Tre donne per Foggia, l'8 marzo dell'Auser di Foggia

"Le città invisibili" di Raffaele De Seneen

IMPEGNO DONNA. L’incontro-dibattito, animato dalla prof. Lia Masi, è stato un balzo in avanti nel tempo a proposito di “impegno donna” in considerazione, che per la stessa occasione negli anni precedenti sono stati trattati argomenti come: “Foggia 1898 – La rivolta della fame e Filomena Cicchetti”, “Il setificio di Foggia presso la Maddalena e la morte dell’operaia Mastrocchi”. Un balzo in avanti, perché l’impegno e l’attività politica profusa delle tre figure ricordate (Anna De Lauro/Matera, Maria Schinaia e Laura Rubino) inizia nel dopoguerra, prosegue lungo il periodo della ricostruzione di Foggia e va oltre. Un’attività senza risparmio a contatto con la gente, nei rioni cittadini più poveri e degradati, nelle case con le donne del proletariato a vedere, ascoltare, incoraggiare ed invitare all’impegno.
L'IMPEGNO DELLE TRE DONNE. Tre donne che dedicano la loro vita, oltre che alle rispettive famiglie, ad educare e istruire i ragazzi (tutte professoresse di lingue), e che per il loro stato familiare una laurea “in tasca” (una donna, di quei tempi!) avrebbero potuto giocarsi tutto per una carriera esclusivamente personale, e che invece attraverso l’esercizio della politica si mettono a servizio dei più deboli, dei bisognosi, delle donne, loro impegnate anche nell’U.D.I. (Unione Italiana Donne) anche con incarichi nazionali. Nessuna delle tra è di Foggia: Anna De Lauro/Matera (Napoli 1909) e Maria Schinaia (Taranto 1929) arrivano a Foggia a seguito dei genitori ferrovieri qui trasferiti per lavoro; Laura Rubino (1912 Ascoli Piceno) il cui ricordo ha portato ad aprire una breve parentesi su Luigi e Vincenzo Biondi, giovanissimi fratelli foggiani, partigiani morti sulle montagne di Ascoli Piceno. L’impegno e il fare in politica di queste tre donne: Schinaia comunista, Rubino e Matera socialiste, quest’ultima eletta anche al Parlamento, risulta in forte contrasto col dire e promettere attuale. Forte ed esaltante la forza di propugnare le proprie idee in un mondo più maschilista di oggi, privo di “ammortizzatori” quali quote rosa e parità di genere. Come sempre la prof. Lia Masi ha incantato la platea col suo dire chiaro e scorrevole colorato di mimica e gestualità.


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