BETLEMME: CASA DEL PANE. Il simbolismo del presepe ruota tutto intorno a due elementi: il pane e il sole che in definitiva hanno lo stesso significato. L’uomo antico non sapeva spiegarsi il fenomeno della lievitazione per questo dava una giustificazione rituale a tutto ciò. Il rito del pane, infatti, segue lo stesso iter di crescita del sole. Il pane è preparato di notte e, attraverso il processo di lievitazione, cresce proprio come il sole. La lavorazione del pane anticamente era fatta nella “fazzatora”, la madia, che era posta a terra ed obbligava le donne a stare in ginocchio facendo assumere alla panificazione un aspetto sacro. Il pane, inoltre va lavorato e fatto dormire proprio come un bambino. Per questo la religione Cristiana chiama Gesù Bambino “pane di vita”. Dopo sfornato, il pane assume un colore dorato, equiparato al colore del sole. Il legame col presepe parte già dal paese di origine di Gesù, Betlemme che significa “casa del pane”. Varie forme di pane esprimono la loro tipicità proprio nel periodo natalizio in quasi tutte le regioni d’Italia. Tradizioni che sono passate dal gusto salato, come il tarallo col Gesù bambino dei Crocesi, ormai consegnato all’oblio, al Panettone dal gusto dolce che ha preso piede in tutta Italia. Anche le Pettole, che si impastano la notte dell’antivigilia, celebrano la nascita del Sole.
IL PRESEPE: PARADISO IN TERRA. Se per l’installazione del presepe vivente abbiamo una data certa, riferibile al 1223 a Greggio per volere di San Francesco, non ci è dato sapere con esattezza la data di nascita del presepe con le statuine. Di certo sappiamo che in questo periodo, solstizio d’inverno, le religioni delle più importanti civiltà adoravano il dio Sole: dagli Egizi, che adoravano Osiride, ai greci che adoravano Apollo, agli indo-persiani che adoravano Mitra. L’installazione del presepe, che ad un primo sguardo può sembrare un’installazione casuale, ha un preciso orientamento e una precisa distribuzione delle scenografie e dei personaggi. Ogni personaggio ha un preciso significato che contribuisce a creare l’equilibrio perfetto al quale il presepe anela. La parola Presepe deriva dalla parola “Praesaepium” (preservato da una siepe), recinto, e in un certo modo deriva dalla parola Paradiso, paràdeisos, “giardino recintato”, come se si volesse rappresentare la perfezione paradisiaca in terra.
LA SIMBOLOGIA DELLA GROTTA. Dobbiamo considerare le raffigurazioni presepiali come una bilancia sulla quale sono in perfetto equilibrio delle forze opposte in modo che nessuno predomina sull’altra. Quest’equilibrio cosmico, anticamente, nei paesi del Gargano, del Subappennino e perfino a Foggia, era garantito da un perimetro intorno al presepe di rami di leccio o di quercia, abbelliti da arance e mandarini. Il cosiddetto “presepe di frasche” o “de frusce”, voleva celebrare le forze della natura prendendo vigore proprio dall’elemento maschile, l’albero sempre verde, in contrapposizione con la grotta, elemento femminile. La grotta, centro scenografico del presepe, rappresenta l’utero cosmico, la via d’accesso agli inferi ma anche la sua via d’uscita. La grotta è stata il centro di una religione, il Mitraismo, i cui strascichi ancora si fanno sentire specie sul Gargano, nei numerosi anfratti in cui si celebra San Michele. La grotta e il toro, infatti, li troviamo come protagonisti del presepe. La grotta, inoltre, è il luogo buio in cui nasce la luce che con la religione Cristiana è diventata Luce Divina. Non è un caso che le scenografie presepiali sono ambientate al buio, del resto in commercio si vendono, per il presepe, solo cieli stellati, mai cieli assolati.
IN CAPITANATA C'E' IL PASTORE BENINO. Un altro elemento imprescindibile del presepe è il pozzo. Anche il pozzo come la grotta ha la funzione di mettere in relazione il sottosuolo con la terra, il buio con la luce. Il pozzo, inoltre, è il luogo in cui avvengono molte leggende riguardanti i Vangeli, apocrifi e non, ma anche il luogo dove si svolgono le leggende popolari sul presepe. Credenze popolari vogliono che chi attinge l’acqua dal pozzo il giorno di Natale potrà vedere sul fondo del secchio colmo le immagini delle persone che moriranno durante l’anno a venire. Immancabile nel presepe è il fiume che rappresenta lo scorrere del tempo e quindi della vita, ma collegato ad esso c’è sempre il ponte, simbolo di passaggio da un ciclo solstiziale all’altro. Oltre le scenografie, anche i personaggi hanno la loro posizione nel presepe ed il loro significato. I personaggi che ritroviamo in Capitanata derivano per la maggior parte dalle leggende popolari o da distorsioni di Vangeli Apocrifi. Il personaggio più in accordo con la simbologia del presepe è Benino, il pastore che dorme col sorriso sulle labbra. Segno di speranza, Benino dorme il sonno del Sole, consapevole e fiducioso che ancora una volta sconfiggerà le tenebre ed uscirà dalla grotta più forte.
ACCANTO AI MAGI ANCHE LA RE MAGIA. I
Re Magi, invece, rappresentano l’evoluzione del Sole. Sono le uniche figure che si muovono nel presepe e il loro percorso va da Oriente, dove nasce il sole, ad Occidente, dove tramonta. I Re Magi rappresentano il Sole nei tre momenti: l’alba, il mezzogiorno e il tramonto. Nella tradizione popolare ai tre Re Magi si affiancava
la Re Magia,
una dea negra che rappresentava le tre fasi lunari: crescente, piena e calante. La zingara, presente in molte leggende popolari natalizie di Capitanata, rappresenta il male, contrapposto al bene che dispensa e riceve il Bambino Gesù.
Il cacciatore e il pescatore attirano gli animali sulla terra, sia dal cielo che dal sottosuolo.
I giocatori di carte, di solito allocati in un’osteria, regno di Dionisio, contrapposto ad Apollo, rappresentano i due compari, “i San Giovanni” in riferimento ai due solstizi: 24 dicembre e 24 giugno. Personaggi importanti legati alle leggende di Capitanata sono
Sant’Anastasia, che aiutò la Madonna a partorire Gesù e suo marito
Tommaso, che ha riacquistato la vista, segno di luce, e che porta un grosso pesce sulle spalle. Chiudono il presepe popolare di Capitanata i dodici mestieri che rappresentano i dodici mesi dell’anno.
La mostra di Presepi resterà aperta fino al 6 Gennaio, giorno di arrivo dei Re Magi alla grotta di Gesù. Un importante plastico con la Natività, in cui è rappresentata la Porta Arpana, è stato donato dai Soci dell’ACPA all’Amministrazione Comunale in modo da poterlo esporre permanentemente in una sala del Museo Civico.