Aqva Mood, buona la prima: Daniel Karlsson affascina e convince
Il trio svedese ha aperto giovedì 9 febbraio la rassegna jazz
È cominciata decisamente nel migliore dei modi l’avventura targata Aqva Mood, rassegna jazz di quattro appuntamenti al mese e dal sottotitolo accattivante, “La notte, le note, il vino”. Ieri sera, 9 febbraio, il concerto inaugurale con il Daniel Karlsson Trio, una delle formazioni – e dei pianisti – più interessanti della scena jazzistica europea. Per l’occasione, la location di via Camporeale ha smesso i panni del ristorante e si è trasformato in un piccolo, accogliente jazz club a tutti gli effetti – copione che si ripeterà a marzo, aprile e maggio (LEGGI). Calici di vino, pubblico attento e numeroso e, particolare non irrilevante, niente cibo: si mangia prima o dopo il concerto, come nei migliori jazz club di tutto il mondo.
“DING, DONG”. Un lavoro di composizione importante quello del pianista Daniel Karlsson, considerato – non a torto – l’erede del “magico” Esbjörn Svensson, tanto da sostituirlo nel periodo immediatamente successivo all’incidente mortale che ha riguardato il compianto pianista scandinavo, suonando al fianco di Magnus Öström, suo grande compagno di viaggio nella musica e nella vita. “Ding, Dong”, il disco che il trio di Karlsson ha portato anche in Capitanata – dopo Brescia, Roma e Napoli, e prima di Matera – ha toni più introspettivi rispetto al precedente e applauditissimo “Fusion for fish”, vincitore di riconoscimenti prestigiosi praticamente in ogni parte del mondo. Un jazz d’insieme nel quale emerge tutta la vena compositiva del musicista svedese, sostenuto e ispirato dagli altri due membri dell’ensemble, tanto da raggiungere vette di interplay assolutamente ipnotiche, come ha potuto apprezzare lo stesso pubblico foggiano. Christian Spering, contrabbasso e tar shehnai, e Fredrik Rundqvist, batteria e percussioni, completano e integrano il pianismo di Karlsson, a tratti meno percussivo rispetto ai precedenti lavori ma sicuramente più consapevole della propria autorevolezza artistica.
STESSA ISOLA, CLIMI DIVERSI. In tanti, alla fine della serata, hanno deciso di comperare il lavoro discografico del Trio, intraprendendo la strada sonora della modernità e della raffinatezza, ma senza rinunciare a qualche sperimentalismo arricchito da un tocco di elettronica, per mano dello stesso Karlsson. Come i tre precedenti lavori, anche “Ding Dong” è composto da brani originali tutti firmati dal pianista svedese ed è stato registrato in due momenti diversi, a distanza di sei mesi ciascuno: a Capodanno, durante una tempesta di neve, e in estate, con il fresco mare scandinavo a fare da sottofondo soffuso. A restare identica, l’isola che ha accolto l’incisione, quella di Runmarö, nella sua Concert Hall. Un ulteriore elemento di fascinazione che si aggiunge al prodotto discografico di questo trio svedese di alto profilo artistico.