Il grande poeta, scrittore e giornalista argentino Juan Gelman è scomparso qualche giorno fa a Città del Messico. Aveva 83 anni ed era noto anche (non solo) per la sua opposizione alla "sporca guerra" condotta dai regimi latinoamericani contro le forze progressiste del continente, una opposizione che gli è costata decenni di esilio. Tra i libri tradotti in italiano vanno citati almeno Valer la pena (Guanda 2007) e Nel rovescio del mondo (Interlinea 2003). Ho voluto tradurre, alla mia maniera, l'ultima poesia da lui scritta, il 28 ottobre scorso. Il suo addio al mondo tramite la poesia, come sempre, con eleganza e potenza.
Ogni giorno
mi avvicino di più al mio scheletro.
Si sta affacciando con ragione.
L'ho messo nella buona e nella cattiva
sorte chiedendogli niente, egli invece
domandandomi sempre, senza vedere
cosa fosse la fortuna o l'ingiustizia,
senza lamentarsi, senza
distanziarsi effimero da me.
Ora che scruta quasi
l'aria intorno,
che cosa penserà la clavicola rotta,
gioiello splendido, ginocchia
che trascinai sulle pietre
tra falsi perdoni, eccetera.
Scheletro saccheggiato, presto
nessuna velleità disturberà la tua vista.
Sopporterai l'universo nudo.
Cada día
me acerco más a mi esqueleto.
Se está asomando con razón.
Lo metí en buenas y en feas sin preguntarle nada,
él siempre preguntándome, sin ver
cómo era la dicha o la desdicha,
sin quejarse, sin
distancias efímeras de mí.
Ahora que otea casi
el aire alrededor,
qué pensará la clavícula rota,
joya espléndida, rodillas
que arrastré sobre piedras
entre perdones falsos, etcétera.
Esqueleto saqueado, pronto
no estorbará tu vista ninguna veleidad.
Aguantarás el universo desnudo.
Juan Gelman (Buenos Aires, 3 maggio 1930 – Città del Messico, 14 gennaio 2014) è stato un poeta, scrittore e giornalista argentino.
È stato uno tra i maggiori poeti contemporanei di lingua spagnola, vincitore nel 2007 del Premio Cervantes.
Nato a Buenos Aires da una coppia di immigrati ebrei ucraini, lascia gli studi universitari e si dedica completamente alla poesia. Nel 1955 fonda il gruppo di poesia El pan duro, costituito da giovani militanti comunisti, collettivo che nel 1956 pubblica il suo primo libro Violín y otras cuestiones. Nel 1963, durante la dittatura di José María Guido, è incarcerato insieme ad altri scrittori comunisti. Liberato, in seguito alle vibrate proteste del mondo politico e intellettuale, abbandona il Partito Comunista argentino e si avvicina ai movimenti peronisti-guevaristi (Fuerzas Armadas Revolucionarias).
A partire dal 1967 inizia la sua attività di giornalista per varie riviste nazionali e internazionali. Nel 1975 per decisione del suo stesso gruppo politico abbandona l'Argentina, per poter proseguire dall'estero l'attivitá di opposizione alle politiche repressive già in atto nel paese, rifugiandosi prima a Roma e poi spostandosi tra Ginevra, Madrid, Managua, Parigi, New York per stabilirsi infine inMessico. Nel frattempo, in seguito al colpo di Stato militare del 1976, che andava sotto il sinistro nome di Proceso de Reorganización Nacional il regime militare argentino sequestra e uccide suo figlio Marcelo Ariel e sua nuora Maria Claudia García Iruretagoyena, genitori di una bimba nata in carcere e della quale si perde ogni traccia.
Grazie all'intervento di vari capi di Stato, la cui protesta è pubblicata su Le Monde, e alle reazioni dei tanti intellettuali, nel 1988 Gelman viene sollevato da ogni pendenza giudiziaria per la sua militanza di sinistra in seguito all'indulto promulgato dall'allora presidente argentino Carlos Menem. Nel 1990 vengono identificati i resti del figlio Marcelo, ucciso con un colpo alla nuca e sepolto in un bidone riempito di sabbia e cemento. Nel 1999 Gelman ritrova la nipote scomparsa, data in adozione a una famiglia di Montevideo.
Insieme alla nipote, che ha poi ripreso il nome dei suoi veri genitori (Macarena Gelman), ha portato avanti una battaglia civile per il riconoscimento dei diritti giuridici delle famiglie dei "desaparecidos". Negli ultimi anni di vita visse a Città del Messico con la seconda moglie, la psicologa argentina Mara La Madrid, fino alla sua scomparsa avvenuta all'età di 83 anni per una mielodisplasia. Nel 2007 gli è stato attribuito il prestigioso Premio Cervantes. Le sue opere sono state tradotte in numerose lingue e pubblicate in tutto il mondo.
Ogni giorno
mi avvicino di più al mio scheletro.
Si sta affacciando con ragione.
L'ho messo nella buona e nella cattiva
sorte chiedendogli niente, egli invece
domandandomi sempre, senza vedere
cosa fosse la fortuna o l'ingiustizia,
senza lamentarsi, senza
distanziarsi effimero da me.
Ora che scruta quasil'aria intorno,
che cosa penserà la clavicola rotta,
gioiello splendido, ginocchia
che trascinai sulle pietre
tra falsi perdoni, eccetera.
Scheletro saccheggiato, presto
nessuna velleità disturberà la tua vista.
Sopporterai l'universo nudo.
Juan Gelman (Buenos Aires, 3 maggio 1930 – Città del Messico, 14 gennaio 2014) è stato un poeta, scrittore e giornalista argentino.
È stato uno tra i maggiori poeti contemporanei di lingua spagnola, vincitore nel 2007 del Premio Cervantes.
Nato a Buenos Aires da una coppia di immigrati ebrei ucraini, lascia gli studi universitari e si dedica completamente alla poesia. Nel 1955 fonda il gruppo di poesia El pan duro, costituito da giovani militanti comunisti, collettivo che nel 1956 pubblica il suo primo libro Violín y otras cuestiones. Nel 1963, durante la dittatura di José María Guido, è incarcerato insieme ad altri scrittori comunisti. Liberato, in seguito alle vibrate proteste del mondo politico e intellettuale, abbandona il Partito Comunista argentino e si avvicina ai movimenti peronisti-guevaristi (Fuerzas Armadas Revolucionarias).
A partire dal 1967 inizia la sua attività di giornalista per varie riviste nazionali e internazionali. Nel 1975 per decisione del suo stesso gruppo politico abbandona l'Argentina, per poter proseguire dall'estero l'attivitá di opposizione alle politiche repressive già in atto nel paese, rifugiandosi prima a Roma e poi spostandosi tra Ginevra, Madrid, Managua, Parigi, New York per stabilirsi infine inMessico. Nel frattempo, in seguito al colpo di Stato militare del 1976, che andava sotto il sinistro nome di Proceso de Reorganización Nacional il regime militare argentino sequestra e uccide suo figlio Marcelo Ariel e sua nuora Maria Claudia García Iruretagoyena, genitori di una bimba nata in carcere e della quale si perde ogni traccia.
Grazie all'intervento di vari capi di Stato, la cui protesta è pubblicata su Le Monde, e alle reazioni dei tanti intellettuali, nel 1988 Gelman viene sollevato da ogni pendenza giudiziaria per la sua militanza di sinistra in seguito all'indulto promulgato dall'allora presidente argentino Carlos Menem. Nel 1990 vengono identificati i resti del figlio Marcelo, ucciso con un colpo alla nuca e sepolto in un bidone riempito di sabbia e cemento. Nel 1999 Gelman ritrova la nipote scomparsa, data in adozione a una famiglia di Montevideo.
Insieme alla nipote, che ha poi ripreso il nome dei suoi veri genitori (Macarena Gelman), ha portato avanti una battaglia civile per il riconoscimento dei diritti giuridici delle famiglie dei "desaparecidos". Negli ultimi anni di vita visse a Città del Messico con la seconda moglie, la psicologa argentina Mara La Madrid, fino alla sua scomparsa avvenuta all'età di 83 anni per una mielodisplasia. Nel 2007 gli è stato attribuito il prestigioso Premio Cervantes. Le sue opere sono state tradotte in numerose lingue e pubblicate in tutto il mondo (fonte: wikipedia).