La birra nel bicchiere giusto: il Teku

Dal blog "Storie di Pinte"

Nell’articolo che ha inaugurato questa serie di approfondimenti sulle varie tipologie di bicchieri, ho più volte posto l’accento sull’adeguatezza del contenitore nel servizio della birra, sull’importanza di conoscere caratteristiche di un determinato stile per la successiva scelta del bicchiere appropriato. Oggi invece confuterò totalmente questo assunto parlandovi del TeKu, il famigerato ed italianissimo bicchiere universale da degustazione di birra.

BICCHIERE PASSEPARTOUT. Chiarisco subito due punti; il primo è che la progettazione di un bicchiere unico per svariate tipologie di birre voleva essere relativo alla degustazione; intesa come sessioni guidate o comunque degustazioni a tema. La praticità di avere un bicchiere che si potesse adattare ai vari stili senza doverne prevedere decine per ogni partecipante, è stata certamente la molla per avviare questo progetto. Il secondo punto è a carattere strettamente soggettivo. Per quanto possa trovare comodo un bicchiere passepartout, personalmente al pub vorrei mi fosse servita la birra nel bicchiere corretto e non nel TeKu.

LE DUE MENTI IDEATRICI. Fatte queste premesse, mi concentro sul bicchiere che prende il nome dall’unione delle due menti ideatrici; Teo Musso, istrionico birraio di Baladin e Lorenzo Dabove meglio conosciuto come Kuaska, ossia il maggiore esperto di birra che abbiamo in Italia. Strutturalmente simile ad un calice da vino, composto da uno stelo al cui culmine vi è una sorta di tulipano con una svasatura verso l’esterno abbastanza pronunciata. La forma esalta sia la formazione corretta della schiuma che la fruizione degli aromi. Al fine di renderlo universale per tutti gli stili, anche la capienza del TeKu è stata pensata in maniera approfondita, assestandosi sui 42,5 centilitri. Successivamente il progetto fu perfezionato e limato in alcuni dettagli pur presentando le stesse caratteristiche ormai conosciute in tutto il mondo. Ad oggi siamo arrivati al TeKu 3.0 e al Mini TeKu, ossia stessa struttura e forma in formato da 33 centilitri.

“L’ITALICO CONTENITORE”. Divenuto famoso in tutto il mondo, moltissimi birrifici hanno deciso di adottarlo come bicchiere con tanto di proprio marchio serigrafato. Tanto è avvenuto in Italia, tanto in Europa e persino negli Stati Uniti dove birrifici del calibro di Lost Abbey e Tree House hanno scelto l’italico contenitore per esaltare le proprie creazioni. Nella sacca del successo di un bicchiere decisamente craft oriented, si è inserita, manco a dirlo, l’industria che ha nel tempo proposto propri TeKu con tanto di marchio sulla base.
Qualcuno mi spiegherà poi quali aromi e quali sfumature si dovranno esaltare bevendo una lager industriale senza anima… In definitiva, avere un TeKu in casa è sempre comodo ma, seguite il mio umile consiglio, al pub chiedete sempre e solo la birra nel bicchiere adatto a quello stile!


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