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  • Pubblicata il: 27/05/2020 12:16:43

In attesa dell’ordinanza “anti-Sherwood”, il titolare del Chiosco sbotta: “Rispettiamo le regole ma non possiamo fare i vigilantes”

Su Facebook, lo sfogo: eppure la sua è l’unica attività virtuosa della zona

“Ti mettono sui giornali senza sapere che stai lavorando nel rispetto delle regole. Quasi tutte le sere la polizia viene e fa il suo giusto lavoro, fai l’asporto ed è colpa nostra se poi mangiano dall’altra parte della strada, i chioschi devono chiudere alle 23 mentre gli altri alle 24… Abbiamo dieci bidoni della spazzatura davanti alla nostra attività ed è colpa nostra se nella piazza dietro e addirittura nella piazza di fronte lasciano tutto a terra, compresi i tiramisù”.

L’UNICA ATTIVITA’ VIRTUOSA DELLA ZONA. È lo sfogo di uno dei due titolari dello Sherwood, il chiosco dei bikers di Piazza Padre Pio che, durante la cosiddetta Fase 2, ha dovuto più volte rispondere dei comportamenti incivili delle persone, senza avere particolari responsabilità (il riferimento ai giornali non riguarda Foggia Città Aperta, ndr). Risulta pressoché assodato, infatti, alla luce di queste prime settimane di riapertura concesse agli esercenti, che di tutte le attività comprese tra Piazza Padre Pio e Piazza Alcide De Gasperi, Sherwood è quella che più di tutte sta osservando in modo impeccabile le misure previste dalla legge, avendo anche predisposto – unico tra tante attività che invece lavorano in modo “diverso” - due ingressi distinti per avvicinarsi al chiosco, uno di sola entrata e uno di sola uscita.

TI DICONO DI APRIRE MA NON DEVI LAVORARE. “Stiamo cacciando i nostri clienti a volte anche in modo brusco (e ci scusiamo) – scrive in merito – perché abbiamo l’ansia e la paura che si formi assembramento davanti alla nostra attività”. E chiunque si sia affacciato nei dintorni del Chiosco, sa che effettivamente è così, nonostante i continui stazionamenti delle forze di polizia che, invece, sembrano aver inteso il divieto di assembramento come qualcosa che spetterebbe solo ed esclusivamente al gestore di un’attività di ristorazione. Sempre sulla pagina Facebook, lo Sherwood fa riferimento, con timore, all’ordinanza per ora solo annunciata dal sindaco Franco Landella (LEGGI) che, a detta dell’esercente, metterebbe chi lavora in questo settore in una situazione quanto meno ambigua: “praticamente ti dicono di aprire ma non devi lavorare”.

“NON POSSIAMO FARE I VIGILANTES”. Sebbene non sia stata ancora emessa, l’ordinanza, almeno stando agli annunci, sembra voler caricare di una responsabilità eccessiva e illegittima i titolari delle attività, dando la possibilità di consumare “cibi e bevande dentro o nei pressi delle attività” ma non nei parchi e nelle piazze pubbliche, di fatto però lasciando aperta la questione sulla vicinanza o meno rispetto a un bar, un chiosco, un pub o un ristorante. Il timore dei gestori è quello di dover rispondere di atti di irresponsabilità anche fuori dalla propria “giurisdizione”, così come specificato dallo stesso titolare dello Sherwood in un altro post: “lavoriamo sempre nel rispetto delle regole ma purtroppo non possiamo fare i ‘vigilantes’ per la piazza dove non siamo l’unica attività”.

E IL BUONSENSO?. Sherwood, e anche altre attività limitrofe meno virtuose, non possono e non devono in alcun modo gestire il divieto di assembramenti in piazze e parchi vicini: l’ordinanza che verrà, e qualsiasi nuovo intervento, dovrà tenerne necessariamente conto. Si aggiunga a questo, infine, il riferimento a quel tanto decantato buonsenso in voga nelle ultime settimane tanto ai piani alti quanto a quelli bassi di governo: locali, ristoranti, pub, bar e quant’altro sono sull’orlo del baratro economico a causa di quasi tre mesi di chiusura forzata, una “multa di mezzanotte” eccessivamente fiscale – soprattutto nei riguardi di chi è fiscale nel proprio lavoro – oppure un “vuoto normativo”, rischiano di uccidere definitivamente attività che, come Sherwood, lavorano da trent’anni sul territorio. Lo Stato faccia lo Stato, insomma, e consenta a chi fa i panini di continuare a fare i panini.

di Redazione