e proprie caste. Così: I più “snob”: i liceali, gli studenti universitari fuori sede e i “figli di papà” frequentavano il lato di fronte al palazzo degli studi, la cui scalinata era, invece, occupata dai giovani “trasgressivi” di allora: Gli estremisti. I punk. icasulas.il marciapiede posto di fronte al palazzo con le colonne era a sua volta così suddiviso: l’angolo verso Corso Roma era frequentato, dai giovani del ceto medio, medio/alto di Foggia; il restante dai ragazzi che provenivano dai quartieri periferici. In genere arrivavano con le circolari che ne scaricavano a decine per volta. Era il lato che si aveva, da parte di molti, più timore a frequentare ( a dire il vero molto infondato) per paura di qualche bulletto che magari sfottesse la nostra ragazza ( ed era il massimo che potesse capitare!). Gli altri due lati della Piazza erano destinati al passeggio, al “movimento”! con le ragazze; agli imboscamenti, dove era più buio. Anche le automobili e le motoriempivano le strade adiacenti i giardini ed avevano un ruolo ben preciso.

LE AUTO. Sulle auto si potrebbe raccontare un’altra storia. Quì mi piace solo ricordare come, avere una bella macchina, o moto, all’epoca, e mostrarla a tutti davanti ai giardinetti era segno inequivocabile di benessere e dava molti “punti!”: vale a dire la possibilità di “acciuffare” più facilmente la ragazza desiderata. Molti giovanotti erano invece costretti a prendere l’auto del papà, non disponendone di una propria, ma siccome ai giardinetti, in virtù dell’appartenenza alle comitive, come ho già detto, si sapeva tutto di tutti, il fatto che l’auto non fosse la propria ma del genitore, non aveva la stessa valenza “positiva!” agli occhi delle femminucce! Allo stesso modo, se l’auto era bella, potente e importante ( ricordo le prime golf e le quasi dimenticate Ritmo cabriolet, o le BMW serie 16) veniva senza dubbio lasciata sulla strada che divideva il liceo da Piazza Italia; se, diversamente, non era decisamente auto da mostrare solennemente, si preferiva posteggiarla verso lo stabile della ex scuola Carducci, su Via Volta. Inutile dire che erano decine e decine le auto e i motorini posteggiati a spina di pesce tra strada e marciapiede, in particolare il lato prospiciente il “Palazzo delle Statue” sino a Via IV Novembre.

AUTORADIO. Un problema per quel tempo , connesso all’autovettura, era l’autoradio… Non esistevano i frontalini come oggi. Bisognava portarsi dietro la radio o, come facevano i più“grezzotti!” ( termine in voga a quel tempo, per indicare una persona dai modi di fare poco fini, volgari e rozzi) gli stereo sette e, qualche anno prima, addirittura gli stereo otto! ( dei cassettoni dove si inserivano le cassette tipo quelle del videoregistratore di una volta). La cosa a volte era impicciosa perché non permetteva di muoversi con facilità. Qualcuno che aveva la fortuna di avere in comitiva la sorella, la destinava a “deposito” dell’autoradio! Le lunghe serate trascorse ai giardinetti culminavano, dopo innumerevoli trattative, con la decisione, ma solo il sabato e i festivi, di andare in qualche locale che allora andava di moda a Foggia: pochi e sempre pieni, tra di essi ricordo: Il Grottino, il London Pub, dove si mangiavano i primi panini imbottitissimi e caldi, o la pizzea al metro dalla San Giorgio . A volte si andava anche al cinema ma non era cosa gradita da tutti ( tranne che dalle immancabili “ragazze secchione” della comitiva che avevano già gli occhialoni spessi tre centimetri ( a vent’anni) e preferivano il cinema alle altre “amenità!” . Sotto le feste di Natale si era, invece, soliti recarsi ogni sera a casa di qualcuno della comitiva ( a giro) per giocare a carte , tombola e mangiare qualcosa…al calduccio. Devo, a questo punto, rendere un dovuto e amorevole ringraziamento ai nostri genitori che hanno contribuito, in modo determinante, negli anni che stiamo quì rivivendo, a farci amare questi luoghi. Infatti Piazza Italia negli anni sino agli inizi del 90 non era frequentata solo da noi giovani, anzi, per un certo periodo degli anni 60/70 era frequentata da tantissime famiglie. Per lo più si trattava di mamme che, a sera, da maggio a settembre, quando faceva molto caldo, con il seguito dei loro figli, piccoli e meno; carrozzine, biciclette e palloni, trascorrevano il tempo sedute alle panche della Piazza, conversando con le altre mamme mentre i ragazzi giocavano a pallone, a nascondino o correvano con le bici.

IL CIBO. Era d’obbligo, prima di far ritorno a casa, aver acquistare un fumante, croccante e dorato panzerotto,dove c’era il famoso “Panzarotto d’Oro”. Panzerotti così buoni non ne sono più usciti a Foggia; i più golosi andavano al vicino Bar Catalano, all’angolo Corso Roma/Via Bari per mangiare uno degli ottimi dolci, oppure al vicino Sottozero di Via Cirillo per un ottimo gelato. Purtroppo, tra tante cose belle, devo, ad onor del vero, ricordare anche talune giornate non proprio piacevoli: Nel periodo degli anni nei quali imperversava, purtroppo, il terrorismo e forti erano gli scontri tra opposte fazioni politiche , anche Foggia non ne rimase immune e, di tanto in tanto, la “celere”, allora di stanza proprio nella caserma Miale che si trovava nella stessa Piazza Italia, doveva “caricare” qualche gruppo di esagitati che stazionava, di solito, nell’angolo rientrante tra il Liceo e Corso Roma, contiguo al Magistrale Poerio, ove ancora oggi forse si possono leggere alcune scritte dell’epoca, ed allora era un fuggi fuggi generale anche se, fortunatamente, non accadeva mai nulla poiché i manifestanti, per lo più ragazzotti, si disperdevano alla sola vista della Polizia che, allora, incuteva timore solo a pronunciarne il nome. Alla fine di questi brevi ricordi, voglio anticipare qualcosa che dirò in una prossima rubrica. Riguarda una delle tradizioni e dei momenti più belli, in assoluto, che si vivevano in Piazza Italia quando, per uno o due giorni, durante il periodo di natale, si trasformava in una vera e propria bolgia di giovani, nonché di luci e colori, in un’atmosfera di festa davvero indimenticabile, per l’arrivo di quella che era la festa più attesa da tutti gli studenti ( ma nonsolo devo dire,) foggiani: La Festa della Matricola…
(a cura di Salvatore Aiezza)

di Redazione 


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 COMMENTI
  • Marisa

    13/10/2020 ore 15:41:00

    Grazie di cuore per questo articolo davvero delizioso. Scritto con uno stile semplice e realistico, a volte ironico e divertente! Mi ha riportata indietro di 40 anni...m che beivtempi!!!????
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