Gli invisibili e lo sconosicuto che ha salvato la giovane mamma rumena e il suo bambino

"Le città invisibili" di Raffaele De Seneen (BLOG)

FOGGIA DI UN TEMPO. Sarà stato il Presepe vivente ambientato nel Medio Evo “locale” che mi ha portato a pensare ad una Foggia di un tempo anche più recente; una Foggia sotterranea fatta di camminamenti, grotte abitate da uomini e animali, ipogei, fosse granarie dove si riponeva a dormire il grano maturo appena raccolto in attesa della vendita. E ancora cripte per seppellire i morti, e i palazzi sotto i palazzi. Di recente ne ho visitato uno, si scende giù quasi quanto l’altezza di quello che è fuori: ambienti immensi, volte alte, archi, il pozzo. Appena sul piano stradale i profondi e scuri fondaci (lamiati) per conservare la lana, ce ne sono ancora. Compagnie di sfossatori di grano, quelle di Santo Stefano e San Rocco, e compagnie di pesatori di lana che infondacavavo e sfondacavano il prezioso prodotto (l’Aquila Bianca, l’Aquila Nera, Sulmona). I Salatori di cacio. Vite e commercio sotto terra, o appena a pelo.
GLI INVISIBILI. Di qualche giorno fa il report del Comune sull’housing-sociale: a Foggia ci sono ancora undici grotte abitate. Credo ne siano di più. Una vita all’oscuro, una vita invisibile e di invisibili. E invisibili restano gli autori di alcuni gesti. Non parlo dei topi d’appartamento. Parlo di quello sconosciuto, tale è voluto restare, che ha accolto in macchina una giovane rumena distesa a terra per le doglie del parto, e l’ha accompagnata al locale Pronto Soccorso. Tutto bene, il “bambinello”, Angelo, è nato appena fuori tempo rispetto all’originale, ma di questo si sa anche il peso. Anche “Maria”, la mamma, sta bene. Invece, il novello padre, protettivo più che putativo, è scomparso. E a chi glielo vai a dire! E pensare che c’è gente che anche se emette una “loffa” l’amplifica con l’imbuto da cucina, chiede la banda al seguito e s’introna sull’altare. Non è da tutti preoccuparsi in quel modo, l’atto di solidarietà comporta i suoi rischi. Vai a sapere se era l’esca per un agguato, una rapina! Un grande gesto comunque, che troverà certamente i suoi detrattori, come quando si lamentarono per la “santificazione” dell’extracomunitario con le infradita, più di recente del vigile-manichino con la faccia scura. Già li sento: “Chi glielo ha fatto fare? La lasciava lì col suo bastardo che stava per nascere!”. Già tanto rispetto al pensiero di passargli sopra con la macchina Se Natale nel mondo è così da duemila anni, mi prende di più questo nostro, fatto di grotte abitate ed invisibili. Se non trovate un filo fra le cose, scusate. Io continuo a riflettere in solitaria.


 COMMENTI
  •  reload