Halloween e San Martino: due leggende che si intrecciano. E a Milano...

"Azioni e tradizioni" di Pino Donatacci

LA LEGGENDA IRLANDESE Jack è un fabbro zoppo, malvagio, tirchio ed ubriacone, che la notte d’Ognissanti viene colto da un attacco mortale di cirrosi epatica. Il diavolo reclama la sua anima ma Jack lo scongiura di fargli bere l’ultima birra prima di lasciare questo mondo. Il diavolo pur di accontentarlo si trasforma in una moneta da 5 penny ma Jack con scaltrezza la intasca ponendola vicino ad un crocefisso che portava casualmente in tasca. In questo modo Jack riesce a scendere a patti col diavolo. Dopo un anno Jack muore e, rifiutato in paradiso, tenta la strada dell’inferno ma quando si avvicina alle sue porte il diavolo lo scaccia gettandogli addosso un tizzone ardente. Con questo tizzone Jack si farà strada tornando nel regno dei vivi e, trovato posto in una rapa, vi si insedia. Gli irlandesi emigrarono in America verso il 1850 e le rape furono sostituite dalle zucche che divennero le Jack o’lantern, che si accendono la notte d’Ognissanti per tenere lontani le anime del purgatorio che tornavano a casa.

 

LA LEGGENDA DI SAN MARTINO. San Martino di Tours (317 -397 circa), prima soldato, poi monaco e dopo Vescovo, fu uomo umile e generoso, legato alla terra e alla vita contadina. La leggenda vuole che in una giornata fredda e piovosa di novembre, San Martino montando il suo destriero, si imbatte in un mendicante vestito di pochi stracci. Fermatosi presso di lui per dargli un’elemosina, il soldato Martino si accorge di non avere soldi ma non si perde d’animo e toltosi il mantello, lo divide in due con la spada condividendolo col mendicante. Il buon Dio colpito da tanta generosità compie il miracolo facendo diradare le nuvole e splendere un sole estivo. Da allora tutti gli anni si compie il miracolo dell’estate di San Martino che dura pochi giorni.

JACK: IL BUIO. Che cosa hanno in comune queste due leggende? Perché le abbiamo accomunate? Ad una attenta analisi ci accorgiamo che queste due leggende sono complementari, aprono e chiudono un ciclo temporale. In epoca precristiana il tempo era organizzato in cicli e per l’uomo antico un ciclo conteneva elementi positivi e negativi, maschili e femminili, in una parola era ricco di opposti. Col mese di novembre, dopo la semina, terminavano i lavori agricoli, la terra si addormentava e il buio prevaleva sulla luce. Nella leggenda Jack rappresenta la parte ctonia, sotterranea dello spirito umano e vegetale. Jack è descritto come un taccagno, proprio come è in questo periodo la vegetazione che tarda a germogliare e a dare i suoi frutti. Potremmo paragonare Jack a Dionisio per similitudini fisiche (entrambi sono zoppi) ma anche perché entrambi amano il vino. Inoltre Jack come Dionisio merita gli inferi da cui si riscatta alla luce di un tizzone. Quel germe di luce che diventerà falò il giorno dell’Immacolata e piena luce la notte di Natale in pieno solstizio d’inverno.
SAN MARTINO: LA LUCE. Di contro nella leggenda di San Martino abbiamo un guerriero su un cavallo che, come San Giorgio e San Michele sono figure apollinee, solari. Nel gioco degli opposti, infatti, come San Michele ha sotto i suoi piedi Pan e San Giorgio il drago, San Martino trova a terra un povero infreddolito a rappresentare l’inverno. San Martino, infatti, è uno dei pochi santi precristiani che non sono stati martirizzati1. Al passaggio di San Martino si avrà una breve estate che concluderà il ciclo temporale.

SIMBOLO DI BUON AUGURIO. La virtù dominante in San Martino è la generosità che cozza contro l’avarizia di Jack. La generosità di San Martino è sottolineata dalla citazione del Santo guerriero nei vari paesi della Capitanata come buon augurio ed auspicio di abbondanza. A San Severo quando un adulto incontra un bambino esclama “Sand Martin” in segno di buon augurio. Un altro filo che lega San Martino a Jack è il vino. Se Jack è un ubriacone e quindi dispensa vino solo a se stesso, in nome di San Martino e dell’abbondanza che evoca si aprono le prime botti e in alcuni paesi a vocazione vitivinicola si festeggia. Il vino è quel Dionisio/Pan sul quale San Martino/Apollo ha avuto la meglio.

LE LANTERNE DI MILANO. Ma è nei paesi del nord che San Martino ha più assonanze con la festa di Halloween. Infatti a Milano i bambini la sera del 10 novembre vanno in giro per il paese con delle lanterne accese che ci ricordano le zucche d’oltreoceano, accompagnati da un San Martino a cavallo. La lanterna rimarrà accesa fino all’arrivo del Natale. Come si può notare sono sempre i bambini coinvolti nelle feste di questo periodo: in America alla domanda “Trick – or - treat” (dolcetto o scherzetto) i bimbi fanno incetta di dolci, mentre in Europa del nord la processione dei bambini vede protagonista la luce, segno tangibile di come gli astri influenzano la vegetazione. La presenza dei bambini si deve al fatto che anticamente il periodo di novembre era considerato come un capodanno capace di mettere in relazione i morti (anziani) con le giovani generazioni.


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