Burattini a Foggia. Una tradizione già presente dal 1914

Riflessioni sulla manifestazione in piazza Giordano

La riuscita della manifestazione “burattini in giro per la città” che ha visto l’impegno dell’Amministrazione comunale nella persona dell’assessore Giuliani, non rappresenta per me soltanto un evento a cornice del cartellone di iniziative per dar vita all’isola pedonale voluta fortemente dal Sindaco di Foggia. La manifestazione si pone come punto fermo e quindi come appuntamento fisso anche negli anni a venire, del festival dei burattini, recuperando, consapevolmente o meno, una tradizione, quella dei burattini appunto, che ha caratterizzato l’identità dei foggiani già dal 1914.

IL TEATRO DEGLI STRAZZULLI. Si pensi che a cavallo della Prima guerra mondiale, ma forse anche prima, i foggiani, soprattutto terrazzani e crocesi amavano intrattenersi nei locali dei burattinai Maldera – Parisi per vedere “l’opere di strazzulle” ovvero dei veri spettacoli di burattini i cui personaggi incarnavano eroi come i paladini di Francia, Rinaldo e Orlando, Guerin meschino etc. In un periodo in cui ancora non esisteva la televisione ad inquinare le nostre fantasie e in cui la fabulazione e il racconto orale attirava l’attenzione dei più piccoli donando autorevolezza agli anziani raccontatori, il teatro degli strazzulli catalizzava l’attenzione di orde di giovani e adulti che convenivano per schierarsi dalla parte di un eroe o dell’altro. Testimoni ci informano che durante gli spettacoli tanta era l’immedesimazione che si rasentava la rissa tra opposte fazioni, proprio come avviene oggi in uno stadio durante una partita di calcio.

UN LAVORO "RICCO". I Maldera, originari di Napoli, fecero della loro passione un lavoro in cui si cimentava l’intera famiglia composta da 10 persone ognuna con un ruolo che andava dal sarto e confezionatore di vestiti allo scultore di teste e corpo delle marionette. “L’opere di strazzulle” come veniva appellato in dialetto il teatro dei burattini, sembra derivare il nome dal possidente del fondaco, sito di lato all’attuale teatro cittadino Umberto Giordano, oggi vico Teatro, di nome Strazzulli che successivamente cedette i locali alla famiglia Maldera, mentre altri studiosi accarezzano l’ipotesi che gli strazzulli erano gli stracci di cui erano rivestite le marionette oppure dagli strattoni che si devono alle marionette per animarle. In ogni caso sembra che l’impresa fosse ben remunerativa per i Maldera-Parisi se consideriamo che, in modo di sfottò, i clienti si rivolgevano ad Achille Maldera in questo modo: “Allàrme, allàrme, allàrme, pùpe de lègne e pùpe de stàgne e màste Achìlle se màgne a càrne!”.

IL FUTURO DELLE COMPAGNIE. Il teatro dei burattini dei Maldera decadde dopo la seconda guerra mondiale, quando la popolazione foggiana era intenta a sollevarsi dalla distruzione sopraggiunta con le bombe in città. Le istituzioni allora non dettero importanza al contributo formativo che può derivare da una compagnia teatrale in termini di conoscenza e di valori morali. La storia di oggi invece ci insegna a considerare la cultura, e quella di massa in particolare, come il fondamentale mezzo per veicolare buone prassi di civiltà. L’unico rammarico è quello di vedere nella nostra città valide compagnie teatrali così legate alle istituzioni che stentano a camminare con le proprie gambe, scomparendo, proprio come i Maldera, quando non hanno più un significativo appoggio istituzionale. Ci auguriamo che il festival delle marionette a Foggia sopravviva a qualsiasi Amministrazione recuperando quel filo interrotto per tanto tempo che lega le marionette al popolo foggiano.
 
GIuseppe Donatacci


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