Prende spunto da un caso recente la presidente della sezione foggiana della Protezione Animali, Terry Marangelli, per denunciare quello che sembra essere a tutti gli effetti un giro di affari di non trascurabile profitto. Coinvolti, secondo l'associazione animalista, sarebbero “volontari, veterinari privati liberi professionisti e addirittura alcune guardie eco-zoofile”.
IL CASO SPECIFICO. “L’episodio – si legge nella dura nota della Marangelli – avvenuto nel mese di giugno, in palese violazione con le leggi vigenti in materia di randagismo, non rappresenta un caso sporadico, bensì la punta di un iceberg di diffusa illegalità , cui assistiamo quotidianamente da tempo”. Il riferimento è al caso di una famiglia che, alcuni giorni fa, nell'adottare una cagnolina randagia, sarebbe stata obbligata a pagare privatamente ad un veterinario l'identificazione canina (ossia il microchip) e la sterilizzazione, “malgrado la normativa preveda la gratuità”.
DA FOGGIA, “CANI E GATTI SPEDITI IN TUTTA ITALIA”. A dire della presidente della Protezione Animali Foggia“si tratterebbe di una vera e propria truffa”. Ecco come funziona: gruppi (secondo la Marangelli sarebbero almeno tre da queste parti) di sedicenti volontari o “amici degli animali”, attraverso l'uso dei social network, in particolare facebook, rivolgono appelli e richieste di aiuto economico agli utenti, nel frattempo conducendo “nella totale illegalità una vera e propria attività parallela ai canili sanitari”. Su terreni privati, privi di ogni controllo igienico, custodiscono animali recuperati randagi sul territorio e qui, ricalcando le parole della Protezione Animali, “in totale abuso e abusivismo viene svolta una vera e propria attività di recupero e affidamento, tra l’indifferenza degli organi preposti”. Non sarebbero pochi, pertanto, i cani e i gatti che proprio dalla provincia di Foggia verrebbero “spediti in tutta Italia”, senza che sia possibile seguirne la sorte.
COINVOLTI VETERINARI PRIVATI IN CAMBIO DI DENARO. “Cambiare arbitrariamente lo status giuridico dei cani, da animali di proprietà dell’Ente Territoriale (Comune di appartenenza) in cani di proprietà privata – afferma giustamente la Presidente – è reato evidente di appropriazione indebita e non solo comporta la perdita di tracciabilità dell’animale ma, in caso di animale smarrito, ne impedisce anche il ricongiungimento con un possibile proprietario”. Stando alle norme, il presunto volontario che intercetta dei randagi, ha il dovere di sollecitare le Asl le quali, a nome dei Comuni, sono tenute ad eseguire l'identificazione prima dell'eventuale affidamento, a titolo ovviamente gratuito. In realtà invece, accade che “questi cani vengano microchippati ed iscritti all'anagrafe canina direttamente a nome del principale referente del gruppo o direttamente all’affidatario, anch’egli solitamente reperito a mezzo social network”. In questo giro, sarebbero coinvolti dei veterinari privati che, in cambio di denaro illegale, provvedono all’inserimento del microchip nonché ad interventi di tipo sanitario (compresa la sterilizzazione).
INTERVENTO URGENTE DELLE ISTITUZIONI.“A quanto possa ammontare questo flusso di denaro e di animali – conclude Terry Marangelli – è difficilissimo da stabilire, anche perché, con questo sistema, come già detto, stabilire la tracciabilità degli animali (ma anche del denaro), diventa praticamente impossibile”.La richiesta, infine, della presidente della Protezione Animali è quella di un intervento urgente “non solo dell’autorità giudiziaria, ma anche della Regione, dell’ACIR, dell’Ordine dei Medici Veterinari, del Dipartimento ministeriale di Benessere animale e anche del Prefetto di Foggia, affinché venga interrotto questo gravissimo abuso”.
Prende spunto da un caso recente la presidente della sezione foggiana dei Volontari della Protezione Animali, Terry Marangelli, per denunciare quello che sembra essere a tutti gli effetti un giro di affari di non trascurabile profitto. Coinvolti, secondo l'associazione animalista, sarebbero “volontari, veterinari privati liberi professionisti e addirittura alcune guardie eco-zoofile”. Nella propria nota, la Presidente si rivolge anche al Prefetto.
IL CASO SPECIFICO. “L’episodio – si legge nella dura nota della Marangelli – avvenuto nel mese di giugno, in palese violazione con le leggi vigenti in materia di randagismo, non rappresenta un caso sporadico, bensì la punta di un iceberg di diffusa illegalità , cui assistiamo quotidianamente da tempo”. Il riferimento è al caso di una famiglia che, alcuni giorni fa, nell'adottare una cagnolina randagia, sarebbe stata obbligata a pagare privatamente ad un veterinario l'identificazione canina (ossia il microchip) e la sterilizzazione, “malgrado la normativa preveda la gratuità”.
DA FOGGIA, “CANI E GATTI SPEDITI IN TUTTA ITALIA”. A dire della presidente della Protezione Animali Foggia“si tratterebbe di una vera e propria truffa”. Ecco come funziona: gruppi (secondo la Marangelli sarebbero almeno tre da queste parti) di sedicenti volontari o “amici degli animali”, attraverso l'uso dei social network, in particolare facebook, rivolgono appelli e richieste di aiuto economico agli utenti, nel frattempo conducendo “nella totale illegalità una vera e propria attività parallela ai canili sanitari”. Su terreni privati, privi di ogni controllo igienico, custodiscono animali recuperati randagi sul territorio e qui, ricalcando le parole della Protezione Animali, “in totale abuso e abusivismo viene svolta una vera e propria attività di recupero e affidamento, tra l’indifferenza degli organi preposti”. Non sarebbero pochi, pertanto, i cani e i gatti che proprio dalla provincia di Foggia verrebbero “spediti in tutta Italia”, senza che sia possibile seguirne la sorte.
COINVOLTI VETERINARI PRIVATI IN CAMBIO DI DENARO. “Cambiare arbitrariamente lo status giuridico dei cani, da animali di proprietà dell’Ente Territoriale (Comune di appartenenza) in cani di proprietà privata – afferma giustamente la Presidente – è reato evidente di appropriazione indebita e non solo comporta la perdita di tracciabilità dell’animale ma, in caso di animale smarrito, ne impedisce anche il ricongiungimento con un possibile proprietario”. Stando alle norme, il presunto volontario che intercetta dei randagi, ha il dovere di sollecitare le Asl le quali, a nome dei Comuni, sono tenute ad eseguire l'identificazione prima dell'eventuale affidamento, a titolo ovviamente gratuito. In realtà invece, accade che “questi cani vengano microchippati ed iscritti all'anagrafe canina direttamente a nome del principale referente del gruppo o direttamente all’affidatario, anch’egli solitamente reperito a mezzo social network”. In questo giro, sarebbero coinvolti dei veterinari privati che, in cambio di denaro illegale, provvedono all’inserimento del microchip nonché ad interventi di tipo sanitario (compresa la sterilizzazione).
INTERVENTO URGENTE DELLE ISTITUZIONI.“A quanto possa ammontare questo flusso di denaro e di animali – conclude Terry Marangelli – è difficilissimo da stabilire, anche perché, con questo sistema, come già detto, stabilire la tracciabilità degli animali (ma anche del denaro), diventa praticamente impossibile”.La richiesta, infine, della presidente della Protezione Animali è quella di un intervento urgente “non solo dell’autorità giudiziaria, ma anche della Regione, dell’ACIR, dell’Ordine dei Medici Veterinari, del Dipartimento ministeriale di Benessere animale e anche del Prefetto di Foggia, affinché venga interrotto questo gravissimo abuso”.