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Riforma del lavoro, chi glielo spiega al signor A. che l'art. 18 è stato già modificato?

"Storti & Diritti" di Claudio De Martino

MERCATO DEL LAVORO RIGIDO (?). E invece no, con il contratto di lavoro dovrebbe valere così, secondo l’OCSE, la World Trade Organization e la BCE, l’Italia presenta un mercato del lavoro troppo rigido. Non bastano il lavoro intermittente, le co.co.pro., il job sharing, il part-time orizzontale, verticale e misto, le false partite IVA, l’associazione in partecipazione, la somministrazione a tempo determinato e indeterminato, il contratto a termine senza causale. No, non bastano, il mercato del lavoro è eccessivamente rigido e presenta un dualismo tra insiders e outsiders. Che vuol dire? Che ci sarebbe una parte di lavoratori iper-protetti ed una parte di disoccupati privi di ogni tutela.

IL CASO DEL SIGNOR A. Non la butto in politica già nel primo post. Non ancora almeno. Ma al signor A., che viene in studio ogni giorno sperando che l’azienda voglia riprenderlo a lavorare, la teoria degli insiders e outsiders, che si studia al primo anno di Economia Politica, non interessa un granchè. Lui era un insider, ed oggi l’hanno sbattuto fuori senza una giusta causa apparente. Era uno fastidioso, il signor A., attivista sindacale, segnalava sempre i problemi di sicurezza sul luogo di lavoro ed era fondamentalmente scomodo. Perché lo facesse non me lo riesce a spiegare, ma gli sembrava giusto. Un buon padre di famiglia gli avrebbe sconsigliato quell’esposizione, che si sa, di questi tempi, non val la pena fare i Don Chisciotte. E infatti al signor A. è andata maluccio. Un licenziamento per motivo oggettivo per ristrutturazione del personale ed una causa da istruire, una speranza da serbare ed un giudice da pregare, affinchè applichi il buon senso, prima ancora che il diritto scritto.

LA SCOPERTA DELL'ART. 18. Il signor A. dell’articolo 18 non sapeva neanche l’esistenza. L’ha scoperto ieri, quando ho dovuto spiegargli, nel gelo che si faceva intorno, che le possibilità di essere reintegrato sul posto di lavoro, dopo la riforma della ministra Fornero, non sono così tante. Al signor M., che va in TV a raccontare che lo Statuto dei Lavoratori è un ferro vecchio da rottamare, è sfuggito questo particolare. La norma è stata riscritta integralmente appena due anni fa, la giurisprudenza e gli avvocati si interrogano da allora sui possibili significati delle parole, per dare un senso a una legge che, a volte, un senso non ce l’ha. Ed ora, almeno così pare, l’articolo 18 sarà nuovamente modificato. Naturalmente per togliere al signor A. anche quell’unica speranza di essere reintegrato. Perché poi, gli resterà solo da dimostrare il carattere discriminatorio del suo licenziamento, il che, per dirla in franchezza, è quasi impossibile.

L'ONERE INDIRETTO. Se ne parla nei bar, si legge sui giornali e si discute sui social network. Ma dell’articolo 18 nel disegno di legge delega approvato dal Senato non c’è traccia. Provateci anche voi. Nessun riferimento al tema dei licenziamenti, ma solo la previsione che il contratto a tempo indeterminato dovrebbe diventare più conveniente rispetto agli altri tipi contrattuali, “in termini di oneri diretti e indiretti”. Non vi tedierò sulla costituzionalità di un criterio direttivo così labile, anche se la Corte costituzionale dovrebbe valutarlo attentamente, cioè fare il suo mestiere. Mi resta da dire che, al signor A., quell’onere indiretto salverebbe la vita. Ha un mutuo da pagare e i figli vanno ancora a scuola.

 

“Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati” (Bertolt Brecht)

 


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