Barriere architettoniche, ma parliamo anche di quelle individuali e di "condominio solidale"

dal blog "Le Città Invisibili" di Raffaele De Seneen


SIAMO IN POCHI. Ore 11 circa, a “leggere” la sala, i presenti, si percepisce che a Foggia non esiste questo problema. Siamo veramente pochi, oltre gli addetti ai lavori e i relatori. Da uno di questi viene stigmatizzato il saluto del rappresentante di turno della nostra Amministrazione civica e il suo successivo eclissarsi. Comunque la cosa interessa e approfitti per sentire di leggi in materia, regolamenti, di esperienze in altre città, di come comportarsi, a chi rivolgersi nel caso una “barriera” renda problematico il vivere di un diversamente abile.

LE BARRIERE INDIVIDUALI. Barriere architettoniche pubbliche, quelle che limitano i diritti e quindi le pari opportunità per i disabili nel contesto urbano cittadino, barriere private quando il contesto è limitato ad un aggregato di persone come può essere in condominio. Non si è parlato invece di quelle “individuali”, cioè nell’ambito della propria casa di abitazione. Per chi si occupa come Associazione di volontariato AUSER del mondo della terza età, le barriere architettoniche in casa non sono meno problematiche e secondarie delle altre, sia per la loro diffusione che per il costo di abbattimento che non ricade sulla collettività o un gruppo, ma sul singolo. Considerando inoltre, che ai diversamente abili per nascita o altre casualità, vanno aggiunti quelli che per l’avanzare dell’età perdono progressivamente capacità motorie e non solo, incontrando ostacoli in casa propria, nel proprio condominio, per le vie cittadine e per l’accesso a strutture pubbliche.

IL CONDOMINIO SOLIDALE. Ore 12,30 troppe relazioni, due interventi, avremmo voluto dire di noi-Foggia, che le leggi in materia devono prevedere e indurre anche ad un altro modo di costruire e fare case, se ce n’è bisogno, che sull’esistente bisogna impostare e spingere per una diversa cultura dell’abitare, specie nei confronti della terza età, bacino inesauribile di disabilità, a cui spesso si coniuga solitudine e scarso reddito. Di come praticare il “Condominio solidale”, il “Co-housing”, che non risolvono i problemi ma li alleviano, di come “mettere in rete” due-tre persone sole in un’unica abitazione realizzando socializzazione e mutuo-aiuto, conseguendo forti economie di spese individuali e di carattere sociale da reinvestire per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Sarà per la prossima.


 COMMENTI
  • Lello Mancini

    31/03/2015 ore 13:34:43

    Lavori bloccati per l'istallazione dell'ascensore nella scalinata del palazzo sito in via Lorenzo Scillitani n 27 da parte di una denuncia di un inquilino abitante nella stessa scalinata al primo piano dove soggiornano ben 4 disabili con patologie gravi che sono costretti a rimanere in casa .Mi chiedo anche da parte delle magistratura se ancora possibile ad assistere ancora a questi problemi
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