Tra figure mitiche e influenze borgesiane, la poesia di Kattan

"Bux vs Books" di Antonio Bux

La sorpresa in questione arriva direttamente dalla collana in traduzione Serie blu, e si tratta di Rolando Kattan, poeta honduregno, che presento col suo denso libriccino Animale non identificato. Rolando Kattan si muove a suo agio tra le figure mitiche e fa della sua ricerca una intensa riflessione sull'origine, cercando la verità attraverso la stessa ricerca di poiesis, non disdegnando la forma impersonale, atta a neutralizzare certo egotismo imperante in molta poesia nostrana, per restituire una riflessione più viva, che non manca anche di un piglio ironico e a tratti tagliente. Una poesia semplice ma ardita, molto pregna della tradizione fantastica di certa letteratura ispanica del secolo scorso (si potrebbe pensare ad alcuni rimandi tipicamente borgesiani o alla poesia di Oliverio Girondo), seppur con accensioni quotidiane e vivide, che formano appunto questa utopia del dire il reale attraverso l'irreale. Di origini messicane per parte di madre, ebreo-sefardite e palestinesi per parte di padre, Rolando Kattan è nato a Tegucigalpa, Honduras, nel 1979. Come poeta ha già ricevuto notevoli riconoscimenti, ma si dedica anche, con grande passione, alla diffusione popolare della poesia, come strumento di pacificazione e sviluppo sociale. Animale non identificato è la sua terza raccolta poetica, la prima tradotta in italiano (traduzione e cura di Piera Mattei, Gattomerlino Superstripes, 2014, 76 pagine, euro 10).
Di seguito, alcune poesie tratte dal libro.
 
 
 
SUL MODO DI PORTARE I CAPELLI
 
 
tutte le cose grandi
 
iniziano con un’idea in una testa spettinata
 
come avrebbe potuto Dio – per così dire – creare l’universo
 
[con una testa ingommata
 
che ci avrebbe fatto Noè nell’arca con una testa
 
[da maggiordomo
 
o Gesucristo sul monte se i suoi capelli non si fossero
 
[intrecciati col vento?
 
Eraclito uscì dal fiume tutto spettinato come
 
[Archimede dalla bagnarola
 
a Socrate e a Platone sopra la calvizie gli cresceva una
 
[capigliatura esorbitante
 
è risaputo che Omero morì strappandosi dalla disperazione
 
[i capelli
 
e che Cervantes Quevedo e Gongora
 
come Shakespeare si pettinavano solo i baffi
 
Giovanna d’Arco bruciò più forte sul rogo per la sua
 
[fiera capigliatura 
 
e nell’antichità
 
i primi uomini che seminarono il caffè e il mais
 
gli sciamani e i sacerdoti
 
quelli che intagliarono nelle antiche pietre i primi poemi
 
tutti sono parte degli anonimi spettinati di sempre
 
continuando
 
Newton lo spettinò una mela
 
a Edison l’elettricità drizzò i capelli in testa
 
Bach dissimulava la sua zazzera con una parrucca
 
e Leonardo da Vinci si spettinava anche la barba
 
tutti gli angeli del cielo le esperidi le muse
 
le sirene e le donne che sanno volare
 
tutti e tutte hanno lunghe capigliature sciolte
 
nella storia recente
 
Albert Einstein fu il più spettinato del secolo XX
 
e certamente Adolf Hitler
 
quello con i capelli più pettinati
 
ma le cose grandi sono anche semplici
 
come quelli che tornano a casa di corsa per spettinarsi
 
o i bambini quando imparano l’amore spettinando le madri
 
è logico che i sogni nascano in teste addormentate
 
perché sono sempre spettinate
 
e agli amanti che sopra ogni altra cosa si spettinano
 
quando si baciano e si amano
 
per questo dico:
 
bisogna diffidare di un amore che non ti spettina
Di seguito, alcune poesie tratte dal libro.


SUL MODO DI PORTARE I CAPELLI

tutte le cose grandi
iniziano con un’idea in una testa spettinata
come avrebbe potuto Dio – per così dire – creare l’universo
[con una testa ingommata
che ci avrebbe fatto Noè nell’arca con una testa
[da maggiordomo
o Gesucristo sul monte se i suoi capelli non si fossero
[intrecciati col vento?
Eraclito uscì dal fiume tutto spettinato come
[Archimede dalla bagnarola
a Socrate e a Platone sopra la calvizie gli cresceva una
[capigliatura esorbitante
è risaputo che Omero morì strappandosi dalla disperazione
[i capelli
e che Cervantes Quevedo e Gongora
come Shakespeare si pettinavano solo i baffi
Giovanna d’Arco bruciò più forte sul rogo per la sua
[fiera capigliatura 
e nell’antichità
i primi uomini che seminarono il caffè e il mais
gli sciamani e i sacerdoti
quelli che intagliarono nelle antiche pietre i primi poemi
tutti sono parte degli anonimi spettinati di sempre
continuando
Newton lo spettinò una mela
a Edison l’elettricità drizzò i capelli in testa
Bach dissimulava la sua zazzera con una parrucca
e Leonardo da Vinci si spettinava anche la barba
tutti gli angeli del cielo le esperidi le muse
le sirene e le donne che sanno volare
tutti e tutte hanno lunghe capigliature sciolte
nella storia recente
Albert Einstein fu il più spettinato del secolo XX
e certamente Adolf Hitler
quello con i capelli più pettinati
ma le cose grandi sono anche semplici
come quelli che tornano a casa di corsa per spettinarsi
o i bambini quando imparano l’amore spettinando le madri
è logico che i sogni nascano in teste addormentate
perché sono sempre spettinate
e agli amanti che sopra ogni altra cosa si spettinano
quando si baciano e si amano
per questo dico:
bisogna diffidare di un amore che non ti spettina
ANIMALE NON IDENTIFICATO
 
 
non entrarono nell’Arca:
 
le giraffe
 
che agli inizi avevano il collo corto
 
e andavano a testa bassa per il bosco anelando
 
alle foglie più alte
 
il Dodo e il Solitario di Rodriguez
 
che dimenticati nelle disabitate isole dell’oceano Indiano
 
rinunciarono alla divina grazia del volo
 
i cigni neri
 
perché non furono creati da Dio ma da un poeta
 
tutti i pesci
 
le grandi balene
 
e gli organismi piccolissimi
 
nell’occhio di una bambina che piange
 
nemmeno i draghi gli unicorni e i pegasi
 
degli uccelli solo quelli domestici
 
le galline le oche le anatre il gallo
 
e come ci risulta dalle sacre scritture : la colomba
 
restarono fuori i centauri
 
le nereidi i fauni e gli animali sferici di Borges
 
perché erano tanti e molto grandi
 
anche
 
quasi tutti i dinosauri
 
però tra tutti gli animali che vi entrarono
 
non riconosco l’animale che percorre il mio corpo
 
 
ACCANTO A ME QUALCUNO LEGGE UN LIBRO SCRITTO IN MANDARINO
 
 
accanto a me qualcuno legge un libro scritto in mandarino
 
le parole cadono come pioggia sopra le sue mani
 
e le sue mani aperte si riempiono d’acqua
 
come le mani che entrano in un fiume
 
l’uomo accanto a me beve acqua da un libro
 
e il suo viso come quello dei santi s’illumina
 
cosa sta scritto lì che senza leggerlo sento la sua umidità
 
che libro è questo
 
dove le parole non hanno l’odore delle pagine come
 
[nei miei
 
forse quello che lì si legge non si dimentica
 
e rimane nella memoria molti anni
 
come un fiume che sale e dopo piove
 
questa brezza dell’acqua mentre cade nelle sue mani
 
è la poesia?
 
 
BONSAI
 
 
i Bonsai non si preoccupano dell’autunno
 
a poco a poco cadono le foglie
 
gli animali non orinano contro il loro tronco
 
né badano ai temporali
 
le tormente e i raggi del sole sono leggenda per loro
 
parlano delle mosche come di feroci falegnami
 
e citano la siccità con la distanza dell’inferno
 
sanno che mai nessuno gli toglierà l’aria
 
per questo ogni Bonsai
 
si crede l’unico albero della terra
 
 
NOI MORTI
 
 
i morti disconoscono
 
la loro condizione di morti
 
visitano gli uffici
 
viaggiano in autobus
 
e si siedono davanti al televisore
 
in gruppi di piccoli cimiteri
 
però è per la mania di essere ricordati
 
che sono uguali e si tengono uniti
ANIMALE NON IDENTIFICATO

non entrarono nell’Arca:
le giraffe
che agli inizi avevano il collo corto
e andavano a testa bassa per il bosco anelando
alle foglie più alte
il Dodo e il Solitario di Rodriguez
che dimenticati nelle disabitate isole dell’oceano Indiano
rinunciarono alla divina grazia del volo
i cigni neri
perché non furono creati da Dio ma da un poeta
tutti i pesci
le grandi balene
e gli organismi piccolissimi
nell’occhio di una bambina che piange
nemmeno i draghi gli unicorni e i pegasi
degli uccelli solo quelli domestici
le galline le oche le anatre il gallo
e come ci risulta dalle sacre scritture : la colomba
restarono fuori i centauri
le nereidi i fauni e gli animali sferici di Borges
perché erano tanti e molto grandi
anche
quasi tutti i dinosauri
però tra tutti gli animali che vi entrarono
non riconosco l’animale che percorre il mio corpo

ACCANTO A ME QUALCUNO LEGGE UN LIBRO SCRITTO IN MANDARINO

accanto a me qualcuno legge un libro scritto in mandarino
le parole cadono come pioggia sopra le sue mani
e le sue mani aperte si riempiono d’acqua
come le mani che entrano in un fiume
l’uomo accanto a me beve acqua da un libro
e il suo viso come quello dei santi s’illumina
cosa sta scritto lì che senza leggerlo sento la sua umidità
che libro è questo
dove le parole non hanno l’odore delle pagine come
[nei miei
forse quello che lì si legge non si dimentica
e rimane nella memoria molti anni
come un fiume che sale e dopo piove
questa brezza dell’acqua mentre cade nelle sue mani
è la poesia?

BONSAI

i Bonsai non si preoccupano dell’autunno
a poco a poco cadono le foglie
gli animali non orinano contro il loro tronco
né badano ai temporali
le tormente e i raggi del sole sono leggenda per loro
parlano delle mosche come di feroci falegnami
e citano la siccità con la distanza dell’inferno
sanno che mai nessuno gli toglierà l’aria
per questo ogni Bonsai
si crede l’unico albero della terra

NOI MORTI

i morti disconoscono
la loro condizione di morti
visitano gli uffici
viaggiano in autobus
e si siedono davanti al televisore
in gruppi di piccoli cimiteri
però è per la mania di essere ricordati
che sono uguali e si tengono uniti


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