"Tuzza l'ove": l'antico gioco dei foggiani per procurarsi le uova per Pasqua

Azioni e tradizioni di Pino Donatacci

LA SIMBOLOGIA DELL'UOVO. Una semplice ricerca basta a comprendere la presenza dell’uovo nel periodo pasquale: esso rappresenta la primavera che si appresta a venire, per via del fatto che in questo periodo gli uccelli preparano il loro nido; è simbolo di rinascita poiché da esso in antichità tutto sembrava nascere, si pensi all’uovo cosmico, simbolo di vita nascente; l’uovo è simbolo di ritorno alla vita perché le cosmogonie pagane ritenevano il cielo e la terra due metà dello stesso uovo, etc.

ALLA RICERCA DELLE UOVA. Le uova anticamente non erano reperibili in gran quantità poiché non esistevano ancora allevamenti in batterie. Questo fatto faceva sì che l’uovo fosse considerato come un alimento raro e costoso. In alcuni paesi della Capitanata (Monteleone di Puglia e Casalvecchio di Puglia) le uova si recuperavano attraverso la Pasquarella, una specie di questua delle uova che si fa ancora oggi girando di casa in casa, cantando canzoni propiziatorie ai padroni di casa i quali ricambiano l’onore della visita ricevuta consegnando delle uova fresche e vino. A Foggia si usava fare incetta di uova alla vigilia di Pasqua attraverso il gioco “Tuzza l’ove” che si svolgeva al mercato di via Arpi o, ancor prima, verso gli anni ’50, di fronte alla Cattedrale, tra l’ingresso della Scuola Pascoli e Piazza del lago, dove una volta si riunivano i venditori di uova fresche.

IL GIOCO "TUZZA L'OVE".  Il gioco consisteva nel tenere un uovo con la punta rivolta verso l’alto, mentre un concorrente doveva cercare di romperlo colpendolo lievemente dall’alto. Perdeva il giocatore che vedeva rompersi l’uovo in mano. Questo gioco era appannaggio di bambini ma soprattutto di adulti che sceglievano per giocare l’uovo più appuntito e, per verificare la consistenza, lo passavano sotto i denti. Va da sé che il vincitore delle sfide rincasava con una quantità di uova rotte che dovevano essere impiegate in poco tempo in dolci e frittate.

IL MITO DI LEDA. Se dal punto di vista funzionale l’uovo è impiegato per la sua grande disponibilità, dal punto di vista mitologico l’impiego delle uova in questo periodo si deve al mito di Leda.

Leda era la moglie di Tindaro, re di Sparta, con la quale Zeus si accoppiò dopo averla sedotta trasformandosi in un cigno. Quella stessa notte Leda giacque anche con suo marito. Da questi amplessi Leda partorì un uovo dentro il quale c’erano due gemelli: Castore e Polluce, uno di origine mortale, perché partorito da Tindaro e l’altro di natura divina perché partorito da Zeus. I due fratelli erano così legati tra loro che quando Castore morì, Polluce, che era immortale, decise di morire anch’egli. Di questo fatto rimase scosso Zeus che provvide a garantire ai due fratelli metà del tempo sull'Olimpo e metà del tempo nella loro tomba sulla terra.

Questo mito ci ricorda la natura divina e terrena dell’uomo. Castore e Polluce interpretano la bivalenza della natura umana che gli antichi raffiguravano come gemelli. Per gli antichi vi era un legame fortissimo tra il mito e l’astrologia tanto che proprio in aprile la costellazione dei Gemelli si intravede a ponente, ed è proprio nei Gemelli che il Sole raggiunge il solstizio d’estate.

 


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