Il palio di San Giorgio a Chieuti

Azioni e tradizioni di Pino Donatacci

IL RITO Il giorno successivo si assiste all’estrazione della Cartella che, per mano del Sindaco, determina l’ordine di partenza dei carri, con la successiva benedizione dei buoi, dei cavalli e dei corridori da parte dell’autorità ecclesiale. I carri procedono a passo lento verso il punto di partenza, lungo la strada della marina a 4,5 Km dal paese. Inizia così la corsa che vede contrapposti 4 Partiti che si differenziano dalle Contrade per via del fatto che l’appartenenza ad essi non è data dalle coordinate geografiche (quartieri) ma dal carattere ereditario che si perpetua da famiglia a famiglia e di generazione in generazione. Il carro vincitore avrà l’onore di portare in processione il Santo Patrono e il Tarallo che, alla fine del percorso, sarà tagliato in pezzi e distribuito a tutta la popolazione presente (rito di redistribuzione sociale). La carrese di San Giorgio è una manifestazione di origine precristiana che, attraverso la drammatizzazione del mito di Apollo e Dafne, diventa augurio di risveglio vegetativo. Il mito racconta che Apollo invaghitosi di Dafne, la ninfa figlia di Gea (Madre Terra), l’insegue per i boschi. Dafne, che non corrispondeva l’amore per il dio, implorò l’aiuto della madre che, impietositasi, la trasformò in un albero di alloro. A questo punto, non potendo più avere Dafne con se, Apollo si cinse il capo di una corona d’alloro e da quel momento la pianta sempreverde è dedicato a persone che compiono mirabili imprese. Questo mito, che mette in relazione Apollo, dio del Sole, con Dafne/Alloro simbolo dell’oltretomba e quindi delle forze oscure della terra, è drammatizzato il giorno prima di San Giorgio (che la religione Cristiana ha sovrapposto ad Apollo) nell’entrata del lauro. Chieuti è uno dei comuni alloglotti di lingua arbëreshë e in questa lingua la parola “Dafne” si traduce in “alloro”. L’entrata di Dafne in città, sul carro del Sole è simbolo di rinascita, di risurrezione vegetativa e per questo si dona una fronda  di alloro ad ogni famiglia della comunità che provvederà ad esporla davanti l’uscio di casa.

 LA CORSA - La corsa, invece, può avere origine da antichi riti di fondazione delle città (Ver Sacrum – Primavera Sacra) che consisteva nel sacrificare alla divinità i primogeniti nati durante la Primavera che, a fronte di molti vantaggi sociali, arrivati in età adulta erano costretti ad allontanarsi dalla comunità per fondare nuove colonie. La migrazione avveniva seguendo un animale totemico del quale si interpretavano i comportamenti e i movimenti, fino a giungere a destinazione ovvero dove si sarebbe insediata la nuova comunità. Possiamo arguire che la corsa dei buoi verso la Cattedrale sia un retaggio di antiche reminiscenze che fanno capo al Ver Sacrum che avrebbe dato origine alla cittadina di Chieuti, prova ne sia che la pianta topografica originaria del paese era a forma di carro ponendo quest’ultimo come totem della comunità. Inoltre Qefti (Chieuti in arbëreshë) potrebbe derivare dal verso onomatopeico di qualche specie di uccello, molto rappresentati sul famoso Tarallo di pasta di caciocavallo. La descrizione delle fasi salienti della festa di S. Giorgio non rende giustizia del clima di partecipazione di tutta la comunità che, pur di difendere i propri colori e la propria squadra, trascende in litigi e sfottò che avranno ripercussioni lungo tutto il corso dell’anno a venire. La gara da alcuni anni è ostacolata dalle associazioni ambientaliste che, se da un lato hanno contribuito a porre attenzione alle norme di sicurezza che vanno sempre rispettate, dall’altro  ritengono cruento lo sprone dei buoi, per loro natura mansueti e lenti, ma che in circostanza della gara, previo allenamento, divengono veloci e combattivi. Premesso che sono di formazione nonviolenta e ambientalista, ritengo esagerato il tentativo di ostacolare la gara da parte dei (pochi invero) animalisti che, anziché valorizzare manifestazioni che legano la storia al territorio, contribuiscono ad affossare quanto di buono e vero si è conservato finora.

LA SALUTE DEI BUOI Intervistando gli organizzatori dei carri ho avuto conferma del trattamento privilegiato rivolto ai buoi che gareggiano, consistente in una dieta appropriata ed esami veterinari fatti con regolarità. Senza contare lo sforzo economico al quale, seppure in parti diverse, si sottopone tutta la comunità senza avere alcun patrocinio se non quello del Comune. Anticamente l’animale totemico era sacrificato al dio che impersonava. Questo avviene ancora oggi durante la Pasqua mangiando l’agnello che gli ebrei sacrificavano ricordando il passaggio dell’angelo di Dio che colpì i  maschi primogeniti degli Egiziani e consentì al popolo ebraico di fuggire dalla schiavitù  e di incamminarsi verso la terra promessa. Nessuno si scandalizza del pranzo pasquale così come sono fuori luogo le proteste di chi, in nome di un moralismo non sempre giustificato, vuole affossare l’identità di un popolo.  L’intercettazione dei significati simbolici della carrese di Chieuti credo vada divulgata per far comprendere a tutti la valenza antropologica di questa manifestazione ricordando che in ogni festa popolare c’è sempre una componente di rischio che serviva da rito di iniziazione dei giovani del paese felici di mettersi in mostra per entrare a pieno titolo nel nuovo ruolo che la comunità aveva riservato loro.


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