Ragazzi e ragazze in ospedale: essere, vivere, credere “nonostante”
"Album di infanzia" di Rossella Caso
Nulla più che la letteratura e l’arte, in tutte le sue forme, possono servire a questo.
Fondazione Magica Cleme, che da anni si occupa di alleviare la sofferenza dei bambini e dei ragazzi malati, Carthusia, casa editrice da sempre fortemente impegnata in progetti di elevato spessore sociale e pedagogico, l’impresa sociale Near e la Fondazione IRCCS-Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, si sono uniti nel progetto di un libro, B. Live. L’altra faccia della moda (2013), che prova a raccontare come anche il tempo in ospedale, potenzialmente vuoto e interminabile, possa trasformarsi in un tempo “pieno” e fortemente vissuto, “magico”, parafrasando il titolo del progetto da cui è nato il libro, “Il tempo magico”, realizzato da Magica Cleme nell’ambito del più ampio progetto “Giovani” organizzato dai medici dell’Istituto in collaborazione con l’Associazione Bianca Garavaglia.
Cosa succede se un gruppo di adolescenti in cura presso l’Istituto dei Tumori di Milano, matite e colori in mano, viene coinvolto in una serie di laboratori di arte e di moda? Che giorno dopo giorno si accumulano i bozzetti di una vera collezione che sarà poi realmente messa in vendita.
fogliare le pagine di questo bel libro fotografico significa fare un viaggio lungo il percorso di questo gruppo di ragazzi, «un viaggio senza inizio e senza fine che attraverso la moda, l’arte e la fotografia si intreccia come un susseguirsi continuo di pensieri e di emozioni». A viverlo Alessandro, Valeria, Federica, Maggie, Diego, Elisa, Marina, Gabriele, ovvero i “ragazzi B. Live”.
«L’abbiamo chiamato B. Live: sii, vivi, credi. Nel suo nome c’è già tutto», si legge alla prima pagina del libro: l’inizio del viaggio. Un viaggio attraverso i “colori” delle emozioni, le loro emozioni: il nero della paura della malattia, ma anche il giallo della gioia di stare insieme ad altre persone con le quali condividerla, perché “insieme si è più forti” - «con B. Live ci sentiamo di nuovo parte di qualcosa, di un gruppo dove tutti sono alla pari, felici di ritrovarsi e stare insieme» -, il verde della speranza, del giardino di casa, della primavera, del campo di calcetto e il rosso della passione per quello che si fa, ma anche dell’amore, del coraggio e…delle lasagne e delle ciliegie, dei lamponi e…della forza. E poi il viola della confusione, della tenerezza e…della lavanda e dei campi fioriti, ma anche della rabbia, che sale quando meno ce lo si aspetta, ma che altrettanto in fretta può andare via, attraverso i disegni, attraverso le foto, attraverso l’espressione più pura di se stessi. E poi l’azzurro della libertà, dell’aria di montagna, del mare, del cielo, della neve, ma anche del “non sapore” e l’arancio dell’allegria, della vita e degli agrumi e della felicità e del profumo dell’autunno quando cadono le foglie e del tramonto nel deserto e…della follia. E poi il bianco della purezza, della felicità, della panna, della vaniglia, della tranquillità, dello zucchero, della luce, del gelsomino, del latte…e della pace.
Colori che hanno riportato nelle collezioni moda e make-up del loro brand, chiamato appunto B.Live e realizzato in collaborazione con Gentucca Bini (stilista), Madina Ferrari (direttore artistico Intercos), Paola Gaggiotti (artista), Michela Gattermayer (giornalista), Rosanna Losurdo (make-up artist) e Alice Patriccioli (fotografa).
Un percorso raccontato attraverso le foto di Laura Larmo (in bianco e nero) e di Matteo Volta (della sfilata) che, pagina dopo pagina, volto dopo volto, ribadiscono con forza un concetto splendidamente espresso da Kandinsky e non a caso riportato nel libro: «Il colore è un mezzo di esercitare sull’anima un’influenza diretta. Il colore è un tasto, l’occhio il martelletto che lo colpisce, l’anima lo strumento dalle mille corde».
E anche la malattia acquisisce un altro senso. La esprimo, la domino, la vivo e mentre lo faccio continuo a essere “io”, anche se a tratti mi sembra di non esserlo più. «Essere, vivere e credere» si legge in quarta di copertina. Proprio un bello slogan che tutti i ragazzi che per qualunque motivo si trovino a dover vivere anche solo una piccolissima parte della propria vita in ospedale dovrebbero conoscere e fare proprio, per trasformare il nero della paura, come auspicano i ragazzi “B.Live”, in un bel verde pieno di speranza.
Sfogliare le pagine di questo bel libro fotografico significa fare un viaggio lungo il percorso di questo gruppo di ragazzi, «un viaggio senza inizio e senza fine che attraverso la moda, l’arte e la fotografia si intreccia come un susseguirsi continuo di pensieri e di emozioni». A viverlo Alessandro, Valeria, Federica, Maggie, Diego, Elisa, Marina, Gabriele, ovvero i “ragazzi B. Live”.
«L’abbiamo chiamato B. Live: sii, vivi, credi. Nel suo nome c’è già tutto», si legge alla prima pagina del libro: l’inizio del viaggio. Un viaggio attraverso i “colori” delle emozioni, le loro emozioni: il nero della paura della malattia, ma anche il giallo della gioia di stare insieme ad altre persone con le quali condividerla, perché “insieme si è più forti” - «con B. Live ci sentiamo di nuovo parte di qualcosa, di un gruppo dove tutti sono alla pari, felici di ritrovarsi e stare insieme» -, il verde della speranza, del giardino di casa, della primavera, del campo di calcetto e il rosso della passione per quello che si fa, ma anche dell’amore, del coraggio e…delle lasagne e delle ciliegie, dei lamponi e…della forza. E poi il viola della confusione, della tenerezza e…della lavanda e dei campi fioriti, ma anche della rabbia, che sale quando meno ce lo si aspetta, ma che altrettanto in fretta può andare via, attraverso i disegni, attraverso le foto, attraverso l’espressione più pura di se stessi. E poi l’azzurro della libertà, dell’aria di montagna, del mare, del cielo, della neve, ma anche del “non sapore” e l’arancio dell’allegria, della vita e degli agrumi e della felicità e del profumo dell’autunno quando cadono le foglie e del tramonto nel deserto e…della follia. E poi il bianco della purezza, della felicità, della panna, della vaniglia, della tranquillità, dello zucchero, della luce, del gelsomino, del latte…e della pace.
«L’abbiamo chiamato B. Live: sii, vivi, credi. Nel suo nome c’è già tutto», si legge alla prima pagina del libro: l’inizio del viaggio. Un viaggio attraverso i “colori” delle emozioni, le loro emozioni: il nero della paura della malattia, ma anche il giallo della gioia di stare insieme ad altre persone con le quali condividerla, perché “insieme si è più forti” - «con B. Live ci sentiamo di nuovo parte di qualcosa, di un gruppo dove tutti sono alla pari, felici di ritrovarsi e stare insieme» -, il verde della speranza, del giardino di casa, della primavera, del campo di calcetto e il rosso della passione per quello che si fa, ma anche dell’amore, del coraggio e…delle lasagne e delle ciliegie, dei lamponi e…della forza. E poi il viola della confusione, della tenerezza e…della lavanda e dei campi fioriti, ma anche della rabbia, che sale quando meno ce lo si aspetta, ma che altrettanto in fretta può andare via, attraverso i disegni, attraverso le foto, attraverso l’espressione più pura di se stessi. E poi l’azzurro della libertà, dell’aria di montagna, del mare, del cielo, della neve, ma anche del “non sapore” e l’arancio dell’allegria, della vita e degli agrumi e della felicità e del profumo dell’autunno quando cadono le foglie e del tramonto nel deserto e…della follia. E poi il bianco della purezza, della felicità, della panna, della vaniglia, della tranquillità, dello zucchero, della luce, del gelsomino, del latte…e della pace.
Colori che hanno riportato nelle collezioni moda e make-up del loro brand, chiamato appunto B.Live e realizzato in collaborazione con Gentucca Bini (stilista), Madina Ferrari (direttore artistico Intercos), Paola Gaggiotti (artista), Michela Gattermayer (giornalista), Rosanna Losurdo (make-up artist) e Alice Patriccioli (fotografa).
Un percorso raccontato attraverso le foto di Laura Larmo (in bianco e nero) e di Matteo Volta (della sfilata) che, pagina dopo pagina, volto dopo volto, ribadiscono con forza un concetto splendidamente espresso da Kandinsky e non a caso riportato nel libro: «Il colore è un mezzo di esercitare sull’anima un’influenza diretta. Il colore è un tasto, l’occhio il martelletto che lo colpisce, l’anima lo strumento dalle mille corde».
E anche la malattia acquisisce un altro senso. La esprimo, la domino, la vivo e mentre lo faccio continuo a essere “io”, anche se a tratti mi sembra di non esserlo più. «Essere, vivere e credere» si legge in quarta di copertina. Proprio un bello slogan che tutti i ragazzi che per qualunque motivo si trovino a dover vivere anche solo una piccolissima parte della propria vita in ospedale dovrebbero conoscere e fare proprio, per trasformare il nero della paura, come auspicano i ragazzi “B.Live”, in un bel verde pieno di speranza.