Non solo lupi blù: perché un mondo “a colori” è più bello
"Album di infanzia" di Rossella Caso
Le forze dell’ordine si mobilitarono in blocco: polizia, vigili urbani, esercito e carri armati, persino i sommozzatori e le ambulanze! Dove si era mai visto tutto quel rosso, tutto quel disordine?Bisognava provvedere subito a riportare l’ordine. Sindaco, capo della polizia, farmacista e consiglio comunale, le supreme autorità, fecero una riunione. Non c’era nessuna legge, però, che impedisse a un lupo, anche se rosso, di andarsene in giro con una bicicletta rossa! «Il lupo rosso nella città dei lupi blù sembrava felice e divertito, anche questo non era proibito, ma un po’ strano sì. I lupi blù non sorridevano mai e spesso avevano mal di stomaco».«Un lupo rrosso – di erre ce ne volevano almeno due, per tutto quel rosso – era vistoso come un carciofo in un mazzo di rose o una zucca in un campo di fragole, chiunque lo avrebbe notato subito, come una macchia di sugo sulla maglia pulita e appena stirata». Eppure… in fondo, salvo che per tutto quel rosso, era uguale ai lupi blù! No… non proprio! Lui… sapeva fischiare in tutti i modi possibili, era un campione mondiale del fischio! Fischiava a zufolo, a marinara, alla zingara, alla siciliana, alla malandrina, a foglia morta, da allenatore, a dito semplice, a dito doppio, senza dita, a fischio acuto… persino con ricciolo, col vibrato e con lo schiocco!Cosa che invece non sapevano fare i lupi blù, che non sapevano neppure saltare su una sola zampa, giocare a nascondino, arrampicarsi su un albero…sognare di volare senza mai cadere! Queste cose si imparano da bambini e loro…non avevano mai avuto molto tempo per farlo!
Ma siamo sicuri che fischiare sia proprio una “cosa inutile”? Prima di tutto fa passare la paura, poi fa sentire in compagnia quando si è soli e raffreddare la minestra quando è troppo calda, e riscaldare le mani quando fa troppo freddo… e tante cose ancora! Così un giorno a un lupo blù venne la voglia di fare un fischio..e improvvisamente…la voglia di fischiettare contagiò un lupo blù dopo l’altro e… iniziarono a fischiettare gli avvocati, i farmacisti, gli orologiai, i vigili, i muratori, i panettieri, i calzolai, gli elettricisti… e la silenziosa città dei lupi blù divenne subito meno silenziosa! «Il lupo rrosso venne nominato grande maestro del fischio. Dava lezioni di fischio semplice e sinfonico, solista e corale, libero e in rima, ma solo quando ne aveva voglia e solo all’aria aperta. I lupi blù imparavano e diventavano sempre più bravi. Si improvvisavano concerti del fischio nei parchi, serenate col fischio, ninna-nanne fischiose e negli uffici venne istituita la pausa fischio. Nelle scuole, il fischio divenne materia di studio e il sindaco proclamò ufficialmente la giornata del fischio». Il lupo rrosso aveva fatto il miracolo! Non c’era più bisogno che tutto fosse così perfettamente ordinato, che si sapesse già di lunedì che cosa si sarebbe mangiato la domenica, ognuno scriveva con la sua penna preferita e…l’arcobaleno non era più solo blù!Poi un giorno, improvvisamente, il lupo rrosso scomparve. Di lui non ci fu più nessuna traccia. La vita riprese: «Ogni mattina all’alba, che piovesse, nevicasse o tirasse vento, in ogni casa della città dei lupi blù squillava puntualissima la sveglia». …Ma un po’ diversa rispetto a come era prima! «Ogni mattina alla stessa ora i lupi blù uscivano di casa, salivano in auto e fischiettando andavano a lavoro». Poi d’improvviso, una mattina… un lupo giallo con il suo monopattino giallo sfrecciò per le strade della città dei lupi blù! E tutto si fermò. Il lupo era così giallo, ma così giallo, che per scrivere la parola giallo occorrevano tre elle. «Il lupo gialllo scese dal suo monopattino, si guardò intorno, fece una capriola perfetta, poi sorrise. Quel giorno nessuno andò in ufficio e i negozi aprirono con un certo ritardo».
Una storia semplice La città dei lupi blù di Marco Viale (Edt Giralangolo 2012), accompagnata da una grafica altrettanto essenziale, ma efficace per parlare di concetti, quali l’identità e la diversità, ma anche l’accoglienza e l’integrazione, con i quali è necessario che i bambini e le bambine familiarizzino sin da piccoli. Marco Viale, autore e illustratore, sviluppa l’albo per contrasti: da una parte la monotonia della città dei lupi blù, con le sue abitudini, che si replicano, quotidianamente, sempre uguali a se stesse, tutte rigorosamente espresse dal bianco e dal blu, dall’altra, colpi di colore improvvisi: il rosso del lupo molto, troppo rosso e della sua bicicletta e il giallo del lupo molto, troppo giallo e del suo monopattino. Contrasti che poi sembrano armonizzarsi quando i lupo rosso fa scoprire ai lupi blù che oltre la monotonia della sveglia che suona esiste anche l’allegria del fischiettare mentre si corre in bicicletta o si fa pausa al lavoro…e allora anche l’arcobaleno da blu può diventare di mille colori, irrompendo sulla pagina con i suoi rosso, giallo, blu e viola!
I lupi blù imparano così a guardare il mondo anche attraverso gli occhi dell’altro, che in fondo, a ben guardare, non è poi così “diverso”!Non è un caso che il libro si sia guadagnato nel 2013 il premio Nati per Leggere nella sezione “Nascere con i libri” (3-6 anni) con la seguente motivazione: «perché è un vero piacere leggere ad alta voce la storia di una ordinata e pacifica comunità di lupi (tanto blù da richiedere persino l’accento) in cui irrompono un fischiettante lupo “rrosso” e uno spericolato lupo “gialllo”».