LE REGOLE. Molteplici sarebbero
comunque i canali di approvvigionamento anche extra-provinciali, con particolare attenzione
alla confinante provincia BAT che favoriscono una politica di mutuo soccorso volta a “tenere” le numerose piazze di spaccio più che a una gestione egemone. "In proposito - si legge nella relazione -, le recenti
inchieste corroborano le dichiarazioni di un qualificato collaboratore di giustizia secondo cui
il mercato della droga a Foggia sarebbe soggetto a regole diverse rispetto al passato in quanto
le stringenti strategie di egemonia da attuare attraverso l’imposizione dei canali di approvvigionamento sono talvolta superate con il riconoscimento all’organizzazione mafiosa del cosiddetto 'punto', ossia l’importo richiesto agli spacciatori per l’esercizio dello smercio di stupefacenti".
IL CONTROLLO DEL TERRITORIO. Nel Gargano, peraltro, le consistenti piantagioni locali testimoniano il consolidamento della
produzione “in casa” agevolata dalla morfologia del territorio e dalla fitta vegetazione che
viene disboscata per ricavare al suo interno appezzamenti da destinare alle coltivazioni illecite. "Proprio sulla dorsale San Marco in Lamis-Sannicandro-Cagnano Varano - evidenzia la Dia - il fenomeno delle
coltivazioni di piantagioni di Cannabis ha assunto un grosso rilievo tale da ipotizzare che sia
esteso in chiave extraterritoriale. Anche l’attività di narcotraffico assumerebbe rilievo nell’area
in quanto facilmente favorita dalla conformazione costiera e dell’entroterra impervio, nonché
dalla presenza di albanesi ben inseriti nel tessuto criminale dei territori summenzionati.
L’analisi del fenomeno criminale mafioso dimostra come i punti di forza su cui fanno leva i
clan della provincia siano l’impenetrabilità favorita dalla struttura familistica delle organizzazioni malavitose e l’efferata capacità di controllare il territorio di riferimento che genera un contesto di tendenziale omertà".