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Un Giallo d'haute cuisine

"L'assaggio - food & book" di Antonella Moffa

Questo meraviglioso personaggio nasce dalla penna dello scrittore americano Rex Stout e ci sta alla perfezione ne “L'assaggio” di questa settimana. Eh sì, perché il nostro eroe è un commissario americano estremamente sui generis, dove l’azione è lontana anni luce da quest’omone corpulento, che risolve complessi casi di omicidio direttamente dalla comoda poltrona del suo ufficio, affidandosi per le indagini al suo giovane e fido collaboratore, Archie Goodwin. Ha due insane passioni che assorbono quasi completamente la sua giornata: la cucina e le orchidee. Nero Wolfe, a dispetto dei suoi 140 kili, maneggia con infinito garbo le stupende orchidee che colleziona nel giardino pensile della sua casa newyorchese, ed è nella cura di questi fiori così delicati e femminili (alla faccia della sua leggera antipatia per le donne) che trova spesso la chiave per la risoluzione dei suoi casi.

Ma più di tutto Nero Wolfe è un gourmand di razza, innamorato perdutamente dell’arte culinaria, che coltiva in tandem con l’impareggiabile chef svizzero Fritz Brenner, i cui gnocchi ricotta e spinaci “andrebbero benissimo per gli angeli”. La smodata e sublime passione per la buona tavola, emerge come scintillanti fuochi d’artificio nel romanzo “Alta cucina”, ironico ed elegante al punto giusto, una vera chicca per gli appassionati di gialli e cibo raffinato. Il nostro detective si ritrova come ospite d’onore in un summit dei quindici migliori cuochi del mondo ed è proprio durante la cena inaugurale che lo chef Laszio dovrà preparare la sua nota salsa primavera in nove versioni differenti, omettendo di volta in volta un solo ingrediente, che a turno gli altri colleghi dovranno indovinare. Ma non tutte le ciambelle escono col buco, così a guastare la fine atmosfera del convegno, si mette di mezzo l’omicidio del famoso maestro della salsa printemps.

L’epilogo non ve lo racconto, però non posso trattenermi dal consigliarvi di leggere con accuratezza le pagine riguardanti la cena d’inaugurazione, sono un tripudio di erba cipollina, cerfoglio, dragoncello e pepe di Cayenna, numerose portate di alta classe raccontate nei minimi dettagli, una gioia per il lettore-chef, che non può chiudere il libro senza avvertire il desiderio di mettersi a studiare un po’ di cucina francese per riproporla in qualche cena con gli amici. Se un po’ di curiosità ve l’ho instillata, che aspettate a scendere di casa a fare incetta di ingredienti di “haute cuisine” per cimentarvi con delicati bocconi d’autore? 


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