La "Canta dei mesi" esiste anche a Foggia, le ricerche dell'Università del crocese

"Azioni e tradizioni" di Pino Donatacci

LE ORIGINI. Le sue origini si fanno risalire ai primi del settecento ma si ha la sensazione che queste rappresentazioni siano ancora più antiche. In passato l’uomo non aveva dei riferimenti temporali così diffusi e a portata di mano come li abbiamo noi oggi con orologi, calendari, astrolabi, etc. Le chiese erano il luogo privilegiato per poter raffigurare i calendari. Sui pavimenti di alcune basiliche come quella paleocristiana di Tiro è possibile osservare le immagini simboliche delle stagioni in un grande mosaico ora conservato al Louvre. Vi sono scene di caccia e di vendemmia accompagnate dalla personificazione dei mesi dell’anno. Ancora più antiche sono le raffigurazioni del ciclo delle Grandi Feste che tiene conto di una divisione dell’anno non già secondo il ciclo liturgico ma attraverso 12 o 14 episodi festivi.

IL PRIMO CALENDARIO. Occorre ricordare che, anticamente, il calendario era composto da dieci mesi ed iniziava da marzo, mese dedicato alla guerra. I mesi erano riferiti alle lunazioni, per cui c’era difficoltà nel riproporre riferimenti certi lungo il ripetersi degli anni. La necessità di allineare l’anno lunare con quello solare fu avvertita da Numa Pompilio, secondo re di Roma, il quale aggiunse i mesi di gennaio e febbraio agli altri dieci. All’epoca i giorni dei mesi erano 31 o 29 perché il numero pari era considerato nefasto, tranne febbraio che di giorni ne aveva 28 ma che era diviso in due momenti: fino al giorno 23 – nel quale si concludeva l’anno religioso -, e poi gli ultimi 5 giorni, che formavano la seconda parte del mese. Nonostante ciò non si riusciva ad allineare l’anno solare con quello lunare, quindi si decise di istituire di tanto in tanto un mese intercalare (“mercedonio”).

IL CALENDARIO GREGORIANO. Questo calendario restò in vigore fino a quando Giulio Cesare, nel 46 a.C., ne ordinò una rivisitazione. Nacque così il calendario Giuliano che soppresse il mese intercalare e istituì l’anno bisestile. Successivamente l’imperatore Augusto dedicò il mese di luglio a Giulio Cesare e quello di agosto a se stesso. Solo dopo la caduta dell’Impero Romano, e precisamente nel 1582, fu istituito il calendario gregoriano dettato da Papa Gregorio XXIII, che è quello che conosciamo oggi.

CANTATA PORTAFORTUNA. Il fatto che la “Cantata dei mesi” si svolga nel periodo di Carnevale è attribuibire al fatto che verso la fine di febbraio iniziava l’anno; inoltre, la circostanza che la cantata prevede 12 mesi più un personaggio di nome Capodanno o “un mese nascosto”, come avviene a Casale di Carinola (Caserta), possiamo considerarlo una sopravvivenza del mese “mercedonio”. Fino al secolo scorso la tradizione delle cantate dei mesi aveva la funzione di scacciare la sfortuna ed era, quindi, bene augurante in quanto serviva ad iniziare il nuovo anno evocando buoni auspici ma, il più delle volte, era legata ai riti di questua che avevano la funzione di ristabilire la condizione economica in una comunità.

LE RICERCHE A FOGGIA. È probabile che anche a Foggia esistesse una rappresentazione dei mesi dell’anno perché in seguito a ricerche effettuate sul territorio abbiamo scoperto almeno un paio di versioni diverse ma incomplete. La prima ce la fornisce Dora Manzo che la riprende dalla voce della sua mamma. La versione non è cantata ed ha delle chiare somiglianze con una versione raccolta a Serracapriola e a Poggio Imperiale. La versione di Giacinto Sica è diversa nel testo e nella metrica ed è anche cantata come una cantilena o, come dice bene Bruno Caravella, anch’egli possessore di una versione della cantata dei mesi registrata da suo padre, come un melisma. Purtroppo anche la versione di Giacinto risulta incompleta.

APPUNTAMENTO ALL'UNIVERSITA' DEL CROCESE. Dall’analisi dei testi possiamo notare che le strofe sono spesso allusive, proprio come avviene solitamente per il genere della letteratura popolare. L’allusione si impone in quanto da sempre il ciclo di riproduzione dell’anno è stato associato alla riproduzione umana. Inoltre notiamo che le definizioni dei mesi variano di posto a seconda dell’informatore, dovuto probabilmente all’oralità della trasmissione. Per chi volesse approfondire, confrontare o ascoltare i vari testi raccolti, l’invito è a partecipare all’incontro presso l’Università del Crocese – scuola di tradizioni- in viale Candelaro, venerdì 30 gennaio 2015 dalle ore 16,30 alle 18,30. Presenzieranno, oltre a chi scrive, Giacinto Sica e Dora Manzo.


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