In travaglio con il sorriso: come affrontare le 'onde' che accompagnano alla vita

Il blog dell'ostetrica Selenia Accettulli

 
Vi racconto una storia...
 
Era l'alba quando Maddalena mi chiama per dirmi "le onde sono cominciate", con calma puoi raggiungermi.
 
La raggiungo. ... Era in travaglio. Ad attendermi con più ansia, i nonni. Nello sguardo di nonna Ermel ho trovato di tutto, ma soprattutto ho colto la gioia quando le ho detto: "Resto con voi".
 
Ho colto un sospiro di sollievo. Un mix di tante belle sensazioni, difficili da raccontare. Lei una donna molto forte, dall'aspetto rigido, all'apparenza "tosta". Lei, da un cuore tenero come non immagini. Loro giù, a preparare prima il caffè poi il pranzo (perché sì, tra una contrazione e l'altra, la dilatazione, la doccia calda, i massaggi di papà Luigi, il ritmo del cuore che ci accompagnava come una dolce melodia di tanto in tanto, abbiamo anche pranzato. Compresa Maddalena Non dimenticherò mai quella frittata di spaghetti. Ahhhhh che buonaaaaaaa).
Noi invece eravamo sopra a fare tutto questo 👆Noi, "eravamo in travaglio" ad accompagnare quelle onde, insieme alle loro pause, insieme alla gioia e all'amore.
 
Maddalena sorrideva. Starete pensando... "È matta". Ma ho le prove. Ho un paio di foto di lei che sorride in travaglio. (Una l'ho anche appesa alla parete dei ricordi di NASCERE CON AMORE, il mio posto per le donne, i bambini, le famiglie).

... È possibile sorridere in travaglio. Dipende da tantissimi fattori ma se ti "lasci andare", la parte più nuova del cervello si "spegne" (si chiama neocorteccia) e non può più controllare nulla lasciando così spazio a quella più arcaica, istintiva, che ti regala quella sensazione di leggerezza e abbandono... Indispensabili per dare alla luce.
 
Ero lì ad assicurarmi, senza invadere, che tutto stesse procedendo per il meglio. Sapete? NON INVADERE È POSSIBILE.
 
Eravamo a Siponto, era estate e alla casa al mare si stava meglio. Ma "dovevamo partorire" a San Giovanni Rotondo. 5 cm e poco più. Si parte per l'ospedale. Maddalena in macchina canta (gli U2 se non erro) mentre stringe la mano del suo 'grosso' marito. (Grosso è affettuoso perché è così, poi diventi tipo una di famiglia e puoi concederti anche di scherzare. In realtà è altissimo davvero)...
 
Arriviamo in ospedale, 7 cm e, con un po' di fatica ad adattarci al nuovo ambiente (l'ossitocina è un ormone timido e non ama queste sorprese) la sera nasce Anna Gemma. Non sapevamo chi aspettarci. Non sapevamo il sesso. Volevano una sorpresa. Tutti ci aspettavamo un maschio, o forse non tuttissimi, ma Anna Gemma, ha fregato tutti quelli che attendevano il fiocco azzurro. Ops. Si può dire? L'ho detto!
 
... Bella, tonda, biondissima, occhioni azzurri. Quelle guance da mordere.
Lei, Maddalena, un sorriso che a ricordarlo mi si riempie il cuore. Poi abbracci, strette, lacrime, carezze... in quel corridoio era davvero festa. Ahhhhhhh che bella la vita.
 
Nei giorni successivi torno a trovarli diverse volte e in questa foto siamo noi, di nuovo insieme, per raccontarci, ritrovarci, mettere a posto i pezzi delicati di un post parto che mai ti aspetti, chiarire alcuni dubbi sull'allattamento e fare insieme il primo bagnetto. Di quelli belli con i fiori, la musica in sottofondo e la luce soffusa. In quella camera che qualche giorno prima ... "ci aveva visti in travaglio". Guardavamo il letto e ci ripetevano "ma ci pensi, eravamo qui con le nostre onde. Ora siamo qui con lei tra le braccia".

EH SI... Ci pensate? ... Io ci penso sempre al regalo che la vita mi ha fatto. Sono innamorata perdutamente del mio lavoro. E amo ogni storia che incontro.


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