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  • Pubblicata il: 29/06/2015 16:09:54

C’era una volta il decisionista Landella…

Nei primi mesi di mandato elettorale ha compiuto errori e raggiunto importanti traguardi. Ha preso decisioni su cui ha rischiato anche l’impopolarità (come nel caso dell’allargamento dell’area pedonale). Ma qualunque fosse il giudizio di merito sulle sue azioni, una cosa gli andava riconosciuta: Franco Landella, il sindaco di Foggia, decideva con la sua testa. Apprezzato o meno, ma con un disegno ben preciso in mente (LEGGI: Landella, compleanno da sindaco: un anno fa la sua elezione). 
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LE ELEZIONI REGIONALI. Da qualche tempo, però, il primo cittadino disegna un po’ meno autonomamente il presente e il futuro della città. E la scelta di questa immagine che rimanda allo slogan elettorale di Michaela Di Donna – ‘Disegniamo il domani’ – non è casuale. Il passaggio dal Landella decisionista al Landella più votato al compromesso si può infatti ricondurre proprio a quel momento in cui è stato pressoché ufficiale che la cognata ‘scendesse in campo’ alle elezioni regionali. A quel punto si è quasi paralizzata l’attività amministrativa, con un primo cittadino più propenso alla campagna elettorale che a portare avanti la macchina burocratica. E per consolidare la candidatura della Di Donna è stato anche necessario rivedere gli equilibri all’interno della giunta e dentro Forza Italia: fuori D’Emilio per fare un torto a quel Nuovo Centrodestra troppo premiato l’estate scorsa, dentro ‘fedelissimi’ come Grilli e De Rosa per dare nuovo slancio cittadino al partito del sindaco in vista delle regionali. Poi, però, nel rimpasto post-elettorale, passo indietro: torna la coppia ‘Franco & Ciccio’, con un assessorato di peso come l’Urbanistica assegnata all’ex vicesindaco ed ecco che compare in giunta anche quel Verile che nel frattempo era passato tra i fittiani, alimentando una presa di distanze dal primo cittadino. In mezzo il ritorno de 'La destra' di Bruno Longo, con annesse alcune nomine dal sapore “familiare” nella nuova giunta (chissà se anche questa volta saranno affissi manifesti su ‘Parentopoli’).

LE POLTRONE. Ora tocca ai consigli d’amministrazione delle ex municipalizzate, quei cosiddetti ‘poltronifici’, per cui in queste ore si sta ripretendo quel teatrino di incontri, vertici e appuntamenti a Palazzo di Città. Nel frattempo, il sindaco ha già assicurato: “Decideranno i partiti”. Che suona un po’ come “questa è una giunta politica”, espressione che ha accompagnato il rimpasto tout court di qualche giorno fa. Un’ammissione di resa, per alcuni. Una prova di maturità, per altri. Esprimere un giudizio ora è difficile, ci vorrà del tempo per capire se questa nuova fase sia un bene o un male per la città. Ciò che è evidente, però, è che il ‘primo Landella’ non esiste più, ma non è semplicemente un discorso di nomi in giunta. E’ uno snodo importante della sua amministrazione: se la politica è “l’arte del compromesso”, Landella ne ha appena preso coscienza. Il ‘decisionista’ ha lasciato spazio al ‘sindaco politico’. E da quanto sarà bravo a interpretare questo nuovo ruolo, mediando tra le richieste e le esigenze dei partiti, dipenderà il futuro di Foggia.

di Redazione