L'ultimo dei mugnai
"Azioni e tradizioni" di Pino Donatacci
Michele, e tanti del suo tempo, seppure disponeva di possibilità finanziarie non spendeva una lira per migliorare il suo status. Non ha comprato macchine di lusso, non ha avuto tempo per viaggiare. I proventi del suo lavoro sono serviti per accumulare la proprietà in modo da dare ai figli una sicurezza economica che lui non ha avuto, e per mandarli a scuola. Quella scuola che ha tradito Michele perché ha allontanato i suoi figli e nipoti dal suo mondo, lasciando ancora una volta “la proprietà” nelle sue mani.
Pur riconoscendo delle esagerazioni in questo modo di agire, oggi notiamo un’inversione di tendenza nei nostri stili di vita. Noi tendiamo ad ostentare più che possedere, siamo più propensi ad indebitarci che a risparmiare. Questo stile di vita condiziona anche il nostro rapporto con il lavoro che, nelle nostre aspettative, deve essere molto redditizio e lasciarci molto tempo libero, sottolineando una idiosincrasia tra l’uomo e il suo lavoro. Il rammarico di Michele che non riesce a dare il testimone ai suoi nipoti è un canto disperato che deve far riflettere tutti sulla condizione lavorativa degli anni passati per trovare un giusto equilibrio tra il lavoro e la fatica.