Ho la fortuna nella mia vita di far parte di un gruppo, non tipo boyband, anche se da teen mi sarebbe piaciuto un sacco, ma poi un po' per la sfigataggine un po' il fatto che non so suonare nulla non è stato il mio destino, ma comunque questa è un'altra storia, era giusto per metterci un inciso lunghissimo; faccio parte di una squadra di attiviste e attivisti, come sapete già perché sono certo ricorderete a menadito gli articoli della mia rubrica, che all'inizio dell'anno decide di incontrare altre squadre e in nome di un obiettivo comune creare un gruppo ancora più grande.
Ora, voi, immaginate quanta energia si può sviluppare in maniera esponenziale. Immaginate che queste persone che hanno come radice comune proprio la terra dell'accoglienza, dei taralli, dei trulli, di Modugno e delle sorelle Lecciso, decidano di fare il primo pride a respiro regionale: il Puglia Pride. Con le mie orecchie ho ascoltato le riunioni, con le mie mani ho dato il mio piccolo contributo, con i miei occhi ho visto le migliaia di persone che dopo mesi di coordinamento da parte di decine di associazioni pugliesi, lgbt e non solo, hanno aggiunto alla già meravigliosa Lecce qualcosa in più, migliaia di sorrisi, migliaia di baci. In più.
Perché l'amore non toglie niente a nessuno, ma ci può solo arricchire delle mille visioni del carnevale umano.
Perché questo nostro amore non si può nascondere dice Rita Pavone. E non deve, aggiungo alla mia canzone pride. Alla nostra canzone pride.
Perché insieme siamo più forti.