Li hanno ribattezzati “I soliti (ig)noti”. Minacciano ed estorcevano denaro a un agricoltore foggiano: con questa accusa, nell’ambito di una complessa attività di indagine, delegata dalla Procura della Repubblica di Foggia, il personale della 1^ Sezione Criminalità Organizzata di questa Squadra Mobile, nella mattinata di ieri ha eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dal Sost. Proc. Bafundi nei confronti dei pregiudicati Antonello Piserchia e Umberto Albanese (detto Roberto).
LA VICENDA. In diverse occasioni, i due effettuavano una serie di tentativi di estorsione all’agricoltore al quale erano stati richiesti 30mila euro, altrimenti sarebbero scattate gravi ripercussioni, soprattutto nei confronti dei propri figli. In una delle telefonate infatti era stato minacciato l’agricoltore con una semplice frase in dialetto foggiano “Pezzo di m….quando ci muoviamo qua?” oppure ‘Bastardone ci dobbiamo spicciare altrimenti facciamo la festa a tuo figlio”.
LA DENUNCIA. Per fortuna l’agricoltore è riuscito a denunciare tutto alla polizia. Dalla suddetta operazione è emerso che erano ormai due anni che la vittima era stata oggetto di estorsione consumata da A. P. che in quella occasione aveva ricevuto 25mila euro di cui 5mila come compenso per la trattativa andata a buon fine.
UN REATO VIGLIACCO. “Questo è un tipo di reato che definisco vigliacco – ha commentato Alfredo Fabbrocini, dirigente della squadra mobile - proprio per le modalità in cui viene effettuato. Troppo spesso basta una sola telefonata anonima e minacciosa per chiedere un’estorsione che ovviamente spaventa la vittima. Questo tipo di telefonate cambiano la vita delle vittime che sono costrette o a pagare una volta e per tutta la vita o si denuncia e si conclude ogni tipo di rapportoLA VICENDA. In diverse occasioni, i due effettuavano una serie di tentativi di estorsione all’agricoltore al quale erano stati richiesti 30mila euro, altrimenti sarebbero scattate gravi ripercussioni, soprattutto nei confronti dei propri figli. In una delle telefonate infatti era stato minacciato l’agricoltore con una semplice frase in dialetto foggiano “Pezzo di m….quando ci muoviamo qua?” oppure ‘Bastardone ci dobbiamo spicciare altrimenti facciamo la festa a tuo figlio”.
IL PRECEDENTE. Dall'acquisizione della denuncia, è emerso che già circa due anni fa l'agricoltore era stato vittima di estorsione e nella circostanza aveva versato la somma di 25mila euro allo stesso Piserchia. Anche in quella circostanza, la vittima aveva ricevuto alcune telefonate estorsive con minacce di ritorsioni nei confronti dei propri familiari. Per far fronte alla richiesta, non denunciata all’epoca dei fatti, si era visto costretto a vendere alcuni terreni agricoli di sua proprietà, pari a circa sette ettari.
UN REATO VIGLIACCO. “Questo è un tipo di reato che definisco vigliacco – ha commentato Alfredo Fabbrocini, dirigente della squadra mobile - proprio per le modalità in cui viene effettuato. Troppo spesso basta una sola telefonata anonima e minacciosa per chiedere un’estorsione che ovviamente spaventa la vittima. Questo tipo di telefonate cambiano la vita delle vittime che sono costrette o a pagare una volta e per tutta la vita o si denuncia e si conclude ogni tipo di rapporto”.